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L’omofobia in Italia si combatte col manga: “It’s OK” firmato Renbooks

Quando si parla di omofobia in Italia? Sezioni politica e cronaca nera. Un quattordicenne gay e suicida alza il polverone mediatico necessario: è subito guerra tra chi vuole la legge sull’omofobia, chi vuole diritti come il matrimonio e l’adozione e chi invece non ne vuole sapere di concedere alcunché di tutto questo. Il bullismo è una piaga che colpisce da sempre la minoranza, la diversità e il bersaglio del momento, quello da prendere di mira perché va di moda così, non è più un nero, un ebreo o un immigrato, ma semplicemente una persona che ama in modo diverso dal “normale” eterosessuale. Il progetto It’s OK della casa editrice Renbooks, dedicata dalla nascita a pubblicazioni esclusivamente GLBTQI, nasce proprio in questo contesto.

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Dazai X Furuya: il restyling manga di Lo squalificato

Nel 2009, per il centenario della nascita dello scrittore Dazai Osamu (1909-1948), in Giappone c'è stato un vero e proprio revival dell'autore. Il suo testo più noto, Ningen Shikkaku (人間失格, 1948 Lo squalificato), è tra tutte l'opera che ha ricevuto maggiore attenzione mediatica grazie ai tanti remake dedicati a un pubblico molto vasto: cinema d'autore (Ningen Shikkaku – The Fallen Angel, 2010), un progetto anime ambizioso ( Aoi Bungaku) e ovviamente anche alcuni manga. La versione a fumetti più interessante, con e nonostante i suoi limiti, è sicuramente quella di Furuya Usamaru, autore famoso in Italia per 51 Modi per salvarla e Genkaku Picasso. Ningen Shikkaku di Furuya Usamaru non è semplicemente una trasposizione, ma una vera reinterpretazione personale del famoso romanzo del 1948, ripreso in tutti i suoi elementi ed ambientato ai giorni nostri. Un mangaka naviga su internet alla ricerca di idee per una nuova opera. Incappato in un sito chiamato Ningen Shikkaku, lo apre e trova un lungo testo autobiografico. Ōba Yōzō è un ragazzo di famiglia altolocata che ha un rapporto controverso nei confronti del padre autoritario. Le buffonate e l'ipocrisia sono gli unici modi in cui Yōzō sente di potersi relazionare con gli altri esseri umani.

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‘Dōjinshi intention’: riflessioni sulla nascita di un fenomeno

  1. Generazione otaku Chi sono gli autori del dōjinshi? Da cosa nasce l’intenzione di creare un prodotto considerato, al di fuori delle comunità di nicchia, un “surrogato” di scarsa rilevanza, nonché deviante, del manga?  Sharon Kinsella, docente all’Università di Manchester, specializzata in Japanese visual culture, culture giovanili, culture femminili, nonché cultura dell’industria, del discorso sociologico e dei cambiamenti della politica e del governo nel Giappone contemporaneo, fra gli anni novanta e duemila si è impegnata approfonditamente nella ricerca interdisciplinare e interculturale sul manga, sulla subcultura otaku [2], sui media e sul movimento del manga amatoriale.

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