Nel catalogo di Netflix è disponibile Kakegurui, il folle anime che mette in scena le pulsioni umane più profonde attraverso una storia di dipendenza e gioco d’azzardo estremo e sregolato.
«Se vinci è il paradiso, se perdi è l’inferno». Benvenuti all’istituto Hyakkao, liceo privato per studenti benestanti dove l’unica abilità che conta è quella nel gioco d’azzardo. La qualità della vita al suo interno dipende dalla propria posizione in una spietata gerarchia, che suddivide gli studenti dell’accademia in “esseri umani” e “animali domestici”. I primi sono quelli che ottengono i migliori risultati nel gioco e pagano ingenti somme di denaro al temuto Consiglio Studentesco; i secondi, meno fortunati, hanno perso il denaro e con esso la propria libertà, divenendo a tutti gli effetti schiavi e zimbelli della scuola. È questo il mondo in cui si svolge Kakegurui (賭ケグルイ, parola composta che significa approssimativamente “pazzo per il gioco d’azzardo”), seinen manga del 2014 scritto da Homura Kawamoto e disegnato da Tōru Naomura. Da esso sono stati tratti negli anni tre manga spin-off, un adattamento anime di 12 episodi e un dorama live-action, questi ultimi distribuiti in Italia da Netflix a partire da quest’anno.
Come nel manga originale, nell’anime la storia ci viene raccontata da Suzui Ryota, studente dell’Istituto Hyakkao surclassato al rango di “animale domestico” dopo essere stato sconfitto dalla popolarissima Mary Saotome e aver perso ogni privilegio. L’anime non perde tempo e ci precipita immediatamente nel vortice del gioco d’azzardo, tanto che al termine del primo episodio abbiamo già compreso la portata della posta in gioco e siamo tanto intrigati, quanto inquietati dai possibili risvolti della storia. Ma gli assurdi equilibri dell’accademia vengono messi alla prova dall’arrivo di una nuova studentessa, Yumeko Jabami. Bellissima, estremamente sensuale e all’apparenza timida e ingenua, Yumeko si rivelerà il maggior punto di forza dell’anime e la sua vera protagonista: un personaggio ambiguo e mefistofelico, a tratti dolce e innocua, a tratti diabolica e senza un briciolo di pietà, la ragazza sfiderà uno a uno gli intoccabili membri del potente Consiglio Studentesco e cambierà per sempre la vita dello sfortunato Ryota.
Si è parlato di sensualità, e non a caso: uno dei tratti distintivi di Kakegurui è l’onnipresente fan service. I personaggi, in particolar modo le studentesse, vengono infatti costantemente ipersessualizzati, con una carica di erotismo mai celato, anzi esibito a livelli estremi. Gli studenti dello Hyakkao sono totalmente assuefatti dalla dipendenza dal gioco d’azzardo, e il piacere che alcuni di loro provano durante le partite è di natura palesemente sessuale: l’esempio più calzante è offerto proprio da Yumeko, che viene colta da una frenesia incontrollabile ogni qualvolta le si presenti una sfida allettante o il gioco volga a suo favore. In queste scene gli occhi le si illuminano di un’inquietante luce rossa e guardare gli altri personaggi cadere inesorabilmente nella sua trappola provoca nello spettatore stesso una sorta di piacere proibito, che lo tiene incollato allo schermo. Yumeko Jabami, ancora più dei suoi comprimari, incarna la quintessenza della giocatrice d’azzardo compulsiva, una kakegurui senza paura, follemente innamorata del concetto di azzardo in sé e del rischio a esso legato. E proprio come la carta del Matto nei tarocchi, la sua presenza può ribaltare l’andamento della partita, quella concreta che si gioca di volta in volta sui tavoli dell’accademia e quella metaforica dei membri del Consiglio Studentesco, che vede in palio la vita degli studenti come fossero pedine sacrificabili.
La tematica del gioco d’azzardo, un terreno molto delicato e affatto semplice e scontato – non a caso l’anime è VM14 -, diventa allora un mezzo efficace per sviscerare le pulsioni più profonde dei personaggi: tra sfide agguerrite e gesti eclatanti degni delle migliori partite di Yu-Gi-Oh!, di episodio in episodio l’anime mette sul tavolo la psicologia di tutti, ognuno con la propria particolare fissazione, ognuno con il proprio grado di follia. Attraverso queste dinamiche viene esplorato anche il tema della dipendenza, dal gioco stesso, ma anche dagli altri. Alcuni personaggi sono letteralmente sottomessi, schiacciati dalla gerarchia, e il gioco rappresenta per loro al contempo una via verso l’emancipazione e una catena che può renderli ancora più dipendenti e schiavizzati, in un circolo vizioso da cui è quasi impossibile uscire.
Menzione a parte merita la grafica dell’adattamento anime, accattivante e curatissima, che dà quasi dipendenza. Kakegurui è anche, e soprattutto, un piacere per gli occhi, e gioca con la bellezza in modi sorprendenti: volti inizialmente bellissimi risultano spesso deformati da espressioni agghiaccianti e grottesche nelle scene più concitate, trasmettendo tutto l’orrore e l’ossessione che perseguita i protagonisti.
Kakegurui è un prodotto non per tutti: estremo, sadico e inquietante, sa tuttavia essere anche incredibilmente divertente. La ripetitività della struttura “a sfide”, riproposta in ogni singolo episodio, è a scapito dello sviluppo della trama, ma a compensare ci pensano la grafica curata, una colonna sonora coinvolgente e una protagonista dal carisma infinito, che vi travolgerà con il suo comportamento imprevedibile. L’anime è già stato rinnovato per una seconda stagione, per cui sentiremo ancora parlare dell’Istituto Hyakkao e dei suoi folli studenti. I più sensibili si astengano dalla visione!
«Saresti così gentile da pagare il tuo debito?»
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