Un film di fantascienza dai toni romantici quello di The woman who leapt through time (Toki o Kakeru Shōjo 時をかける少女)di Nobuhiko Obayashi, realizzato nel 1983 come adattamento di un'opera letteraria del 1967 di Yasutaka Tsutsui, e nato inizialmente sotto forma di racconto a puntate per due riviste della scuola secondaria pubblicate dalla casa editrice Gakken.
Il regista, che in questa edizione del FEFF sarà ospite a Udine e riceverà il premio Gelso d'oro alla carriera il 25 aprile, viene omaggiato in questo festival con una retrospettiva che prevede la proiezione di ben 4 suoi film all'interno della sezione speciale dedicata al scifi giapponese intitolata Oltre Godzilla- Futuri alternativi e scenari, raccontando la sua produzione degli anni 70 e 80 del secolo scorso ed eleggendolo quale uno dei massimi rappresentanti del genere fantascientifico della produzione giapponese.
Realizzato con un budget cospicuo, The woman who leapt through time, conosciuto anche col titolo The Little Girl Who Conquered Time, riscosse molto successo ai botteghini e rese famosa Harada Tomoyo, attrice protagonista di cui tutto lo staff si era innamorato, e che ben presto divenne una idol adorata da tutti gli adolescenti giapponesi.
Ambientato ad Onomichi, città natale di Obayashi e per questo location importante per il regista che inserisce riferimenti ad eventi e luoghi della sua gioventù, la pellicola narra la storia di una giovane studentessa delle superiori di nome Kazuko Yoshiyama che in seguito ad un incidente nel laboratorio di chimica, acquisisce la capacità di viaggiare nel tempo.
La trama si complica quando la ragazza scopre che anche il suo compagno di scuola Kazuo Fukamachi può viaggiare nel tempo e che, in realtà, è uno scienziato venuto dal futuro con il compito di salvare l'ecosistema della terra ormai distrutto nella sua epoca. Il ritmo del film è scandito da atmosfere sognanti ed oniriche che si alternano a considerazioni sulla vita, sull'importanza dei ricordi e sull'amore, in un crescendo di emozioni dal finale dolceamaro.
Il soggetto, molto amato dagli spettatori giapponesi, verrà ripreso diverse volte negli anni, trasposto in adattamenti live-action e film per la tv, in storie manga e animazioni: ricordiamo Mamoru Hosoda, famoso per aver diretto per lo Studio Ghibli il Castello Errante di Howl, che nel 2006 ha deciso di realizzarne una versione anime che vinse numerosi premi, tra cui il prestigioso Animation of the Year (アニメーション作品賞) della Japan Academy Prize Association.