Dopo uno strabiliante successo al Festival Internazionale del Cinema di Berlino di quest’anno, Wheel of Fortune and Fantasy (Gūzen to sōzō, 偶然と想像), l’ultimo lavoro del regista giapponese Hamaguchi Ryūsuke, è approdato anche al Far East Film Festival di Udine!
Hamaguchi Ryūsuke, già famoso per il suo Happy Hour (Happī Awā, ハッピーアワー), ritorna nelle sale europee con la sua ultima opera: Wheel of Fortune and Fantasy, un portmanteau composto da tre episodi e premiato qualche mese fa con l’Orso d’Argento alla 73esima edizione della Berlinale. Un successo travolgente, che ha portato questo film ad arrivare fin nelle nostre sale: non solo in concorso a Udine, ma distribuito in tutta Italia dalla Tucker Film a partire dal 2 luglio durante l’evento “diffuso” FEFF on Tour!
Un film diviso in tre atti, tre storie distinte ma legate fra loro dal ruolo che il caso e le coincidenze hanno sullo svolgersi della trama. Ma non solo, i tre episodi sono anche legati dai continui rimandi della colonna sonora, dai lunghi primi piani e dallo stile della narrazione, che si muove solo attraverso i dialoghi. Sono poche le scene di “azione”, o semplicemente di movimento, in Wheel of Fortune and Fantasy: il focus è completamente sulle conversazioni, sulle parole che i protagonisti dei tre atti si scambiano.
Il primo dei tre episodi, Magic (or Something Less Assuring) – Mahō (yori motto futashika) 魔法(よりもっと不確か) –, ruota attorno a un inaspettato triangolo amoroso. Quando la sua migliore amica Tsugumi le racconta dell’uomo che ha conosciuto per caso e che sta frequentando, Meiko non ha dubbi: è Kazuaki, il suo ex, e la ragazza che due anni prima gli ha spezzato il cuore è proprio lei. Dopo una lunga conversazione a bordo di un taxi in cui Tsugumi continua a raccontare entusiasta di come fra di loro sia nato qualcosa di ‘magico’, Meiko decide di prendere in mano la situazione e affrontare il suo ex fidanzato.
Dal loro litigio si capisce che, nonostante affermi il contrario, Meiko non ha mai dimenticato il ragazzo e ne è ancora irragionevolmente gelosa. Si trova quindi davanti a una scelta: mettersi in mezzo e rovinare la nuova storia che sta per nascere, oppure far finta di niente e dileguarsi in silenzio dalla vita dei due amanti?
(Da sinistra: Kazuaki, Tsugumi, e Meiko)
Anche nel secondo episodio, Door Wide Open (Tobira wa aketa mama de 扉は開けたままで), sono tre i protagonisti: il professor Segawa, insegnante di francese che ha vinto il prestigioso premio Akutagawa per il suo ultimo romanzo noto per tenere la porta del suo studio sempre aperta, Sasaki, uno studente bocciato da Segawa poco prima della laurea, e Nao, una donna sposata che si è voluta rimettere in gioco riprendendo a studiare e ha una relazione segreta con il ragazzo.
Dopo aver saputo del premio vinto dal professore, Sasaki decide di vendicarsi di lui. Il suo piano è semplice: convince Nao a sedurre Segawa e a registrare il loro incontro, in modo da far scoppiare uno scandalo che gli rovinerebbe la carriera.
Il piano però non va come previsto: il tentativo di seduzione di Nao non funziona, e la donna confessa a Segawa il vero motivo per il quale era andata a trovarlo nel suo studio. È a quel punto che i due, in realtà, si avvicinano sempre di più, e il professore le chiede alla fine di inviargli la registrazione dell’incontro. Tuttavia, un errore di battitura nella mail rende il file audio di dominio pubblico, realizzando involontariamente il piano di vendetta architettato da Sasaki.
(Il professor Segawa e Nao)
Il terzo e ultimo episodio del film, Once Again (Mō ichidō もう一度), ha un’ambientazione che può sembrarci leggermente distopica (ma forse più vicina e plausibile di quanto pensiamo): un potente virus informatico ha iniziato a diffondere informazioni riservate e a propagarsi in tutti i computer del mondo, quindi l’intera rete informatica globale è stata interrotta fino a quando non verrà trovata una soluzione.
In questo mondo in cui i computer sono ormai obsoleti e poco usati, Natsuko, ingegnere informatico, è senza lavoro da diversi mesi, e quando viene invitata a una rimpatriata del liceo a Sendai – sua città natale – coglie l’occasione per ritornare dopo diversi anni.
Dopo la cena, Natsuko sta per prendere il treno che la riporterà a Tokyo quando su una delle scale mobili della stazione incrocia una delle ex-compagne che non era alla rimpatriata, una compagna con cui in passato ha avuto una relazione. Le due si riconoscono, e Natsuko rimanda la partenza per passare del tempo con lei.
Le due chiacchierano, parlano di conoscenze in comune, di quello che è accaduto nelle loro vite fino ad allora, e attraverso la loro conversazione scopriamo che fra le due c’è qualcosa di irrisolto, qualcosa che si trascina proprio dai tempi del liceo.
Ma quando Natsuko riesce finalmente a chiedere all’altra donna perché l’avesse lasciata per un uomo, e se davvero fosse felice della vita che si era scelta, l’amica la interrompe: “Prima che tu vada avanti devo dirti una cosa … io non so come ti chiami. Non ho idea di chi tu sia”.
Ed è qui che si scopre l’equivoco: sia Natsuko che Aya (il vero nome della donna) hanno riconosciuto nell’altra una vecchia compagna di classe, una vecchia conoscenza che desideravano ardentemente reincontrare.
(Da sinistra: Aya e Natsuko)
Il fato, la casualità, le coincidenze: sono questi gli elementi che legano i tre episodi in cui è diviso Wheel of Fortune and Fantasy. Tre episodi, come tre sono anche i protagonisti di ognuno di essi. Un numero più evidente nei primi due episodi, ma che ritorna anche nel terzo: Natsuko, Aya, e la donna del loro passato che non hanno mai dimenticato.
Le tre storie sono solo dei frammenti, ci raccontano solo una breve parte della vita dei protagonisti, il momento in cui le loro strade si sono incrociate. Non sappiamo molto di quello che accade loro al di fuori della vicenda raccontata, e questo forse contribuisce a creare un’aura quasi di magia, di unicità, intorno alle loro vicende.