Yamashita Nobuhiro torna al Far East Film Festival di Udine, questa volta con un adattamento di un manga degli anni Novanta: Hard-Core – Heisei Jigoku Brothers, scritto da Garon Tsuchiya e illustrato da Takashi Imashiro.
UN’AMICIZIA AI MARGINI
Ukon Gondo (Takayuki Yamada) è un giovane senza un lavoro fisso, uno spirito libero che si considera al di fuori della società e lontano da tutti al contrario del fratello Sakon (Satō Takeru), impiegato in una grande azienda. Per sopravvivere Ukon lavora per una sgangherata organizzazione nazionalista comandata dal "Presidente" Ginjirō e impegnata alla ricerca dell'oro sepolto di un antico shogun.
È proprio durante la ricerca di questo oro che Ukon incontra Ushiyama (Yoshiyoshi Arakawa): un ragazzo che non sa parlare e vive in una vecchia fabbrica abbandonata. Entrambi sono soli, ed entrambi vivono ai margini di una società che non li accetta. Fra di loro nasce un'amicizia strampalata, in cui Ukon fa quasi da fratello maggiore a Ushiyama, proteggendolo dal crudele mondo esterno.
L’ARRIVO DI ROBO-O
Potrebbe essere già la trama completa di un bel film, ma in questo caso le sorprese non finiscono qui. Poco tempo dopo, infatti, Ushiyama trova nella fabbrica un misterioso robottone dal design un po' antiquato ma con un processore potentissimo, che i due ribattezzano Robo-o. Il duo diventa quindi un trio, con i due umani che cercano a tutti i costi di proteggere e non far scoprire ad altri l'esistenza dell'automa, arrivando a spacciarlo per un ragazzo molto timido, vestito perennemente in cosplay.
Le loro rocambolesche avventure continueranno senza pausa fino alla fine: i tre, infatti, riusciranno a ritrovare l'oro dello shogun, anche grazie all'aiuto di Sakon, che si unisce a loro in quanto interessato a Robo-o e alle sue capacità. L'aver ritrovato il tesoro metterà in moto un'inarrestabile catena di eventi.
Hard-Core è un film dal ritmo serrato, con momenti esilaranti e una trama così imprevedibile da sfociare a volte nell'assurdo. L'unico suo difetto è la presenza di molte trame e sottotrame che si intrecciano e non vengono mai spiegate appieno, probabilmente anche per non allungare troppo la durata del film. Ad esempio: chi ha creato Robo-o? Oppure, qual è la vera storia di Ushiyama? Nonostante questi interrogativi, il film riesce a intrattenere e a catturare l'attenzione dello spettatore e a trasportarlo in un'avventura fuori dal comune.