La kitsune è sicuramente uno degli yōkai più conosciuti dagli amanti del Giappone all'estero.
狐(kitsune) in Giapponese significa semplicemente “volpe”, indicando quindi sia il semplice animale scevro da ogni potere sovrannaturale che lo yōkai protagonista di innumerevoli racconti del folklore. Kyūbi, il protagonista di questo articolo, non è altro che una variante della kitsune nota con il nome di kyūbi no kitsune九尾の狐, letteralmente “volpe con nove code”, ed è forse la versione più conosciuta di questo spiritello, grazie anche ad altri anime già noti in occidente, come Naruto, Digimon o lo stesso Pokemon.
La kitsune quindi ha l'aspetto di una normalissima volpe, se non fosse che se ne distingue per un'elevata intelligenza e vari poteri magici, tra cui quello di creare palle di fuoco note col nome di kitsunebi 狐火 e quello di cambiare aspetto. Quest'ultima è una delle sue abilità più spesso menzionate nelle storie antiche, dove si diceva che le volpi ingannassero gli uomini assumendo l'aspetto di donne belle e giovani. Alcune varianti di questi racconti, invece, vedono le kitsune impossessarsi delle loro vittime, senza necessariamente trasformarsi in esse: questo fenomeno è noto col nome di kitsunetsuki 狐憑き. A oggi il kitsunetsuki viene considerato una vera e propria malattia psichiatrica, le cui origini risalgono al periodo Heian. Nata come diagnosi per qualsiasi instabilità mentale, oggi designa una particolare condizione in cui il malato è convinto di essere posseduto da una kitsune.
Non tutte le kitsune però vengono per nuocere. Nella cultura popolare, infatti, sono associate anche alla divinità dell'agricoltura e della fertilità Inari in qualità di sue servitrici. Queste volpi, spesso raffigurate di un bianco splendente, hanno il compito di proteggere non solo la divinità, ma anche il tempio e gli abitanti della zona.