Sanpuru – o meglio shokuhin sanpuru 食品サンプル – deriva dall'inglese sample, e si riferisce ai campioni di cibo finto esposti nelle vetrine dei ristoranti, dei caffé e delle izakaya. Sono, tuttavia, utilizzati anche nelle pubblicità, nei film e nei programmi televisivi e costituiscono una vera e propria industria. I campioni sono talmente realistici che ti viene quasi da addentarli: ma attenzione, si possono mangiare solo con gli occhi. L'utilizzo di questi modelli di cibo rappresenta un unicum della cultura giapponese, anche se la pratica si sta diffondendo in Cina e Corea del Sud.
Vetrina di un ristorante
L'industria dei sanpuru nasce a Osaka e si stima che abbia oggi un giro di oltre 80 milioni di euro. Due sono le ipotesi circa l'origine del "cibo finto": alcuni sostengono che sia nato all'inizio del periodo Showa, sebbene non vi siano documentazioni a sostegno di tale ipotesi; altri, invece, sostengono che sia nato nel 1926 grazie a Iwasaki Takizō.
Iwasaki è il fondatore di Iwasaki Be-i, una delle più grandi aziende di repliche di cibo, ma è anche il protagonista della storia più accreditata sui natali del sanpuru. Si ritiene che Iwasaki abbia avuto un'epifania sul potere creativo della cera osservando come i resti delle candele riproducessero i motivi del tatami. Iwasaki avrebbe quindi provato e riprovato a creare dei modelli di cibo, e il risultato dei suoi esperimenti fu un omelette, che la moglie faceva fatica a distinguere da una vera. Da questa esperienza Iwasaki avrebbe dato inizio all'industria dei sanpuru.
Modello dell'omelette di Iwasaki
Invece il giornalista Nose Yasunobu, autore del libro Me de taberu Nihonjin (I giapponesi mangiano con gli occhi), sostiene che la nascita dei campioni di cibo sia anteriore al 1926. Nose, infatti, ritiene che sia stato Nishio Sōjirō il padre dei sanpuru. Nishio creava modelli anatomici di cera e si racconta che un ristorante gli commissionò la riproduzione in cera di un piatto. Questa seconda ipotesi, meno idealizzata ma più realistica, è quella più probabile.
L'utilizzo dei campioni di cibo ebbe molto successo nel dopoguerra, a partire dall'occupazione americana, quando vennero introdotti numerosi piatti stranieri. I modelli erano necessari ai soldati americani per ordinare le pietanze, dato che non conoscevano il giapponese. In seconda battuta, servivano ad attirare nei locali la clientela locale, che non era abituata a mangiare al ristorante. Nose sostiene, invece, che la popolarità dei sanpuru è dovuta a un motivo più semplice: il cibo finto rientra nella tendenza culturale giapponese ad assaporare i piatti con la vista, prima che con il palato.
Fino agli anni '70-'80 i sanpuru venivano creati in cera, che aveva il pregio di essere facilmente modellabile, ma – per contro – si scioglieva col caldo e i colori sbiadivano nel tempo. Alla cera si sostituì quindi prima la resina e poi la plastica PVC. La plastica non solo massimizza l'appeal dei prodotti, ma risulta anche più resistente: i produttori sostengono, infatti, che i modelli durino fino a 7 anni in tutte le condizioni atmosferiche. L'utilizzo della plastica potrebbe far pensare che si tratti di prodotti scadenti, ma non è così: il prezzo di un modello può variare dai qualche decina a svariate centinaia di euro.
Il costo dei campioni è dovuto al fatto che si tratta di una produzione interamente manifatturiera. La produzione di massa è riservato solo a cibi come il riso, tutto il resto è creato a mano pezzo per pezzo. Per creare questi prodotti artigianali si ritiene, infatti, che sia necessaria un'esperienza di almeno 10 anni.
La produzione dei sanpuru comincia dal modello in silicone, a partire dai campioni di cibo vero. In seguito, i modelli di silicone vengono riempiti di plastica calda e cotti per 10-30 minuti finché non diventano solidi. Infine, vengono dipinti a mano, oppure con l'aerografo, e si procede con l'eventuale composizione del piatto. Talvolta, la creazione e la composizione del piatto riproducono il procedimento di cottura del piatto vero.
Tecnica dell'aerografo
Secondo alcuni le stampanti 3D sostituiranno presto gli artigiani di sanpuru. Gli esperti assicurano, tuttavia, che contrariamente a quanto si creda, le stampe 3D sono più dispendiosi in termini sia di tempo che di denaro. Inoltre, i campioni prodotti artigianalmente sono esteticamente superiori. La lunga durata dei modelli in plastica è un pregio perché è complementare al prezzo elevato. Da un altro punto di vista, però, risulta problematico: l'industria dei sanpuru è infatti stagnante, poiché i modelli non richiedono di essere sostituiti con frequenza. Per questo si è dovuta reinventare rivolgendosi a nuovi mercati, come la Cina e la Corea del Sud, e al settore turistico.
L'arte artigiana impiegata nella creazione del cibo finto ha portato il MoMA di New York a includere alcuni campioni nella sua collezione. Nel 1980, il Victoria Albert Museum di Londra aveva inserito in una mostra sul Giappone alcuni prodotti dell'azienda produttrice di sanpuru Maizuru. La Maizuru, inoltre, ha un negozio di souvenir di cibo finto a Kappabashi a Tokyo. Kappabashi è una strada dedicata alla vendita di utensili da cucina, dove ovviamente si trovano anche diversi negozi specializzati di sanpuru.
Per un itinerario interessante, si può visitare Gujō Hachiman, la cittadina natale di Iwasaki, nonché la sede di 10 fabbriche di sanpuru. A Osaka, culla dei sanpuru, si può visitare Doguyasuji, una via dedicata alla produzione culinaria. Sempre a Kappabashi, invece, si trova il museo-negozio di Ganso Shokuhin Sampleya, che ha una sede anche a Yokohama. Il museo offre, inoltre, ai visitatori dei workshop in cui si possono creare modelli di lattuga iceberg e tenpura. Si possono anche acquistare dei kit fai-da-te al prezzo di circa 9 euro che possono essere degli interessanti souvenir.
Orecchini di sanpuru di pomodorini
Come affermato precedentemente, l'industria dei sanpuru si è estesa al settore turistico. Il sito Fake Food Japan offre un ricco catalogo di souvenir e oggettistica legati ai sanpuru: portachiavi, chiavi USB, magneti, ma anche orologi, orecchini, cover per i cellulari e tanti altri prodotti. I prezzi variano da circa 20 euro per un paio di orecchini a forma di pomodorini, a più di 300 per un set di carne per lo shabu shabu.
Set di maiale per lo shabu shabu
Fake Food Japan offre workshop e anche la possibilità di realizzare un modello personalizzabile, per la cui creazione servono circa 4 settimane, che ha un prezzo superiore rispetto alla media dei prodotti del catalogo.