Opera che ha ricevuto le critiche più discordanti e i giudizi più vari, Guilty Crown (Giruti Kuraun ギルティクラウン) è una serie anime prodotta nel 2011 dalla Production I.G. e composta da 22 episodi.
La storia prende vita nella Tōkyō del 2039, a cui fa da contorno un Giappone indebolito da una tragedia avvenuta la vigilia di Natale del 2029, da tutti ricordata come Lost Christmas. Sono infatti passati dieci anni da quando l’intero paese è stato gettato nel panico più totale da una dilagante e sconosciuta pandemia virale, denominata Virus Apocalypse.
Il Giappone ha pagato con la propria indipendenza il prezzo dell’ordine ristabilito da un’organizzazione internazionale, nota come GHQ. Dopo aver preso le redini del comando sotto legge marziale, la società continua ad approfittarsi della situazione nei modi più svariati, arrivando anche a giustiziare civili sul momento, dopo averli classificati come infetti.
Il protagonista è Ōma Shu, studente asociale di diciassette anni, che rimane coinvolto in una ribellione contro la GHQ dopo essere entrato casualmente in contatto con Yuzuriha Inori, cantante di un gruppo chiamato Egoist, di cui è un fan. Inori si rivelerà essere un membro in fuga degli Undertaker, gruppo terroristico che mira all’indipendenza del Giappone. Una volta entrato in contatto con questo gruppo, Shu si rivelerà in possesso di una capacità speciale, il “Potere dei Re”, che gli consente di estrarre armi, chiamate Void, dal corpo delle persone. I Void cambiano in forma e aspetto in base all’ego delle persone a cui sono legate e, più stretto sarà il rapporto con una persona, migliore sarà la sua padronanza del Void.
Nonostante l’indole poco temeraria, Shu deciderà di unirsi al gruppo e di fare almeno per una volta qualcosa che non sia da lui.
Tama ni wa, jibun rashiku nai koto wo yare! – たまには、自分らしくない事をやれ!
La produzione presenta diversi punti di forza: una grafica accurata, colori vivaci, soundtrack e sigle molto convincenti. Un buon livello di character design si mantiene nel corso di tutta la serie. Niente da dire quindi sul comparto visivo.
Diversamente per quanto riguarda la trama. Si tratta di una serie che non ammette vie di mezzo: o la si ama o la si trova noiosa. Ritroviamo alcuni cliché nel carattere dei personaggi: Inori è la “ragazza arma”, che infonde coraggio in colui che la usa, ma grazie al quale vive esperienze prima mai vissute; Shu è il tipico e normalissimo diciassettenne, che scopre in sé poteri speciali che lo rendono unico, nonché l’eroe dell’intera saga. Non faccio spoiler se vi rivelo l’affetto che sboccerà tra i due.
Apprezzabile ugualmente? A mio parere assolutamente sì. Data la molteplicità di opere offerte dal mondo dell’animazione, è quasi impossibile non fare collegamenti con storie già esistenti e l’originalità può risiedere anche altrove. Guilty Crown è senza dubbio godibile per un pubblico senza pretese esagerate, oltre a essere ricca di azione e di suspense. Se la prima parte può risultare più lenta, la seconda vi terrà col fiato sospeso.
Per quanto riguarda il finale, qualcuno lo ha definito deludente, qualcun altro magistrale. A voi il verdetto.