Sono stati finalmente annunciati i vincitori del Premio culturale Tezuka Osamu, il più prestigioso concorso per manga. In questa edizione si sono privilegiati fumettisti poco celebrati e dalla scrittura molto originale, dalla vincitrice del Grand Prize Takahama Kan, al vincitore per il miglior fumetto breve Wayama Yama, passando per il miglior esordiente Tajima Rettō. Il celebrativo Special Prize è invece andato alla leggendaria mangaka Hasegawa Machiko.
Fra i molti mangaka che hanno contribuito a fare del fumetto un’arte con caratteristiche proprie riconosciute e un indubbio status culturale il primo nome a venire in mente è quello di Tezuka Osamu, non a caso spesso definito il “dio dei manga”. Il fumettista di Ōsaka ha gettato tra gli anni ’40 e ‘80 le basi estetiche e narrative di quello che sarebbe divenuto uno degli prodotti più noti della cultura pop giapponese, contribuendo alla nascita dello shōnen nel 1951 con Astro Boy e dello shōjo due anni dopo con La principessa Zaffiro. La sua centralità è ancor più indiscutibile se, oltre a queste (e molte altre) influentissime opere per ragazzi, si pensa a importanti manga per adulti come La storia dei tre Adolf e Budda, e al suo contributo agli esordi dell’animazione giapponese, proprio con l’adattamento di Astro Boy nel 1963. Non dovrebbe stupire quindi che l’editore Shūeisha abbia dedicato a Tezuka Osamu già nel 1971 un premio rivolto ai più promettenti mangaka esordienti.
Nel corso dei decenni il premio ha cambiato più volte forma, per trovare nel 1997 l’impostazione definitiva, sotto la direzione di uno dei principali quotidiani nipponici, l’Asahi Shinbun di Ōsaka. Fra i candidati della 24° edizione del Premio culturale Tezuka Osamu, annunciati come sempre a fine febbraio, figurano alcuni dei manga più apprezzati degli ultimi anni, come lo shōnen avventuroso Demon Slayer – Kimetsu no yaiba di Gotōge Koyoharu o l’ingegnoso incrocio fra spy story e slice of life Spy × Family di Endō Tatsuya. È stata quindi sorprendente per alcuni la vittoria del Grand Prize, il premio per il miglior manga, da parte della fumettista Takahama Kan con il da poco concluso Nyukusu no kakutō, che già ha ottenuto un premio d’eccellenza al Japan Media Arts Festival del 2017.
La mangaka era già stata candidata al premio nel 2016 con L’ultimo volo della farfalla e nel 2017 con SAD GiRL. Una sua particolarità sono i frequenti riferimenti alla cultura letteraria europea e nord-americana, culminati nell’adattamento de L’amante di Marguerite Duras, manga edito in Italia da Dynit. La stessa fascinazione per la grande stagione letteraria modernista e premodernista è presente anche in Nyukusu no kakutō, storia di un bizzarro negozio di souvenir nella Nagasaki del 1878 e della sua commessa Miyo, che grazie alle sue capacità psichiche riesce a vedere le vicende che gli articoli che vende hanno “vissuto”, e così esplorare realtà molto diverse dalla sua.
Il premio al miglior mangaka esordiente è andato a Tajima Rettō, autore di Mizu wa umi ni mukatte nagareru, un non convenzionale slice of life a tema scolastico in cui il giovane Naotatsu si trasferisce presso l’abitazione dello zio per poter frequentare una scuola diversa, finendo però trascinato in varie vicissitudini dall’eccentrico parente e dai suoi ancor più bizzarri coinquilini. Nonostante la breve carriera, Tajima non è nuovo a racconti in cui elementi fantasiosi, se non apertamente fantastici, si insinuano progressivamente in narrazioni quotidiane, come avviene nel suo altro manga Kodomo wa wakatte agenai, del quale è in produzione un adattamento live action. L’altro premio in palio, quello al miglior manga breve, è andato a Muchū sa, kimi ni del misterioso Wayama Yama. Il fumetto è una raccolta di varie strisce a tema shōnen ai parte della serie Ushiro no nikaidō, alla quale è stata aggiunta una storia di 30 pagine che funge da sequel della trama principale.
Lo Special Prize, assegnato quasi ogni anno a personalità o associazioni che hanno contribuito all’affermazione culturale del manga, è in questa occasione andato in forma postuma a Hasegawa Machiko. In onore del centenario della nascita della grande mangaka si è deciso di celebrare la sua opera più nota, Sazae-san, striscia comica che fin dal suo esordio nel 1946 ha tracciato le principali traiettorie tematiche dello slice of life. Nonostante la fumettista sia scomparsa da ben 28 anni questo premio testimonia l’importanza che ha avuto per il fumetto giapponese. Come Tezuka inoltre anche Hasegawa ha dato un fondamentale contributo alla storia dell’anime, dato che l’adattamento di Sazae-san si fregia del Guinness World Record come serie animata più longeva, in onda fin dal 1969. Di sicuro il premio a Hasegawa Machiko è una scelta originale per un premio nato per far risaltare i giovani mangaka più talentuosi.
Fonte: Anime News Network