Come un fulmine a ciel sereno è stato annunciato il ritorno di una delle serie J-Horror più iconiche, Juon! Sotto l’egida di Netflix, che la distribuirà nel corso dell’estate, il regista Miyake Shō ha girato la prima stagione di Juon: Origins, che si preannuncia un ritorno alle origini della serie.
Fra i franchise che hanno contribuito a rendere il J-Horror uno dei filoni cinematografici più apprezzati all’inizio del ventunesimo secolo, figura Juon, noto all’estero anche come The Grudge, nome poi utilizzato negli adattamenti americani usciti a partire dal 2004. Se Ringu di Nakata Hideo e i suoi sequel hanno conquistato gli appassionati dell’horror di tutto il mondo grazie ad accorte intuizioni visive, ben rappresentate dall’iconico personaggio di Sadako/Samara, e ad avvincenti trame thriller (come risulta particolarmente evidente nel remake americano di Gore Verbinski), Juon di Shimizu Takashi si è affidato soprattutto al fascino da leggenda metropolitana della maledizione che si diffonde come un virus al centro della serie. Di conseguenza la manifestazione degli onryō sarebbe secondo alcuni una metafora del virale V-Cinema di cui i primi film di Juon sono un ottimo esempio, così come delle leggende metropolitane che si diffondono di bocca in bocca, cambiando sempre un po’ forma, come è accaduto ai vari capitoli del franchise.
Questo pareva essere giunto al capitolo conclusivo quattro anni fa, col farsesco crossover Sadako vs. Kayako, ma nel 2020 qualcuno oltreoceano ha deciso di dargli un seguito, prima col reboot The Grudge di Nicolas Pesce e poi con l’appena annunciato ritorno alle cupe e violente radici nipponiche in un innovativo formato seriale. Il progetto di Netflix, in uscita in estate, pare sia ispirato a fatti di cronaca nera realmente avvenuti, talmente violenti da non essere in alcun modo rappresentabili nella televisione giapponese, stando a quanto affermato dal produttore. Alla regia della serie, della quale è stata per ora annunciata una stagione di sei episodi, c’è Miyake Shō, al momento noto soprattutto per il dramma sentimentale Kimi no tori wa utaeru del 2018. La scelta può sembrare singolare ma è perfettamente coerente con le scelte produttive a volte ardite di Netflix e pare sia stata giustificata dal produttore rimarcando la dimensione tragica delle vicende di questo peculiare prequel, da cui la necessità di un regista esperto di cinema drammatico piuttosto che di horror puro.
Le poche informazioni trapelate riguardo alla trama fanno supporre che la narrazione si concentri sugli eventi avvenuti nella casa infestata da Kayako nel corso di più decenni, sviluppandosi attorno all’incontro fra i personaggi di Yasuo e Haruka. Questi sono interpretati rispettivamente da Arakawa Yoshiyoshi, già apprezzato in Zenzen daijōbu di Fujita Yosuke e in Kagi dorobō no mesoddo di Uchida Kenji, e da Kuroshima Yuina, la quale ha già preso parte a un film della serie, interpretando Yayoi in Juon: owari no hajimari. I due protagonisti sono uno studioso di fenomeni paranormali e una giovane tarento, il cui appartamento sembra essere visitato ogni notte da strane presenze. L’incontro fra i due dà il via all’escalation della maledizione al centro della trama. Juon: Origins ha tutte le carte in regola per aggiungersi alla schiera di eccellenti dorama prodotti e distribuiti da Netflix nel corso degli anni, pertanto tutti i fan del J-Horror farebbero bene a prepararsi a nuovi salti sulla sedia quest’estate, grazie al ritorno della saga regina del genere.
Fonte: MOSHI MOSHI NIPPON