Cosa succederebbe se il matrimonio diventasse un contratto di lavoro in cui le donne vengono retribuite mensilmente per pulire, cucinare e tenere in ordine la casa? Un rapporto matrimoniale di questo tipo, anticonvenzionale e fuori dal comune, è al centro di un dorama divertente e riflessivo, The full-time wife escapist.
The full-time wife escapist (Nigeru wa Haji da ga Yaku ni Tatsu 逃げるは恥だが役に立つ, “Scappare è vergognoso, ma utile”) è una commedia romantica di undici episodi, trasmessa dalla rete televisiva TBS nella fascia serale del martedì da ottobre a dicembre 2016. La storia si basa sulla serie manga omonima di Tsunami Umino, pubblicata sulla rivista mensile Kiss dal novembre 2012, mentre la sceneggiatura è opera di Nogi Akiko, il cui nome è legato a vari titoli di successo.
“Scappare è vergognoso, ma utile…se serve per continuare a vivere”. Queste le parole che Hiramasa Tsuzaki (Gen Hoshino), impiegato in un’azienda informatica, cervellone, impacciato e single praticamente da sempre, rivolge a Mikuri Moriyama (Yui Aragaki), giovane dalle mille risorse, esuberante e creativa, ma complessata perché non riesce a trovare un impiego. La strana idea di contrarre un matrimonio non fondato su amore e sentimento, bensì su un rapporto meramente lavorativo e utilitaristico, nasce dalla forte necessità di Mikuri di sentirsi appagata guadagnandosi da vivere, e di Hiramasa di avere qualcuno che si occupi delle mansioni domestiche. Convivendo sotto lo stesso tetto, condividendo nuove esperienze, sperimentando nuove sensazioni, come evolverà il loro rapporto? Una convivenza atipica che si colorerà di infinite emozioni, tra abbracci, sorrisi, cenette gustose, piccole bugie, malintesi e gelosie.
La storia è costellata di una molteplicità di personalità differenti che delineano dei tipi sociali, rendendo la serie un autentico ritratto della società giapponese contemporanea, tormentata da una varietà di problematiche sempre più evidenti: la disoccupazione giovanile, la riduzione del personale specializzato all’interno delle aziende, la convivenza delle giovani coppie non sposate legalmente, la perdita della verginità o il matrimonio in età matura. Hiramasa è ad esempio il prototipo dell’uomo “erbivoro” (in giapponese sōshokukei-danshi 草食系男子), espressione usata per identificare una tipologia di uomo che, per disinteresse o timidezza, fugge da qualsiasi forma di relazione con l’altro sesso. Parallelamente a questo tratto sociale particolarmente marcato della sua personalità, Hiramasa si delinea come una figura maschile flessibile e di aperte vedute, arrivando persino a dare una mano in casa e a collaborare alle mansioni domestiche.
Anche il personaggio di Mikuri è particolarmente interessante e di spessore. Sebbene inizialmente possa apparire come una giovane disposta a rinunciare alle sue aspirazioni personali scegliendo di fare la casalinga e di svolgere il ruolo di moglie sorridente e ubbidiente, incarna in realtà un modello femminile che intende realizzarsi in quanto individuo sociale, interrogandosi sul valore economico e umano che può essere associato al lavoro svolto tra le mura domestiche, così come sulla possibilità che ha ogni donna di essere economicamente autonoma rispetto al marito. Tratto che la ragazza condivide con la zia sessantenne Yuriko, donna in carriera di successo che ha anteposto il lavoro al matrimonio. Ancora una volta emerge una questione sociale di grande importanza, quella in cui la donna si trova costretta a scegliere tra una vita dedita alla famiglia, oppure una vita consacrata alla carriera lavorativa.
Tra sorrisi e lacrime, un dorama che propone un’attenta riflessione sul significato sociale del matrimonio e del lavoro, e sul valore delle relazioni umane, poiché aprirsi nei confronti dell’altro significa anche imparare a capire qualcosa in più di se stessi.