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Un “Giovane robot” a dir poco favoloso

15 Febbraio 2018
Valentina Russo

Quando i confini della robotica vengono infranti dal dolore: Il giovane robot di Sakumoto Yōsuke scopre il passato represso di un androide giapponese.

System Start

Qual è l’essenza degli esseri umani? Può lo sviluppo delle intelligenze artificiali raggiungere la perfezione della mente umana? Negli ultimi anni il Giappone ha sicuramente conosciuto una crescita senza precedenti in questo settore, proiettandosi in un futuro in cui uomini e robot convivono e si aiutano a vicenda.

Come dimenticare Robear, un robot prototipo creato per sollevare i pazienti negli ospedali?

O ancora, i famosissimi androidi di Hiroshi Ishiguro, creatore di una serie di robot dall’aspetto umano in grado non solo di parlare, ma anche di imitare i gesti e le espressioni umane svolgendo addirittura mansioni da presentatore televisivo o receptionist?

Il romanzo Il giovane robot, scritto da Sakumoto Yōsuke e pubblicato in Italia da edizioni e/o nel 2017 nella traduzione di Costantino Pes, ci pone di fronte ad alcuni interrogativi molto simili, narrandoci la storia di Rei, un robot in incognito dall’aspetto di un ragazzo di terza media, creato da un brillante scienziato dall’identità sconosciuta per rendere felici gli esseri umani.

Le entità definite come esseri umani alla fine muoiono. Che cosa succede alle parole che hanno prodotto, ai pensieri che hanno avuto? Svaniscono con la loro morte? Pensieri e parole esercitano una forza incredibile sugli uomini.

Perché […] la gente dev’essere mossa da cose così incerte?

Rei non è un modello comune: ha grandi abilità di memoria e soprattutto di logica ma, anche se riesce apparentemente a trovare le strategie per confondersi fra i suoi compagni, dimentica che la perfezione può essere pericolosa e finisce per essere trascinato in situazioni al limite dell’assurdo.

E mentre si preoccupa di non surriscaldare i propri circuiti, di evitare scontri fisici, di fingere di essere esausto, non sa di attirare gli sguardi pieni di ammirazione delle ragazze e di un misterioso individuo con un cappello di lana. Rei sembra non cogliere le sfumature di significato dei sentimenti umani.

A che bel sole oggi, avrei pensato se fossi umano. Per me, invece, quella luce era troppo luminosa, troppo calda. Ho temuto potesse surriscaldare il computer.

Eppure qualcosa non quadra. Ci sono troppi errori di sistema da riparare e il corpo meccanico di Rei non può reggere. E se venisse sostituito da qualcun altro?

Zero Assoluto

Rei in giapponese significa “zero” e probabilmente la scelta non è casuale.

Il giovane robot si ispira alle vicende reali dell’autore, Sakumoto Yōsuke, che a diciannove anni è stato colpito da una forma di schizofrenia. Si percepisce infatti la fatica del robot di convivere con se stesso e i propri traumi attraverso il tema dell’annientamento personale, prodotto di una società che tende all’esclusione più che all’inclusione del diverso.

In questo contesto spicca volutamente anche la figura dell’isolato sociale per eccellenza, lo hikikomori, qui trattata con grande delicatezza. Il mondo di Rei, come quello dello hikikomori, è fatto di mancanza e incomprensione, e soprattutto per questo lo filtra attraverso uno schermo di errori.

È da notare la relazione speculare tra gli errori di sistema di Rei, quelli da lui commessi nei confronti dei suoi amici e quelli durante le tanto amate e onnipresenti partite di ping-pong. Nonostante non si tratti di uno degli sport più conosciuti e praticati, il ping-pong rappresenta un microcosmo ideale della realtà perché risulta essere apparentemente semplice. Rei prevede la tattica del suo avversario e si ritrova ancora una volta a impersonare un ruolo. Tra un dritto e un rovescio non sa che la sua vita si potrà capovolgere proprio come la pallina sul campo, finendo imbrigliato in una rete.

…Exit

Forse più adatto per la rappresentazione animata o cinematografica, Il giovane robot è un bildungsroman sulla malattia e la guarigione, la colpa e il perdono, la crescita e l’impegno personale per un futuro migliore per se stessi e per gli altri. Dallo stile piuttosto fluido, sicuramente è consigliato a chi ama tematiche legate alla fantascienza o alla tecnologia, ma anche a chi vuole rivivere atmosfere da shōjo manga attraverso occhi letteralmente nuovi.

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