NipPop

A-tipica Uchida: dal Giappone a NipPop 2018

13 Aprile 2018
Federico Camizzi

 


Ripercorriamo la storia della prima importante ospite di NipPop 2018: Uchida Shungicu, artista caleidoscopica che fin dal suo debutto come mangaka si è posta ai limiti del mainstream indagando con un punto di vista attento e originale le diverse dimensioni della quotidianità.

Uchida Shungicu (内田春菊), classe 1959, è un’artista che nel corso della sua lunga carriera si è cimentata, sempre con successo, nei più svariati campi dell’industria culturale giapponese: è cantante e attrice, scrittrice e mangaka, regista e sceneggiatrice.

Purtroppo in Italia è ancora poco conosciuta e la maggior parte dei suoi lavori sono al momento inediti, anche se un passo avanti in questa direzione è stato fatto recentemente da Coconino Press che in occasione del Romics 2018, oltre alla partecipazione di Uchida Shungicu a NipPop 2018 i prossimi 18-19-20 maggio, ha annunciato la nuova collana Doku dedicata ai manga, in cui figura anche l’opera di maggiore successo della mangaka ovvero La fidanzata di Minami (Minami-kun no koibito 南くんの恋人), nella traduzione di Paolo La Marca.

La fidanzata di Minami, inizialmente serializzato sulla rivista Garo Magazine a partire dal 1986, racconta la storia di Horikiri Chiyomi, una ragazza simpatica e affabile, e Susumu Minami, amico d’infanzia di Chiyomi con la quale, però, da un po’ di tempo ha perso i contatti. Dopo una lite coi genitori, Chiyomi scappa di casa ed esprime il desiderio di ritornare bambina: magicamente la sua statura si riduce a quella di una bambola. La prima persona a vedere Chiyomi in questa forma rimpicciolita è Minami, che la porta a casa con sé. I due ben presto si innamorano ma dovranno affrontare insieme una serie di problemi e imprevisti.

L’opera, apparentemente rivolta a un pubblico giovane, tratta in realtà tematiche profondamente adulte come l’aborto e il senso di abbandono, viste dalla prospettiva di chi le ha vissute in prima persona. Difatti, come in molte opere di Uchida, anche qui l’elemento finzionale e l’elemento autobiografico si mescolano dando credibilità ed emotività al tutto.

E che La fidanzata di Minami non sia un prodotto del tutto leggero lo suggerisce anche la sua storia: nasce, come già detto, in seno alla rivista Garo Magazine dove si delinea il genere gekiga, il manga alternativo per antonomasia, che ha sicuramente influenzato le opere di Uchida Shungicu sia nei temi sia nel disegno.

Nonostante non appartenga a un genere commerciale La fidanzata di Minami è diventato un manga di grande successo in Giappone, successo che dura da più di 30 anni e ha ispirato la produzione di 3 diversi dorama, l’ultimo dei quali risale al 2015 ed è disponibile anche nel catalogo di Netflix Italia.

La matrice autobiografica e la voglia di indagare con spirito critico e sguardo disilluso la quotidianità sono presenti anche nelle altre due grandi opere di Uchida: Watashitachi wa hanshoku shite iru 私たちは繁殖している (Noi ci riproduciamo, 1994) e Father Fucker (1993).

La prima è una raccolta di manga che racconta in modo schietto e senza nessuna idealizzazione il percorso che porta dalla gravidanza alla crescita di un figlio illegittimo. Ispirandosi alla propria storia personale Uchida riesce a scardinare tutti i luoghi comuni sulla gestazione, troppo spesso romanticizzata.

Il secondo, invece, è un romanzo (pubblicato in Italia nel 2003 da Marsilio) che parla della brutale storia di Shizuku, adolescente costretta ad abortire dal patrigno che inizierà a punirla stuprandola ripetutamente, con il tacito consenso della madre. Il modo crudo con cui Uchida ripercorre la (sua) storia, soffermandosi nelle descrizioni del padre violento, della madre complice e della vittima impotente, mette in luce come, spesso, in ciò che sembra ordinario si annida il disumano. Anche in quest’opera, partendo dal proprio vissuto, dimostra di essere in grado di analizzare in profondità l’ampio spettro del quotidiano senza fermarsi in superficie e assecondare gli stereotipi. Dal libro è stato tratto un film, The Girl of Silence (1995).

Ma queste sono solo alcune delle opere che hanno reso Uchida Shungicu così famosa in Giappone. In ambito cinematografico ricordiamo anche Vampire Girl vs Frankenstein Girl (Kyūketsu shōjo tai shōjo Furanken 吸血少女対少女フランケン, 2009), film gore tratto da un libro di Uchida che ironizza sulle subculture giapponesi (tra cui ganguro e lolita) e Omae no kaachan bitch! (お前の母ちゃんBitch! 2010), film diretto dalla stessa Uchida che racconta la storia di un giovane studente che instaura un rapporto amoroso con una donna sposata. Vanno menzionati anche i suoi ruoli da attrice in film quali Visitor Q (Bijitā Kyū ビジターQ, 2001), diretto da Miike Takashi o Face (Kao, 2000) diretto da Sakamoto Junji, e in ambito musicale il suo ultimo album Majo Fukkatsu (魔女復活, 2009).

Il punto di vista anticonvenzionale e originale con cui tratta temi delicati come quello del sesso e della gravidanza; il legame con il fumetto alternativo e non commerciale e il successo che ha riscosso in patria in tutti i settori in cui ha lavorato rendono dunque Uchida Shungicu un’ospite prestigiosa e perfettamente in linea con il tema di NipPop 2018.

 

 
 

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