NipPop

NipPop @FEFF20: The Blood of Wolves

27 Aprile 2018
NipPop Staff

Sullo sfondo di una Hiroshima fine anni '80, dilaniata da bande di gangsters rivali, il mistero di un contabile scomparso nel nulla rischia di riaccendere una faida che sembrava chiusa anni prima.

Hiroshima, 1988. L'era Shōwa volge ormai al termine, e con essa anche il periodo più prospero della yakuza, la mafia giapponese. The Blood of Wolves (Korō no chi, 孤狼の血), ultimo lavoro di Kazuya Shiraishi, presentato al FEFF20 in anteprima mondiale, racconta questo momento particolare del dopoguerra giapponese, con cruda accuratezza e come un senso di malinconia per un mondo ormai perduto, quasi un ultimo "canto del cigno".

Hioka è un giovane poliziotto, laureatosi da poco nella prestigiosa Università di Hiroshima, ligio al dovere e animato da un forte desiderio di giustizia, ma decisamente inesperto. Per ordine del capo della stazione di polizia dove viene trasferito, si ritrova a lavorare con Ōgumi, chiamato da tutti semplicemente 'Gumi, un detective più anziano che ha alle spalle anni di lotta contro le varie bande di delinquenti locali.

Nonostante occuparsi di yakuza sia quello che ha sempre voluto, Hioka non è per niente entusiasta di lavorare con il suo nuovo partner. Il detective infatti non si fa alcuno scrupolo a violare la legge, a ricorrere a metodi brutali e a torturare gli scagnozzi dei gangster più potenti per ottenere quello che gli serve. Inoltre, 'Gumi sembra molto vicino a una delle due famiglie che si contendono il controllo di Hiroshima, gli Odani. Quattordici anni prima, era stato proprio lui infatti a mettere fine a una sanguinosa guerra fra il clan e i suoi acerrimi rivali, i membri della Irako-kai. Ora questi ultimi si sono alleati con il clan Kakomura per conquistare la città intera, e la tensione è palpabile: un solo passo falso farebbe scoppiare l'ennesima e violenta battaglia fra gang rivali.

La scomparsa di un contabile che lavorava in una delle imprese di facciata dei Kakomura è il filo conduttore che tiene unita la trama e la fa procedere. Fin da subito, 'Gumi capisce che c'è un motivo se il poveretto è stato fatto sparire, e incastrare e fermare gli scagnozzi della famiglia stroncherebbe sul nascere la nuova faida con gli Odani. Ma Hioka, nonostante i risultati ottenuti, non si rassegna ai particolari metodi di indagine del suo collega e decide di denunciarlo a uno dei suoi superiori.

Fra complicati intrecci e relazioni fra i vari personaggi, la narrazione si muove a ritmo serrato con un crescendo di azione e brutalità. Immancabili le scene splatter e cruente, tratto distintivo dei film di yakuza fin dagli esordi del genere. In realtà, nonostante le pellicole di questo tipo siano molto popolari presso il grande pubblico, le produzioni di film yakuza si fanno sempre più rare. The Blood Of The Wolves è un omaggio ai grandi cult del cinema sui gangster di produzione giapponese, a cui si rifà attraverso l'estetica volutamente decadente, realizzata con scene dai colori cupi ma attraversate da sprazzi di colori accesi e di luci artificiali.

Il personaggio di 'Gumi è volutamente ambiguo. Per quanto spesso capace di battute sagaci, all'inizio della storia lo spettatore tende a empatizzare con il giovane Hioka e a condividerne il giudizio impietoso sul detective più anziano. È solo in seguito che, pezzo dopo pezzo, la maschera di Ōgumi cadrà, rivelando le sue vere intenzioni. Hioka, al contrario di 'Gumi, è idealista e diretto, ma fino a quel momento non ha mai affrontato il mondo reale. È completamente colto alla sprovvista dalla violenza diffusa nel mondo dei gangster, nonostante le sue iniziali aspirazioni. In qualche modo il film si discosta dalla classica trama alla "poliziotti contro yakuza" per diventare un "coming of age": Hioka cresce, cambia, si adatta, e capisce che per combattere le gang a volte è necessario giocare sporco, ma che questo non significa necessariamente tradire i propri ideali.

 

Prossimi eventi

Articoli recenti

Midnight Diner e Samurai Gourmet: gustare lo spazio urbano

Non è un segreto che, come l’Italia, il Giappone abbia una ricchissima cultura culinaria profondamente intrecciata e collegata alle sue città: dalle semplici e popolari izakaya alla famosa e rinomata cucina kaiseki, la cucina giapponese riflette perfettamente il connubio tra tradizione e modernità che sta alla base dell’identità di questo meraviglioso Paese. Serie tv come Midnight Diner (Shin’yashokudō in originale) e il più recente Samurai Gourmet sono mezzi perfetti per dare un’occhiata, seppur sfuggente, all’interno di questo angolo di cultura giapponese e per gettare luce su come il cibo plasmi la vita nelle città e favorisca connessioni tra individui e comunità diversi. Midnight Diner è una serie televisiva antologica del 2009 composta da tre stagioni, diretta da Joji Matsuoka e basata sul manga omonimo scritto da Yarō Abe. Il programma viene successivamente ripreso da Netflix che, tra il 2016 e il 2019, produce altre due stagioni con il titolo di

Leggi tutto

NipPop x FEFF26 – “Ichiko”, di Toda Akihiro

Cosa significa essere al mondo? Avere consapevolezza di sé ma non avere riconoscimento legale, essere a tutti gli effetti “invisibile” alla società? Ichiko, l’ultimo lavoro del regista Toda Akihiro presentato al Far East Film Festival di Udine, parte da un semplice pretesto narrativo – la misteriosa sparizione di una ragazza – per andare a esplorare problemi strutturali e spesso nascosti insiti nella società giapponese.

Leggi tutto

NipPop x FEFF26 — Ricordi di viaggio e d’amore: “18×2: Beyond Youthful Days”

“Viaggiare è interessante perché non sai mai cosa accadrà” è uno dei motti della solare Ami, partita dal Giappone per un viaggio on the road alla scoperta di Taiwan in compagnia dei suoi fidati acquerelli. Giunta nella movimentata città di Tainan, la sua strada si incrocia con quella di Jimmy tra le mura di uno scialbo karaoke bar di provincia. La ragazza ben presto si guadagna un posto nel cuore del giovane ed impacciato liceale, un posto che ancora occupa a distanza di diciotto anni quando sarà lui, ormai adulto, a partire a sua volta inseguendo il ricordo di quell’amore estivo.

Leggi tutto