NipPop

Artificial Academy

5 Luglio 2018
Gioele Albertini

 


Artificial Academy (JP: Jinkō Gakuen) è una serie di videogiochi di simulazione erotica (eroge) sviluppati e distribuiti da Illusion, che comprende due titoli: il primo, che dà il nome alla serie, è uscito nel giugno 2011, mentre il secondo, Artificial Academy 2 (JP: Jinkō Gakuen 2) è uscito tre anni esatti dopo, giugno 2014.

La serie è uno spin-off della trilogia Artificial Girl, sempre sviluppata da Illusion, il cui ultimo titolo è uscito nel 2007, ed è ambientata in una scuola superiore, con tanto di club scolastici. Fin da subito il giocatore avrà molta libertà di scelta, essendo in grado di selezionare l’aula e il club che preferisce. Non solo, oltre all’avatar di gioco sarà anche possibile creare l’intera classe (maestro compreso) in cui si troverà il nostro protagonista. Si possono utilizzare i vari personaggi pre-impostati oppure li si può creare da zero nelle apposite impostazioni di gioco. Le possibilità sono quasi illimitate grazie all’elevato numero di opzioni. Nella creazione dei propri compagni di classe avrà molta importanza il carattere/personalità, perché definirà l’andamento delle relazioni con gli altri.

Già in questo primo momento possiamo capire la natura del gioco: infatti il personaggio, che andremo poi a personalizzare, è completamente svestito; anche nelle varie inquadrature di selezione e nell’elenco di classe, tutte le persone appariranno come mamma le ha fatte. Oltre a questo, sempre nelle impostazioni di modifica possiamo capire l’audience a cui il gioco è realmente indirizzato, siccome le caratteristiche femminili sono di gran lunga maggiori di quelle maschili.

Una volta impostate le basi, il gioco comincia, in maniera abbastanza semplice: ti alzi dal letto, ti prepari e vai a scuola. Una volta arrivato, siccome la campanella di inizio lezioni non è ancora suonata, puoi liberamente interagire con tutti gli studenti già presenti e muoverti per i corridoi, sempre inquadrato da una telecamera fissa. Ovviamente col tempo (e l’inizio delle lezioni) arriveranno più studenti.

La costruzione delle varie relazioni funziona come in una classica dating sim: incontri uno/a, ti presenti, gli/le parli; in seguito lo/la inviti a mangiare, studiare, allenarsi insieme. È chiaro che tutto questo dipende dal carattere dell’individuo impostato in precedenza: ad esempio, se ti interessa uno studente riservato, dovrai faticare di più per mettere in piedi una relazione seria. Una volta che il “corteggiamento” sarà andato in porto, si potrà passare a quello che è il fine ultimo del gioco: l’atto sessuale. Bisogna subito precisare che non è una clip che possiamo guardare oppure no; al contrario, è tutto interattivo: siamo noi a decidere, mediante appositi tasti, le varie posizioni e anche gli eventuali vestiti da togliere.

Proprio in questo momento “hot” si materializza nel gioco, davanti a noi, l’ibridismo. Mentre il predecessore Artificial Girl aveva solamente un avatar maschile che interagiva con NPC (non-playable characters) femminili, in Artificial Academy tutti possono mettersi con tutti. Oltre alla classica relazione etero, saranno possibili relazioni amorose (con eventuale amplesso) di avatar maschili e femminili con persone del loro stesso sesso. Queste preferenze omosessuali valgono anche nel caso il personaggio giocabile faccia da Cupido e metta insieme tra loro due NPC (pure questo è permesso).

In precedenza ho menzionato come l’atto sessuale sia il fine ultimo del gioco; in realtà non è del tutto vero. Esiste anche un’altra possibile conseguenza delle nostre “manipolazioni amorose”, ovvero l’omicidio (sì, avete letto bene). Infatti, se diventiamo amici di uno studente che si ingelosisce facilmente e/o particolarmente violento (la nota personalità yandere), c’è il rischio che un altro studente a noi caro venga trovato morto poco dopo, oppure che noi stessi ne subiamo le conseguenze. Questo è uno dei due casi in cui si ottiene un Game Over; l’altro è quando una ragazza rimane incinta, fatto che comporta l’espulsione.

Tenendo conto di tutto ciò, io personalmente definirei i due giochi della serie Artificial Academy come senza infamia e senza lode. La grafica non sarà delle migliori però, riguardo al gioco in sé, dai video che ho visto posso dire di avere comunque apprezzato due aspetti in particolare: una è la grande varietà di cose da fare, che tengono continuamente impegnato il giocatore; l’altra è il normalissimo approccio alle relazioni omosessuali, trattate alla stregua di tutte le altre e senza particolari differenze.

Il principale aspetto negativo riguarda gli NPC con cui si è familiarizzato; spesso, infatti, tendono a seguirti molto e da tutte le parti, per chiacchierare con te. Questo rischia di rovinare il ritmo del personaggio da noi controllato e le sue azioni in particolare.

A parte questo il gioco offre possibilità quasi illimitate e per certi aspetti può risultare divertente (posizione condivisa da molte persone nei loro video sull’argomento).

   

 
 

Prossimi eventi

Articoli recenti

“Non solo Kimono – come il Giappone ha rivoluzionato la moda italiana” di Laura Dimitrio

Oggi vi presentiamo un saggio particolare, pubblicato da Skira, che esplora in modo estremamente preciso come l’abbigliamento e la cultura giapponese abbiano influenzato la moda italiana a partire dal 1543 ad oggi. Uno studio approfondito frutto delle ricerche che l’autrice, Laura Dimitrio, ha svolto per diversi anni a partire dall’analisi dei bozzetti per i costumi della prima rappresentazione della Madama Butterfly durante il suo dottorato in Storia.

Leggi tutto

Doll: l’amore impossibile di un uomo per una bambola

Doll, di Yamashita Hiroka, è un romanzo avvincente e controverso che esplora il confine sottile tra realtà e fantasia, amore e solitudine. Pubblicato nel 2015 e vincitore della 52esima edizione del premio letterario Bungei, l’autrice affronta tematiche complesse legate all’identità e alle relazioni umane nel contesto della società attraverso una narrazione profonda e coinvolgente, contemporanea.

Leggi tutto

Per la prima volta nelle sale italiane il capolavoro del maestro Kurosawa Kiyoshi CURE in versione restaurata 4K e con doppiaggio italiano

    Giovedì 3 aprile arriva nei cinema italiani Cure, il capolavoro del 1997 scritto e diretto dal regista giapponese Kurosawa Kiyoshi. A 28 anni dalla sua realizzazione, il film trova finalmente in Double Line la distribuzione in grado di porre rimedio a una delle più clamorose sviste mai compiute dalle sale italiane, che avevano ignorato sino ad ora quello che da parte di molta critica è ritenuto uno degli horror psicologici più influenti degli ultimi trent’anni, precursore del genere J-Horror a cavallo tra i due secoli.

Leggi tutto