Il nome di una persona rappresenta la sua identità. È il tramite che le permette di interagire con gli altri. Ma come sarebbe vivere più identità? Quanto è importante il proprio nome? Questi gli interrogativi attorno ai quali ruota il nuovo film di Toda Akihiro The Name (Namae 名前), in uscita la prossima estate nelle sale giapponesi ma che noi di NipPop abbiamo visto in anteprima alla première internazionale al FEFF20!
Il protagonista (Tsuda Kanji) vive una vita semplice, come tante altre. Lavora in un impianto per lo smaltimento dei rifiuti e vive da solo in una casa dove manca decisamente un tocco femminile. Tuttavia, la sua vita non è proprio come tante altre. Anzi, in realtà Kanji conduce più vite in parallelo, con nomi, case e amicizie diversi tra loro.
Arriva però il giorno in cui il suo datore di lavoro scopre il gioco. Tuttavia, proprio quando è sul punto di licenziarlo, si presenta inaspettatamente una ragazza (Komai Ren), che afferma di essere la figlia del protagonista, salvandolo dalla crisi imminente. Ma c’è un problema: la studentessa non è chi dice di essere, esattamente come il suo presunto padre.
E’ solo in seguito a questa interazione iniziale che scopriamo il vero nome del protagonista – Nakamura Masao – e quello della ragazza – Hayama Emiko. La giovane inizia quindi a frequentare assiduamente l’uomo, entrando un po’ sfacciatamente nella sua vita e nel contempo donandogli la possibilità di essere veramente sé stesso, spogliato delle sue false identità, e condividendo tutto con lui. In tutto questo Masao non ha la più pallida idea della motivazione nascosta dietro l’attaccamento di questa ragazzina per la vita piena di menzogne che conduce: infatti, nonostante le insistenti richieste di una spiegazione, lei continua a tenerlo all’oscuro.
Tra i due nascerà un rapporto che non ha nulla di ambiguo, anzi ricorda la menzogna del loro primo incontro: l’amicizia e l’affetto tra un padre e una figlia. Purtroppo, le cose non sono così semplici e i due protagonisti dovranno fare i conti con la realtà, soprattutto delle loro vite, benché tentino in ogni modo di sfuggire questo momento.
Komai Ren, attrice giovanissima che ha iniziato la sua carriera a soli quindici anni, è stata scelta dal regista Toda Akihiro tramite un’audizione. Nonostante la sua poca esperienza e la complessità del ruolo assegnatole, Komai ha sorpreso tutti: ha offerto al pubblico un’interpretazione sublime della classica adolescente allevata da una madre single che come molti suoi coetanei deve anche gestire le difficoltà legate alla crescita.
In aggiunta a questo vi è il rapporto non ben definito che instaura con il personaggio di Masao. Entrambi vivono una menzogna che inizialmente non sembrano disposti a mettere da parte, poiché dà loro sicurezza: Masao ha un passato che rifiuta di lasciar andare pur non sapendo come affrontarlo, Emiko invece cerca in tutti i modi di includere nella sua vita quella figura paterna che non ha mai avuto al proprio fianco fino a quel momento.
Con il procedere della storia i due sono però obbligati ad affrontare inaspettatamente una realtà che non può continuare a essere ignorata. Da questo punto di vista giocano un ruolo chiave due personaggi secondari: l’ex moglie di Masao e la madre di Emiko, che spingono i protagonisti a prendere coscienza di loro stessi anche per il bene l’uno dell’altra.
Le scene comiche presenti all’interno della pellicola alleggeriscono una tematica molto seria rendendo il film godibile sotto molti punti di vista. La visione risulta piacevole e a tratti anche commovente, sviluppando in maniera non scontata una vicenda che in fondo potrebbe appartenere a molti, e che riesce a toccare il pubblico nel profondo, senza lasciarlo insoddisfatto.