Avete mai considerato l'esplorazione di luoghi creati dall'uomo, abbandonati o il cui accesso è vietato ai “non addetti”, come un hobby al pari della musica, della lettura e del fai-da-te?
Questo hobby prende il nome di urbex (urban exploration) e da qualche anno, soprattutto grazie ai media che ne hanno fatto documentari e film, sta acquisendo sempre più popolarità. Non si limita alla sola esplorazione: foto, impressioni e storie vengono pubblicate nei blog riportando alla “vita” quei luoghi dimenticati, ma ricchi di segreti e particolari da narrare e fotografare.
In Giappone ha avuto successo soprattutto l'esplorazione di luoghi abbandonati, come città, miniere, ospedali, scuole, parchi tematici e di divertimento, negozi, hotel e ville, ed è per questo motivo che si parla non più di urbex, ma di haikyo (廃墟). Questo termine indica letteralmente un “luogo abbandonato”, una “rovina”, ma ha acquisito anche il significato di esplorazione urbana in Giappone. L'elevato numero di haikyo presenti nel territorio giapponese è dovuto principalmente da 4 eventi storici che hanno segnato il Paese:
- una rapidissima industrializzazione che ha creato fabbriche, miniere, nuove città;
- la Seconda Guerra Mondiale che ha danneggiato molti edifici;
- lo scoppio della bolla economica che ha costretto diverse aziende, attività (es. negozi, locali, parchi di divertimento) e scuole a chiudere;
- il grande terremoto e lo tsunami nel Tōhoku del 2011.
Uno degli esempi più famosi e rappresentativi di questi haikyo è Hashima (端島), un'isola un tempo ricca di carbone sulla quale fu installata una miniera e intorno a quest'ultima si sviluppò una vera e propria città: l'insieme ricorda una nave da guerra (gunkan) e per questo l'isola (shima) è più comunemente nota come Gunkanjima (軍艦島). La miniera poi si esaurì e venne chiusa, e presto i cittadini abbandonarono l'isola lasciando alle proprie spalle una città fantasma.
Sono molti i blog e siti che si dedicano a questo hobby proponendo immagini suggestive, toccanti, ricche di nostalgia e storia. Ecco alcuni spunti: Haikyo – Urban exploration in Japan di Jordy Meow, il sito di Micheal John Grist e quello di Tomboy Urbex (in entrambi i casi il nome del sito e quello dell'autore coincidono).
Questo tipo di hobby ci permette di vedere e immaginare gli spaccati della vita quotidiana di qualcuno che viveva in quei luoghi, ma ci sono da tenere in considerazione anche i rischi, soprattutto quello di farsi accidentalmente male. Per questo motivo, non sempre i luoghi da esplorare sono resi noti e segnati sulle cartine. Inoltre, esplorando un haikyo, bisogna evitare di rovinare e/o portar via oggetti lì custoditi: che si tratti di una rovina o meno, rubare e compiere atti di vandalismo sono sempre azioni punibili dalla legge.
Chiara Pizzato
ITAPPON Project
Fonti immagini:
1) Nicchitsu (Saitama): città mineraria fantasma (foto di Elisa Vitali)*
2) L'isola fantasma di Hashima, o Gunkanjima http://ja.wikipedia.org/wiki/ファイル:Nagasaki_Hashima_01.png
3) Lettera e kimono dal passato nella città fantasma di Nicchitsu (foto di Elisa Vitali)*
*Elisa Vitali, laureata in Lingue e Culture dell'Asia Orientale presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, vive e lavora in Giappone da 3 anni dove si è appassionata al mondo degli haikyo. Mi ha dato personalmente il permesso di prendere le sue foto e di pubblicarle. https://picasaweb.google.com/117337213697546002165/201342728NicchitsuWithWill?authkey=Gv1sRgCIXwwJWZnfOBOw&feat=email
Link ai siti citati nell'articolo:
http://www.haikyo.org/
http://www.michaeljohngrist.com/ruins-gallery/#sthash.ZCEpkGP8.dpbs
http://www.tomboy-urbex.com/