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Giochi di luce: il Giappone si accende di scintille

2 Luglio 2018
Giulia Miglietti

 


Nel cuore dell’estate giapponese, il cielo notturno diventa iridescente grazie agli spettacolari spettacoli pirotecnici.

Ritenuti a lungo capaci di allontanare gli spiriti, i fuochi d’artificio sono ormai una parte fondamentale della cultura nipponica. Sono loro i protagonisti dei festival d’estate in tutto il paese e, proprio come la fioritura dei ciliegi, attirano milioni di persone, pronte ad ammirarli.

Nascono nel periodo Edo (1603-1868), quando la polvere da sparo era già stata introdotta nel paese da oltre un secolo, e la leggenda vuole che il primo spettacolo di fuochi di artificio si sia tenuto a Tokyo, lungo le rive del fiume Sumida nel 1733. All’epoca le sanguinose battaglie che avevano per secoli lacerato il paese per concludersi con la vittoria della famiglia Tokugawa erano ormai un ricordo, e – complice la lunga pace – la nuova cultura che privilegiava i piaceri della vita rispetto alle armi era all’apice. In questo contesto, la polvere da sparo trova altri utilizzi, e le botteghe degli armaioli si convertono in laboratori artigiani che la trasformano in meravigliosi fuochi d’artificio.

Le due più antiche erano rivali: Tamaya e Kagiya si sfidavano a colpi di sfavillio e colori per ottenere il titolo di vincitori del festival di Sumida, una tradizione della quale ancora oggi si conservano le tracce.

Perchè dal periodo Edo, ogni anno, persone da tutto il Giappone – e oggi da tutto il mondo – si radunano sulle sponde del fiume per ammirare il cielo attraversato da luci multicolori. E come dargli torto? È un bellissimo spettacolo.

 
 
 

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