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NipPop @FEFF20: The Blood of Wolves
Sullo sfondo di una Hiroshima fine anni '80, dilaniata da bande di gangsters rivali, il mistero di un contabile scomparso nel nulla rischia di riaccendere una faida che sembrava chiusa anni prima.
Sullo sfondo di una Hiroshima fine anni '80, dilaniata da bande di gangsters rivali, il mistero di un contabile scomparso nel nulla rischia di riaccendere una faida che sembrava chiusa anni prima.
Lo staff di NipPop in trasferta al FEFF20, ha incontrato il regista Yoshida Daihachi. Dopo una carriera ventennale nel mondo degli spot per la tv e dei video musicali, realizza il suo primo lungometraggio nel 2007, la commedia Funuke Show Some Love, You Losers! Selezionato alla Settimana della Critica di Cannes, oltre che dal FEFF10 di Udine, segna l’inizio di una nuova fase e di un successo ininterrotto che prosegue nel 2012 con The Kirishima Thing, e poi nel 2014 con Pale Moon, insignito di una lunga lista di premi.
Un romanzo di formazione dai toni autobiografici, una storia di abusi e violenza, ma anche di libertà e ribellione di fronte alle menzogne che spesso ci raccontano o che raccontiamo a noi stessi. Father Fucker (trad. it. di Maria Gioia Vienna) è l’opera con cui Uchida Shungicu esordisce nel mondo della letteratura confermando non solo la propria poliedricità come autrice, ma anche la capacità di trattare, in modo diretto, temi impegnativi, senza perdere il taglio ironico e distaccato che la contraddistingue.
Sabrina Baracetti, direttrice del Far East Film Festival di Udine, incontra lo staff di NipPop per parlare della 20esima edizione della rassegna dedicata al cinema popolare d’Asia. Un’edizione che celebra il passato e guarda al futuro.
Cos’è più importante? La propria vita o l’arte? Una troupe cinematografica si reca in una fabbrica abbandonata per girare un film piuttosto insolito. È questa la premessa di One Cut of the Dead (Kamera wo tomeruna カメラを止めるな), di Ueda Shinichirō che abbiamo visto per voi al FEFF20!
Una pacifica cittadina di mare, sei ex-detenuti, uno zelante impiegato comunale e un insolito mostro protettore: questi gli ingredienti del nuovo film di Yoshida Daihachi che abbiamo visto per voi al FEFF20 in anteprima per l’Europa.
Tratto da un romanzo autobiografico e diretto da Zeze Takahisa, The 8-Year Engagement (8-nengoshi no hanayome: kiseki no jitsuwa 8年越しの花嫁: 奇跡の実話) racconta la difficile storia di malattia e guarigione di Mai e Hisashi, legati da un promessa scambiata sotto le stelle.
La realtà del crossdressing, travestitismo del genere opposto, vista attraverso lo specchio dei media giapponesi. Chi pratica crossdressing vive una realtà di pregiudizi e ingiustizie in Giappone. In una società ancora basata sulle apparenze, compito della televisione diventa quello di mostrare la realtà che si nasconde dietro i preconcetti e, attraverso il dramma o la comicità, tentare di spezzarli.
NipPop alla ventesima edizione del Far East Film Festival ha incontrato Ryūichi Hiroki, il regista di Side Job. Hiroki, classe 1955, dopo un esordio nell’industria dei pinku eiga, nel 1994 ottiene la notorietà a livello internazionale con 800 Two Lap Runners. Da allora alterna lavori commerciali (come Kabukicho Love Hotel, presentato al FEFF2015) a progetti più personali, come appunto Side Job (2017), incluso da Kinema Junpo nella classifica dei migliori dieci film dell’anno.
A sette anni di distanza dal grande terremoto che nel 2011 ha sconvolto il Tōhoku, per la prima volta un regista originario di Fukushima, Hiroki Ryūichi, racconta le storie di chi è rimasto. Nonostante il dolore.