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Ajin: chi è davvero umano?

10 Maggio 2016
Lorenzo Sean Riccò

Ajin – Demi Human (亜人 Ajin) è un manga di tipologia seinen di Gamon Sakurai tutt’ora in corso. Il manga esce in Giappone nel 2012, mentre in Italia dovremo attendere il 2015. Nel gennaio del 2016 è stato dato il via per la realizzazione di un anime omonimo in 13 puntate (anche questo tutt’ora in corso).

La scena iniziale è ambientata in Africa. Un gruppo di soldati improvvisati combatte in una città in fiamme contro un nemico dalla potenza inumana. La situazione appare disperata fino a quando alcuni soldati riescono a sedarlo e quindi a fermarlo. Sembra che costui non muoia quando viene colpito e che si rialzi sempre dopo ogni pallottola. La storia quindi si sposta nel Giappone di tutti i giorni. Il protagonista principale è Nagai Kei, studente particolarmente brillante che, nonostante la cerchia di falsi amici con i quali è solito uscire, sembra avere una vita tranquilla e agiata. La sorella è in ospedale in riabilitazione per via di alcuni problemi di memoria, mentre la madre sembra essere in uno stato di depressione non meglio precisato. Il mondo fin qui presentatoci, in CGI, è quindi cupo. Tetro e popolato di maschere più o meno evidenti. Dopo pochi minuti, in una delle tipiche aule giapponesi si svolge una lezione sugli “Ajin”. Esseri immortali dotati di poteri ancora non ben definiti. Sono del tutto uguali agli esseri umani fino a quando non “muoiono” la prima volta. Per esempio, se un furgone vi centrasse in pieno e voi foste degli Ajin, vi rialzereste sani come prima dopo pochi secondi. Ed è esattamente questo che succede a Nagai Kei al ritorno da scuola. Centrato da un furgone davanti agli occhi dei suoi amici, si rialza come se niente fosse per poi rendersi conto di cosa è realmente successo. Lui sapeva dell’esistenza di 46 Ajin nel mondo. Ora, con lui, sono diventati 47. Shockato e sconvolto dalla scoperta, scappa. Scappa in quanto è sicuro di una sola cosa. Nessuno considera gli Ajin umani. Sono solo cavie da laboratorio. Sarà il suo amico d’infanzia Kai ad aiutarlo nella fuga verso una zona più sicura dove potranno pensare al da farsi.

Storia nuda e cruda. Lo splatter non manca, così come le incursioni più introspettive ed emotive nell’interiorità dei vari personaggi. Un vero seinen insomma. Le tematiche via via affrontate sono la fiducia nel genere umano, la bontà di fondo che dovrebbe (forse?) celarsi in ognuno di noi e l’accettazione del diverso. Un diverso che fa paura perché in questo caso abbatte l’unica certezza del genere umano: quella della morte. Un diverso che, se sfruttato a dovere, potrebbe permetterci di sconfiggere anche la nostra più grande paura. Tema quest’ultimo a cui si intreccia ovviamente la riflessione etica. Ajin ci regala un mondo più vicino all’horror che alla Sci-fi, tuttavia riprende tematiche care più al secondo genere che al primo. Un manga/anime degno di nota per la potenza del suo messaggio non si può certo definire un’opera “di puro divertimento”. Consigliato sia agli amanti dello splatter sia a chi vuole guardare l’essere umano con occhio critico. Un occhio al quale l’umanità si rivela tutto fuorché umana.

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