È uno dei fenomeni più in voga degli ultimi tempi, sembra non trovare rivali neanche nelle console di ultima generazione. Ma perché il retrogaming ci piace così tanto?
Con Retrogaming si indica quel vivo interesse verso i videogiochi cosiddetti di “vecchia generazione”, di cui fanno parte quindi arcade e giochi per console che non si trovano più in commercio perché ormai soppiantate da loro eredi ben più moderne e aggiornate.
In casi come questi è la nostalgia a farla da padrone: sedersi a giocare a una partita di Pac-Man o Super Mario per NES non significa soltanto avere la libertà di continuare a giocare a uno dei giochi preferiti della nostra infanzia. L’esperienza che ne nasce è qualcosa che continua a rievocare in noi le emozioni della prima volta che abbiamo impugnato il controller della nostra console preferita.
Parlando per luoghi comuni, è per questo che le oggettive migliorie apportate negli anni ad alcune delle saghe più amate (si pensi a Final Fantasy o Pokemon), poco potranno contro il potere evocativo legato alle rispettive prime generazioni. E ovviamente il mercato dei videogiochi non resta fermo a guardare. Rimanendo sulla già citata saga di Pokemon, si pensi che la produzione di uno degli ultimi titoli è stata pesantemente influenzata da quanti ancora affezionati ai primi 151 mostri tascabili. X e Y, infatti, hanno introdotto un numero bassissimo di nuove creature (soltanto 72, il numero più basso mai introdotto in una nuova generazione), concentrandosi invece sulla possibilità di rivivere l’esperienza di gioco in compagnia dei mostriciattoli che ci hanno accompagnato durante Blu e Rosso.
Persino a livello di console, Nintendo non ha potuto esimersi dall’implementare la famiglia Nintendo 3DS e Wii U con Virtual Console. Grazie a questo feature è infatti possibile giocare a basso costo con titoli di vecchia data sulle piattaforme più recenti, pur mantenendo invariato il gameplay. Scaricando gratuitamente l’applicazione dal Nintendo Store, si potranno acquistare singolarmente i giochi a cui siamo interessati al costo di un paio di caffé.
Una delle influenze più interessanti che il femonemo retrogaming ha però avuto sul mercato attuale è quello che concerne la produzione e lo sviluppo di nuovi titoli. Alcuni dei prodotti più venduti, risentono infatti fortemente di questa situazione, portando quasi a un’involuzione delle dinamiche di gioco, che però soddisfa a pieno il pubblico fruitore.
Il caso più eclatante degli ultimi tempi è senza dubbio quello di Shovel Knight. Semplice platform nato senza troppe pretese dal lavoro di un gruppo indie di sviluppatori, si trova adesso ai vertici delle classifiche di vendita grazie alla suggestiva grafica 8-bit e a un gameplay che ricorda quello dei grandi classici di qualche anno fa.
Degno di menzione è anche Mighty Gunvolt, un altro platform 8-bit ideato per Nintendo 3DS dove il giocatore ha la possibilità di controllare personaggi di serie storiche come Azure Striker Gunvolt, Mighty No. 9 e Gal*Gun.
Non si può negare, quindi, che l’elemento che lega Virtual Console, Shovel Knight e Mighty Gunvolt non sia tanto l’idea di giocare a un prodotto che leghi il player a una trama sviluppata o a una grafica accattivante, quanto la sensazione di trovarsi in una macchina del tempo capace di darci per un attimo la possibilità di rivevere le stesse emozioni provate quando i videogiochi avevano ancora il profumo di qualcosa fantascientificamente lontano.