Dieci anni dopo Linda Linda Linda presentato sempre al Far East Film di Udine nel 2005, il regista Nobuhiro Yamashita torna a far cantare il pubblico con La La La At Rock Bottom. Questa volta invece di un club di musica scolastico, a fare da sfondo a una vera e propria ode alla j-music sono le vicende di Shigeo, un ex galeotto.
Appena uscito di prigione, viene misteriosamente rapito, malmenato e abbandonato privo di sensi lungo una via di Osaka da una banda, per riprendere i sensi il mattino dopo con un amnesia totale. Sarà proprio questa che lo porterà a conoscere la band Akainu e la loro agente Kasumi. Piombando per caso nel bel mezzo di un loro concerto all’aperto infatti, ruberà la scena al cantante della band improvvisando il ritornello di Furui nikki, una famosa canzone di Wada Akiko (和田 アキ子 – 古い日記, 1974) prima di perdere i sensi e cadere rovinosamente a terra.
Da questo momento Kasumi (interpretata dalla giovane Nikaidō Fumi – 二階堂 ふみ) si prenderà cura di lui, cercando di fargli tornare la memoria e nello stesso tempo facendo emergere il cantante rimasto per lungo tempo oscurato dal lato “malavitoso” della vita di Pooch, il nome che la ragazza darà allo smemorato.
Protagonista assoluta del film è la musica: Shigeo/Pooch è infatti interpretato da Shibutani Subaru (渋谷すばる), idol e cantante professionista vocalist dei Kanjani Eight. Ottima la sua interpretazione grazie anche all’aiuto del regista: i due infatti hanno lavorato insieme scambiandosi consigli sulla parte musicale e su quella recitativa. Anche se non sono di certo attori professionisti è stata ottima anche la recitazione dei membri degli Akainu, la band di Osaka realmente esistente.
La realtà di Osaka (città in cui il regista ha studiato) emerge fortemente dal film, lo si nota anche dalla presenza del Misono Universe, il locale in cui si tiene il concerto che conclude la pellicola e da cui deriva il titolo giapponese del film, sostituito poi per l’estero con La La La At Rock Bottom a causa della non riconoscibilità del luogo fuori dal Giappone.
Ottimo il ritmo del film: il dubbio di Shigeo se tornare alla vecchia vita da malvivente o tenere la nuova (che si è costruito come Pooch, lo smemorato in casa di Kasumi, ed è fatta di quotidianità casalinga e musica) si alterna a stacchi tipici della comicità che solo i giapponesi sanno creare. Un esempio per tutti, il continuo insistere sul povero cantante degli Akainu che infortunatosi viene subito messo da parte e sostituito con Pooch che finirà per tentare, comicamente, il suicidio buttandosi dal palco durante il concerto conclusivo.
Se siete amanti della musica giapponese (quella vera) resterete piacevolmente colpiti da questo film. Se non lo siete, anche.
4/5