L’espressione food porn oggi viene usata principalmente come hashtag sui social per definire un cibo appetitoso per molti motivi. Sorvolando sulle tecniche di luce e fotografia, ci occuperemo dei protagonisti del food porn targato Giappone.
Origini del food porn
Per la prima volta il termine viene utilizzato nel 1984 da Rosalind Cowards nel libro Female Desire. Women’s Sexuality Today. La scrittrice e giornalista sottolinea come nei media la raffigurazione del cibo ponga maggiore enfasi sull’estetica del piatto piuttosto che sulla preparazione o sull’originalità. Le immagini vengono anche modificate artificialmente per rendere il cibo più appetitoso e stuzzicante per il pubblico. Ogni dettaglio è quindi importante per provocare il desiderio istantaneo di mangiare quel cibo, scatenando quasi un istinto predatorio. Nel 2004 il termine comincia a essere usato su Flickr come categoria o etichetta per determinate foto e presto entra nell’Urban dictionary. Questa la definizione: immagini close-up di cibo delizioso e succulento utilizzate nella pubblicità.
Di oli trasuda
Nella cucina giapponese è particolarmente difficile trovare qualcosa di grasso che si possa definire food porn. Prerogativa importante per il food porn infatti è trasudare liquidi. Che sia grasso o altro, il luccicore del cibo stimola l’appetito più dello stesso piatto in versione “secca”. Il tenpura 天麩羅 per esempio suggerisce idea di essere più asciutto rispetto alla normale frittura, e anche il tonkatsu 豚カツ, per quanto fritto in abbondante olio, non sembra trasudarne. La soluzione ideale ci viene offerta da una ricetta di origine cinese, i gyōza 餃子. Questi ravioli di carne e verdura vengono cotti nell’olio oppure a vapore. La loro superficie rimane così unta e luccicante, soprattutto sotto la giusta luce: quanto basta per rientrare nel food porn!
Le dimensioni… contano?
Sulla base dello stereotipo della cucina giapponese, ci immaginiamo che le porzioni siano ridotte e le portate eleganti. Il che non è l’ideale per classificarsi come food porn in quanto non suggerisce l’idea di soddisfare a pieno la nostra fame. Anche in Giappone però possiamo trovare ristoranti che soddisfino ogni fame con porzioni gargantuesche. A questo punto qualsiasi cibo che ci piace potrà farci venire l’acquolina in bocca solo a guardarlo stringersi in un piatto. Attenzione però a non esagerare!
Rivisitazioni
A volte su internet troviamo video di ricette di cucina semplici ma modificate con l’aggiunta di ingredienti extra. Per lo più si tratta di formaggio per quanto riguarda il salato o Nutella per quanto riguarda il dolce. Sebbene non tutte queste ricette siano dei successi non mancano (quasi) mai di instillare in noi dei desideri golosi. A volte si rischia di esagerare e di rovinare il piatto originale quindi è meglio mantenersi sul semplice, ed evitare la nausea. Di primo acchito, i dorayakiどら焼き con la Nutella sembrano food porn d’eccellenza. Al posto della tradizionale marmellata anko di fagioli rossi, la ricca crema di nocciole svolge benissimo il suo ruolo di complemento goloso, senza esagerare. Grazie alla forma circolare perfetta dei dorayaki, la Nutella, anch’essa lucida, fuoriesce dai pancake dando un senso di opulenza.
Stravaganza
A volte, quando abbiamo fame, ci capita di non capire più niente. Il Giappone è pieno di ristoranti a tema stravaganti che offrono cibi originalissimi ma non tutti possono considerarsi appetitosi. I colori sono sgargianti e il rischio è che sembrino troppo artificiali, per questo invece di stimolare l’appetito possono annichilirlo. Magari però i piatti sono comunque fantastici da guardare senza alcuna necessità di mangiarli come questo colorato sandwich al formaggio grigliato. Nato dalla moda coreana di mangiare i colori dell’arcobaleno, questo sandwich è fatto con un formaggio zeppo di additivi alimentari. Insieme al gelato arcobaleno, lo potrete trovare nel distretto di Harajuku al chiosco “Le Shiner”. Le opinioni su questo sandwich potrebbero variare…
Food porn definitivo
Letteralmente “ciò che vuoi alla griglia”, lo okonomiyaki お好み焼きpotrebbe essere il miglior protagonista del food porn giapponese. I suoi ingredienti principali comprendono fettine di foglie di verza, acqua, farina di grano e uova; a questi si possono aggiungere pesce, carne, gamberetti e molto altro. L’okonomiyaki viene cotto sulla tipica piastra, detta teppanyaki, colllocata a centro tavola e costituisce un pasto completo. Si può poi condire con gustose salse o con maionese. La densa stratificazione, l’idea di abbondanza che comunica e la lucentezza lo classificano a pieni voti come un fotogenico food porn!
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