NipPop, alla diciannovesima edizione del Far East Film Festival, incontra Giuseppe Gervasio, mitico e inarrivabile interprete e traduttore giapponese/italiano/inglese, appassionato esperto del Giappone e della sua cultura.
NipPop: Ci puoi raccontare com’è stata la tua esperienza al Far East Film Festival di quest’anno sino ad ora?
Giuseppe Gervasio: Diciamo intanto che, per quanto riguarda il festival, credo sia la decima edizione a cui partecipo nel ruolo di interprete. Tutto è iniziato grazie a una collega che aveva segnalato il mio nome e – neanche a farlo apposta – il primo regista che ho tradotto qui è stato Nakata Hideo, famoso per avere realizzato Ring, di cui esiste anche un remake hollywoodiano. Il protagonista del film proposto quell’anno da Nakata Hideo, intitolato L change the WorLd, è lo stesso di Satoshi: A Move for Tomorrow (in programma quest’anno), quindi noto come ogni anno ci siano delle ricorrenze che fanno sì che alcuni nomi si ripetano, lasciando comunque spazio a molte novità. La cosa bella di questo film festival, e lo ha ripetuto anche ieri il produttore Usui Hirotsugu di Fuji TV, è che nonostante porti ormai moltissimi film, riesce al tempo stesso a mantenere un certo livello di intimità fra le persone, creando così un tipo di situazione in cui tutti possono interfacciarsi con tutti. Quindi realtà di personaggi di nazionalità diverse (coreana, cinese ma anche cambogiana ecc.) sono messe a contatto e per tutti è possibile fruirne. Questa è una cosa molto bella perché in un solo posto, durante questi 7/10 giorni, è possibile fare un’abbondante scorpacciata di film caratterizzati da grandi differenze tematiche e geografiche, che non impediscono però di mettere in contatto le persone.
NipPop: Tu hai avuto modo di vedere qualcuno dei film fino a ora? Cosa ne pensi?
Giuseppe Gervasio: Solo i film giapponesi. Ho visto Survival Family, un film molto carino per l’ipotesi devastante che propone, ritrovarsi senza elettricità. A un certo punto i personaggi tentano di accendere un fuoco con dei bastoncini, io non ci proverei nemmeno! Piuttosto userei una lente d’ingrandimento e un raggio di sole per bruciare qualche filo d’erba! Però il fatto che alla fine scelgano la vita in campagna, la vita bucolica, dimostra da parte loro la consapevolezza che, pur avendo poco, si possa comunque essere felici insieme. Ho visto anche Satoshi, – in inglese Satoshi: A Move for Tomorrow. Mi ha molto inquietato perché il tema è molto forte: la storia di un ragazzo che si lascia morire pur di diventare il migliore in qualcosa, in questo caso un campione di shogi. Al tempo stesso, però, l’ho trovato un film bellissimo perché tratto da una storia vera. Ci vuole coraggio nel cimentarsi in un’opera che racconta di personaggi ancora in vita (eccetto il protagonista). E’ uno splendido lavoro, dalla regia alla recitazione. Il fatto che la pellicola sia riuscito a inquietare così tanto il pubblico mi fa capire oggettivamente quanto sia bella. Purtroppo non sono riuscito a vedere altri film, ma spero nei prossimi giorni di riuscire ad aggiungerne qualcuno.
NipPop: Hai qualche aspettativa? Qualcosa che ti ha incuriosito e che avresti piacere di vedere?
Giuseppe Gervasio: Non vedo l’ora di vedere Hirugao, e non mi riferisco solo al film, ma a tutti i diretti interessati. Il regista si chiama Nishitani Hiroshi. A cavallo tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, per tre mesi e mezzo, sono stato suo interprete durante le riprese del film Amalfi. Ovviamente in tre mesi / tre mesi e mezzo si è creato un rapporto d’amicizia che poi purtroppo non è stato possibile coltivare negli anni. Lui è stato molto carino ad avere inserito la mia persona nel film, concedendomi anche un paio di battute. Rincontrarlo domani a distanza di tanti anni – credo otto – sarà molto bello per me. Lo è stato anche rivedere il produttore Usui Hirotsugu, coinvolto a sua volta in Amalfi. Ritrovare oltre al regista altre persone che si occupano di questo stesso film affianca all’aspettativa cinematografica quella umana, che è il valore aggiunto di questo festival.
NipPop: Tra i film che non hai avuto la possibilità di vedere, leggendo velocemente la trama, quale ha suscitato maggiormente il tuo interesse?
Giuseppe Gervasio: Innanzitutto non sono riuscito a vedere con calma lo stesso Survival Family, che voglio invece riguardare, avendone visionato solo degli spezzoni per essere preparato alla mia performance come interprete. Invece ho capito che si tratta di un film che mi piacerebbe molto. In qualità di interprete, ho la possibilità di prenotare una saletta dedicata alla stampa e agli screening, e ne approfitterò – se riesco – per guardarlo con calma. So che è stato scelto appositamente come film iniziale del festival perché dotato di grandi potenzialità narrative. E’ stato pensato e progettato molto tempo fa, e da allora sono trascorsi così tanti anni e si sono verificati tali problemi con l’energia elettrica, che vederlo sarà sicuramente interessante.
NipPop: Dato che tu hai partecipato a varie edizioni del Far East Film Festival, e in particolare interessandosi di proiezioni giapponesi, hai notato un qualche tipo di cambiamento negli anni? Ti aspetta nuovi cambiamenti in futuro?
Giuseppe Gervasio: La cosa che a me piace a Udine è che ogni anno c’è una gamma incredibile di proposte. Ci sono stati anni in cui si passava dai film dell’orrore ai film pink (soft porn alla giapponese, ndr). Poi si passava a film con tematiche umane molto profonde, come Departures e Confessions, che per quanto possano essere bellissimi è meglio non vederli a stomaco vuoto, per le tematiche sotto certi aspetti troppo forti. E poi altri film di maggiore leggerezza. Quindi non riesco a vedere un cambiamento nelle proposte, perché ogni anno c’è una scelta di pellicole molto variegata. Basti pensare ai primi tre film presentati quest’anno: uno è stato proposto da un’emittente televisiva, uno è più indipendente, nei prossimi giorni ce ne sarà un altro tratto da una serie televisiva, poi altri trasposti da manga e altri ancora trasposti da romanzi di fiction e di non fiction. Il lavoro molto bello che fanno qui Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche, anche per quel che riguarda il Giappone, è offrire ogni anno un ventaglio molto ampio di proposte, che fa sì che ci siano sempre temi e stili molto variegati. Quindi non trovare almeno un film piacevole risulta davvero difficile!
Se volete sapere di più su Giuseppe Gervasio:
Giuseppe Gervasio simultaneaMente giapponese
Working with Japan: Giuseppe Gervasio – interprete e traduttore