Crossdressing in Context.
Da David Bowie al Teatro Takarazuka
7 marzo – 7 maggio 2018
Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne
via Cartoleria 5 – Bologna
La confraternita dell'uva // Libreria – Café – Wine Bar
Via Cartoleria 20/B – Bologna
Ritorna l’appuntamento con Power to the Pop – Osservatorio sulle culture pop contemporanee, che quest’anno propone una rassegna in quattro incontri dal titolo Crossdressing in Context. Da David Bowie al Teatro Takarazuka. Un percorso nel crossdressing da est a ovest, fra rappresentazione e realtà, dal teatro elisabettiano al glam rock, dalla Takarazuka Revue al visual kei.
7 MARZO, ore 19:00
DAVID BOWIE, STAR ANDROGINA
a cura di Gino Scatasta
La confraternita dell'uva // Libreria – Café – Wine Bar
Via Cartoleria 20/B – Bologna
David Bowie nel corso della sua carriera ha creato una serie di maschere attraverso le quali giocava molto con i temi dell’androginia e della bisessualità. Se la sua fosse stata soltanto una strategia per ottenere visibilità, come avrebbe affermato in seguito lo stesso Bowie, non si spiegherebbero la persistenza di questi temi, e l’interesse successivo per le pratiche degli artisti che usavano il travestimento sulla scena o nelle loro performances e il loro riutilizzo in contesti apparentemente eteronormativi. In realtà, tutta la carriera artistica e musicale di Bowie è attraversata dai temi del travestitismo, sia nei ruoli che assumeva, sia nei riferimenti nei testi o nei video alla bisessualità e alle tematiche gender-bender.
21 MARZO, ore 17:30
VISUAL KEI: IL LATO TRASGRESSIVO DEL ROCK GIAPPONESE ANNI ‘80
a cura di Paola Scrolavezza
Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne
via Cartoleria 5 – Bologna
Nato alla fine degli anni ’80 nella creativa scena underground della musica rock e heavy metal giapponese, il visual kei, pur considerato un genere musicale a tutti gli effetti, più che per il sound si caratterizza per l’immagine trasgressiva e l’estetica androgina che accomuna i membri delle varie band. Dall’allure dark e macabra degli artisti eroguro kei, ai colori sgargianti dello oshare kei, dai costumi ispirati al barocco o al gotico dello shatorikaru kei, a quelli riecheggianti la tradizione giapponese dello angura kei, il visual kei attira lo sguardo e l’attenzione per la sua incredibile eterogeneità e per il potenziale innovativo, estetico e musicale. Dagli X Japan ai LUNASEA, dai GazettE ai VERSAILLES un viaggio nella storia della musica giapponese più recente, e nei nodi di una società in continua trasformazione.
11 APRILE, ore 19:00
IL CROSSDRESSING SULLA SCENA INGLESE, DA SHAKESPEARE A LITTLE BRITAIN
a cura di Gino Scatasta
La confraternita dell'uva // Libreria – Café – Wine Bar
Via Cartoleria 20/B – Bologna
La pratica del crossdressing ha una lunga tradizione sulla scena teatrale inglese e in generale nel campo dell’entertainment. Nel teatro elisabettiano la carriera di attrice era proibita alle donne, quindi i ruoli femminili venivano generalmente ricoperti da ragazzi fra i tredici e i diciannove anni. Nelle sue opere, Shakespeare fa un uso creativo di questa necessità teatrale, facendo sì che alcuni dei suoi personaggi femminili (interpretati da ragazzi) si travestano sulla scena da ragazzi o da uomini, creando situazioni comiche ma soprattutto sessualmente ambigue. L’era vittoriana è sempre stata considerata il trionfo dell’ipocrisia borghese, anche se le forme di intrattenimento popolare quali il music-hall mostravano un interesse esplicito per la sessualità e il travestitismo era una parte fondamentale degli spettacoli: esemplare è il caso di Vesta Tilley, una delle attrici più note e pagate fra fine Ottocento e inizio Novecento, specializzata in ruoli maschili. Saranno poi due sketch comedies televisivi a recuperare la tradizione del music hall vittoriano e a fonderla con la nuova morale sessuale che, a partire dagli anni Sessanta, aveva iniziato a mettere in discussione le identità sessuali tradizionali: i Monty Python con il loro Flying Circus e Little Britain di David Walliams e Matt Lucas.
7 MAGGIO, ore 17:30
TAKARAZUKA REVUE: QUANDO IL CROSSDRESSING SI FA PERFORMANCE
a cura di Paola Scrolavezza
Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne
via Cartoleria 5 – Bologna
La Takarazuka Revue, fondata nel 1913 nell’omonima cittadina del Kansai da Kobayashi Ichizō, noto politico e proprietario di un gruppo ferroviario, è la prima compagnia teatrale esclusivamente femminile del Giappone. Proprio come nell’Inghilterra elisabettiana, anche qui il palcoscenico era rimasto a lungo appannaggio degli attori di sesso maschile: fino alle soglie della modernità la legge vietava infatti alle donne di calcare le scene del kabuki e del nō. Solo a partire dal 1890 cominciò a guadagnare popolarità una nuova forma di teatro, lo shingeki, dove erano vere attrici a interpretare i ruoli femminili. È in questo contesto che si inserisce il progetto di Kobayashi Ichizō, che in pochi anni vide aumentare in misura esponenziale i fan e che ancora oggi vanta un seguito cospicuo, anche fuori dai confini dell’arcipelago nipponico.