One Hitoshi torna dopo la fortunata commedia Love strikes! (Moteki モテキ, 2011) ed il dramma Be my baby (Koi no Uzu 恋の渦, 2013) con il film live action Bakuman (Bakuman バクマン, 2015), tratto dal celebre manga omonimo del duo composto da Ōba Tsugumi e Obata Takeshi (Death Note, Desu Nōto デスノート).
Il film ci ha coinvolto con semplicità nella storia di riscatto di due studenti appena liceali, che, troppo poco diligenti – o forse solo per nulla abbienti – per aspirare a un'università prestigiosa, si dimostrano però ricchi di talento ed entusiasmo, intenzionati a coronare il loro unico sogno: pubblicare una loro storia a fumetti sul Weekly Shōnen Jump, rivista di manga che non ha bisogno di presentazioni, in quanto a fama e prestigio, nel mondo del fumetto made in Japan. Con il numero esorbitante di copie che ogni giorno vengono acquistate dalle più svariate categorie di pubblico, dai giovani in età scolare, agli studenti universitari, fino agli adulti e talvolta agli anziani, Jump ė uno dei punti di riferimento intoccabili della cultura pop giapponese, ed esprime e registra le tendenze del presente e le sue trasformazioni, le mode e i gusti, ma anche le contraddizioni e le paure del pubblico che lo segue con così tanta passione.
L'incontro che unisce i due protagonisti avviene quasi per caso, sui banchi di scuola, quando Takagi Akito, aka Shūjin (Kamiki Ryūnosuke), sottrae a Moritaka Mashiro, alias Saikō (Sato Takeru), un quaderno pieno di schizzi e lo lega a sè con una promessa all'insegna dell'aiuto reciproco: se Saikō è un mago nei disegni, l'intraprendente Shūjin ribolle di idee e di progetti per la sceneggiatura e lo storyboard della loro creatura. A terminare il triangolo, Azuki (Komatsu Nana), musa di Saikō e aspirante doppiatrice. Oltre al patto stretto con i due amici, Saikō porta su di sè il fardello di dare nuovo lustro al nome del defunto zio mangaka (Kudō Kankurō), fumettista di Weekly Shōnen Jump caduto in disgrazia prima del tragico evento, dal quale ha ricevuto in eredità la passione per l'arte del manga e lo studio, zeppo di numeri della rivista. Fra interminabili sessioni di lavoro e scadenze massacranti, i due faranno di tutto per non finire nel dimenticatoio della redazione di Jump, oltre a fare i conti con un terribile sfidante, il genio del manga Eiji Niizuma (Sometani Shōta), loro coetaneo, e con un redattore capo (interpretato da Lily Franky) piuttosto coriaceo, ma segnato nel profondo dalla vicenda dello zio di Saikō, suo vecchio collaboratore.
La trama, che spesso incespica per mancanza di originalità, ricalca in tutto e per tutto stereotipi e tipi fissi del genere shōnen manga, quali il teppista dal cuore d'oro, il personaggio grassottello con la passione per le maid e via dicendo, in un miscuglio di sostanza trita e servita come nuova a un pubblico ormai saturo di questi elementi. Anche i protagonisti, che dall'inizio alla fine mantengono lo stesso atteggiamento senza cambiare di una virgola, risultano piatti, se non in qualche rara scena nella quale danno finalmente prova del loro impegno. Il finale, aperto, spinge lo spettatore a chiedersi, dopo aver assistito a tanti sacrifici: ma ne sarà valsa la pena?
Di tutto rispetto gli effetti visivi, magistrali e ben delineati, in perfetta armonia con il lungometraggio. Fra le scene che più hanno colpito il pubblico, da citare è senz'altro il duello a colpi di pennino fra i nostri eroi e il loro antagonista. La colonna sonora, dotata di un beat pazzesco, accompagna le dure ore con il pennino alla mano dei due giovani, una sorta di allenamento per la pubblicazione finale sulla rivista.