La cultura musicale giapponese è costellata da artisti e generi che vengono ascoltati in tutto il mondo: dal city pop alle rock band, fino alle sigle degli anime, i musicisti e i cantanti più famosi sono riusciti non solo a creare stili originali e unici, ma a diffondere la cultura nipponica oltreoceano. Tuttavia, sono molti gli artisti che non godono della stessa fama, nonostante le loro capacità e il loro stile sia unico, e l’obiettivo di questo articolo è proprio quello di presentarvi tre artisti, molto diversi tra loro nel genere, stile ed estetica, che rappresentano la piccola grande nicchia musicale dell’indie giapponese.
La cultura indie, oramai, è presente in ogni paese e spopola tra i giovani di ogni età che utilizzano spesso la musica di questo genere come “colonna sonora dei propri sentimenti”: gruppi italiani come Pinguini Tattici Nucleari, Eugenio in Via di Gioia o artisti singoli come ad esempio Willie Peyote o Calcutta sono solo una piccola parte di un mondo in cui si cerca di fare musica da sé in modo più libero rispetto al mainstream. La scena giapponese sicuramente non è da meno: anche nella musica nipponica possiamo trovare una nuova ondata di giovani e non solo che creano la loro musica e il loro stile attraverso generi molto diversi tra loro, generi che sembrano essere creati appositamente per rispecchiare lo stile dell’artista.
Sono numerosi gli artisti che sono emersi negli ultimi anni, a volte conosciuti e apprezzati più all’estero che nel loro paese. Sono cantautori, piccole band, duo – tutte persone comuni, che riescono a trasmettere attraverso le loro canzoni un’immagine del Giappone radicalmente diversa da quella proposta da anime, manga, film o letteratura. Un Giappone nascosto, semplice, alle volte quasi assopito o ancora circondato da un’atmosfera di mistero, allo stesso tempo dinamico e silenzioso.
In particolare, sono i particolarissimi Music Videos di questi artisti a trasmettere queste sensazioni attraverso alcune precise caratteristiche: la low quality (bassa qualità) del filmato, gli ambienti underground, i paesaggi naturali o gli interni di edifici usati come set sono tutti funzionali a comunicare lo stile dell’artista e il mood al quale è associata la canzone.
I No Buses Band sono un gruppo nato nel 2016 il cui sound rievoca quello del British Rock più classico. Dopo diversi singoli ed EP, il loro primo album Boys Loved Her è stato pubblicato nel 2019, seguito poi, oltre che da diversi singoli, da altri due album nel 2021 e nel 2022.
Il loro stile musicale e visuale, però, va ben oltre l’amatissimo rock degli anni Sessanta: l’ascoltatore viene trasportato in uno strano mondo che sembra essere uscito da un vecchio computer degli anni Ottanta, la loro musica è energica ma allo stesso tempo ripetitiva, il loro stile sembra appartenere e ad un’epoca non ben definita e, infine, i loro video musicali sembrano essere fatti appositamente per risultare poco rifiniti, rudimentali.
Sembrano quasi prendere in giro le canzoni pop più famose, come per dire che a volte bastano la semplicità, la banalità o l’ironia a rendere le cose più interessanti – il riflesso nei vetri di un palazzo, un treno che passa su un binario, o far finta che una banana sia un microfono: queste sono solo alcune delle scene più caratteristiche dei loro Music Video, ma sono proprio quello che li rende differenti da produzioni con uno stile anche troppo ricercato. Alcune delle loro canzoni più famose e viste su YouTube sono With or Without it, Pretty Old Man e Ill Humor, brani che diventano icone di stile da imitare sotto ogni punto di vista.
Majiko (まじ娘) è una cantautrice a trecentosessanta gradi: si conosce poco di lei, ma è molto apprezzata per i suoi arrangiamenti dalle sonorità jazz, molto ritmate e delle volte con un sound che sorprendentemente arriva a ricordare la musica techno, e i suoi testi particolarmente profondi e introspettivi. Anche lei ha dovuto pubblicare diversi singoli prima di arrivare a lanciare il suo primo album nel 2015 – Contrast, seguito l’anno dopo da Magic.
La peculiarità di Majiko è la sua capacità di spaziare da un genere all’altro: dalla canzone romantica accompagnata alla chitarra acustica a pezzi jazz quasi distopici, fino a sound quasi sperimentali. Potrebbe sembrare destabilizzante passare da uno stile all’altro in maniera così radicale nello stesso album, ma non per Majiko – anzi, sembrerebbe che questa sia diventata la sua “firma musicale”.
La sua canzone più famosa è ceramente ひび割れた世界 (Hibiwareta sekai), che con 13 milioni di visualizzazioni le ha consentito di accrescere la sua popolarità. Tuttavia, le canzoni che davvero esprimono le sue capacità di cantautrice sono quelle meno famose: ノクチルカの夜 (Nokuchiruka no Yoru), un singolo che nel Music Video crea un magnifico contrasto tra la musica jazz e le immagini in bianco e nero di una vita solitaria, resa quasi ironica dalla canzone stessa.
All’interno dell’album 世界-幸せなひとりぼっち (Sekai – Shiawasena hitori bocchi), i singoli 魔女のルール (Majō no rūru) e 神様でもあるまいし (Kami sama demo arumaishi) rappresentano solo due esempi della sua poliedricità. Infatti, se la prima canzone richiama un jazz dalle sonorità particolarmente sofisticate, la seconda è un mix ben riuscito di j-pop, jazz e techno.
Ancora più raffinata e particolare è la produzione di Ichiko Aoba che, più che musica indipendente, è un’esperienza vicina ad un qualcosa di spirituale. Sin dall’inizio della sua carriera, infatti, Ichiko si è contraddistinta per il suo stile folk e minimalista, reso grazie a una estrema semplicità musicale e vocale, accompagnata dalle sue abilità tecniche, compositive e vocali.
Aoba esordisce nel 2010 con il suo primo album, Razor Girl, al quale sono seguiti diversi altri album in studio. La sua voce è pulita, come la musica che scrive: ascoltandola ci si sente trasportati in un’altra dimensione, calma, lontana dalle freneticità, quasi cullati e rassicurati.
Il suo ultimo lavoro in studio, Windswept Adan, si allontana un po’ da quello che era il concept iniziale dell’artista, che solitamente si presentava solo con la sua voce e la sua chitarra. In questo album vengono usati elementi della new age, suoni naturali e piccoli complessi orchestrali che rendono la musica di Ichiko ancora più affascinante e ipnotica. Aoba ha concepito il progetto come una colonna sonora per un film che esiste solo nella sua testa, ambientato su due isole immaginarie: una da cui proviene il protagonista, e un’altra, dove è stato portato via. Ogni canzone è un emozione, un concentrato di sensazioni che solamente un’artista come lei avrebbe potuto ritrarre con una profondità e una delicatezza simili.
I No Buses Band, Majiko e Ichiko Aoba sono solo alcuni degli artisti giapponesi che nel loro piccolo creano e sperimentano stili musicali diversi. In realtà, sono molti i giovani che si mettono in gioco, che pubblicano singoli e album non tanto per arrivare ad una fama tanto bramata, quanto per esprimere sé stessi e raccontare il mondo in cui vivono; e forse è proprio l’appartenere a questa piccola nicchia che permette loro di essere liberi, di non sottostare alle regole delle case discografiche ed esprimersi per come sono: giovani, liberi e imprevedibili.