Inaugura il 23 luglio nella Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano Takashi Murakami. Il ciclo di Arhat, una mostra a cura di Francesco Bonami dedicata ad uno dei più famosi artisti giapponesi nel panorama dell'arte contemporanea, e creatore dell’estetica superflat.
Fino al 7 settembre, sarà possibile ammirare, assieme a due sue sculture, anche un recente ciclo di opere ispirato al disastro nucleare di Fukushima. Inoltre, in anteprima europea, sarà proiettato il primo film di Murakami, Mememe no kurage (Jellyfish Eyes), presentato in prima visione assoluta lo scorso 8 aprile al Los Angeles Contemporary Art Museum.
Opera che ha suscitato reazioni molto eterogenee fra i critici, Jellyfish Eyes racconta la storia del giovane Masashi che, in seguito ad un non meglio specificato disastro ambientale, si trasferisce con la mamma in una pacifica cittadina della campagna giapponese. Un giorno, al ritorno da scuola, incontra all'improvviso una strana creatura: una medusa volante di nome Kurage-bo, con la quale instaura da subito un rapporto di sincera amicizia. Grazie a questo incontro, Masashi scopre che ogni ragazzo della piccola cittadina alleva uno di questi bizzarri esseri soprannaturali – a metà fra gli yōkai della tradizione e i protagonisti degli anime -, i F.R.I.E.N.D., invisibili agli adulti e comandabili attraverso un dispositivo elettronico. Ma allo spettatore appare presto chiaro che queste creature dall'aspetto così apparentemente kawaii nascondono in realtà una pericolosa e inquietante minaccia…
L'opera costituisce per Murakami un'occasione per offrire, come recita il trailer e come lo stesso artista ha dichiarato in un'intervista, una metafora del Giappone all'indomani del disastro nucleare di Fukushima, e per decostruire quell'ideale mitico di sicurezza assoluta del quale, per citare ancora il promo, il governo vuole convincere i cittadini giapponesi.
Inoltre, il film si avvale delle più avanzate tecnologie digitali per portare sullo schermo le creature disegnate da Murakami, i F.R.I.E.N.D; e questi personaggi incarnano appieno il marchio di fabbrica dell'estetica dell'artista stesso, oltre a sottolineare la sua intenzione di servirsi del lavoro di diversi esperti nel campo della computer graphic per completare e arricchire la sua opera d'arte. Opera che diventa quindi la risultante di una pluralità di esperienze e professionalità differenti, ognuna delle quali tanto importante quanto le altre per creare un prodotto che, nelle intenzioni di Murakami, riesca a sincretizzare temi e figure della tradizione culturale giapponese con i movimenti, e i problemi, della civiltà globale contemporanea.
(Un'ultima curiosità, a proposito di animazioni digitali: il tema musicale del film, Last Night, Good Night, è cantato da Hatsune Miku!)
Takashi Murakami. Il ciclo di Arhat
23 luglio – 30 settembre 2014
Sala delle Cariatidi, Palazzo Reale, Milano
A cura di Francesco Bonami
Fonti:
http://www.artribune.com/2014/04/takashi-murakami-on-screen-storia-di-un-bambino-e-del-suo-amico-volante/
http://lettura.corriere.it/la-medusa-volantedi-takashi-murakami/
http://milano.zero.eu/2014/07/23/takashi-murakami/
http://milano.mentelocale.it/59963-milano-takashi-murakami-mostra-milano/
http://blogs.wsj.com/scene/2013/12/04/takashi-murakamis-monster-movie-gives-children-a-reality-check/