Hisaji Hara, nato nel 1964 e attualmente risiedente a Tokyo, si è imposto di recente sulla scena internazionale grazie alla serie A Photographic Portrayal of the Paintings of Balthus, composta da rielaborazioni fotografiche dei dipinti del pittore francese Balthus (1908-2001), celebre in particolare per l’attenzione rivolta alla rappresentazione di corpi di fanciulle ancora acerbi eppure dotati di un’icastica ieraticità.
Hara, dopo aver conseguito il diploma di laurea in fotografia presso la Musashino Art of University and Design nel 1986, trascorre diversi anni in patria, per poi decidere nel 1993 di trasferirsi negli Stati Uniti, dove rimane fino al 2001, anno in cui fa ritorno a Tokyo. In questi anni non si occupa di fotografia artistica, ma è impiegato come cameraman presso produzioni documentaristiche, attività che svolgerà anche dopo il rientro in Giappone. La genesi della serie dedicata a Balthus avverrà solo nel 2006, per di più in seguito a un evento ben preciso, come Hara stesso ha dichiarato in un’intervista al webmagazine francese Photographie:
“Durante una calma notte d’autunno del 2005, un’immagine molto vivida di un dipinto di Balthus mi venne in mente all’improvviso: si trattava de Il sogno di Thérèse (1938). Provai immediatamente a cercare una riproduzione del dipinto su internet, e riuscii a trovare solo una copia molto piccola. Nonostante si trattasse di un’immagine di dimensioni ridotte, emanava un’intensa aura di autenticità. Dunque, quando iniziai la serie A Photographic Portrayal of the Paintings of Balthus, la mia intenzione primaria consistette nell’esplorare il segreto che risiede al di là di quest’intensa aura di autenticità emanata dall’immagine che avevo visto quella notte. Pertanto considero questa serie un’esplorazione o uno studio dei dipinti di Balthus, piuttosto che un rifacimento o una riproduzione”.
Nei suoi lavori Hara crea un sottile parallelismo tra il senso di incertezza che caratterizzava l’epoca in cui visse Balthus e l’analoga situazione nella società giapponese contemporanea. Se in Balthus la rappresentazione dell’adolescenza è uno strumento per eternizzare un periodo di relativa spensieratezza, ovvero il ventennio compreso tra le due guerre mondiali, Hara cattura quella fase dell’esistenza umana che in una società sempre più anziana come quella giapponese è considerato un momento sempre più prezioso. Parimenti è opportuno ricordare che nella società nipponica, ancora profondamente improntata al concetto di giri (dovere), l’adolescenza rappresenta l’ultima fase di spensieratezza prima dell’ingresso nell’età adulta.
Mettendo in scena dei veri e propri tableau vivant che riproducono con fedeltà i dipinti di Balthus, Hara eternizza i giovani corpi delle sue modelle, monumentalizzandoli in pose caratterizzate da un’innata eleganza, nonché di una sensualità inconsapevole. L’uso privilegiato del bianco e nero a discapito della fotografia a colori contribuisce ulteriormente a rendere congelata l’atmosfera delle sue fotografie, immergendo le sue modelle in un mondo atemporale e adimensionale, in maniera analoga alla pittura di Balthus. Non a caso il maestro francese, per quanto immerso nel fervido clima culturale della Parigi degli anni ’20 e ‘30, piuttosto che lasciarsi influenzare dalle numerose correnti artistiche che trovavano nei caffè e nei salotti della capitale il loro punto d’incontro, creò un mondo interiore tutto suo, influenzato in primo luogo dai grandi maestri del passato, quali Piero della Francesca o Nicolas Poussin. A rendere ancora più rarefatta l’atmosfera dei lavori di Hara è stata la decisione di utilizzare come location per le sue foto uno haikyo, ovvero un “edificio in rovina”, nello specifico una clinica costruita nel 1912, ma mai utilizzata e smantellata definitivamente nel 1960. In Giappone è pratica sempre più diffusa negli ultimi anni quella di andare alla ricerca di luoghi costruiti in tempi recenti ma ormai abbandonati, siti di un’archeologia industriale appartenente a un passato neanche tanto lontano, ma non per questo meno affascinante.
Attualmente la serie A Photographic Portrayal of the Paintings of Balthus è in tour alla volta dei più importanti centri artistici internazionali. Dopo essere stata esposta in diverse gallerie di Tokyo tra il 2009 e il 2011, a partire dal 2012 è stata esposta a Londra, Pechino, Los Angeles, Amsterdam, New York e Seoul, riscuotendo un notevole successo di critica e di pubblico. Non possiamo che augurarci che presto i lavori di Hisaji Hara vengano esposti anche in Italia, sperando che questo superbo fotografo continui a regalarci nuovi lavori capaci di eguagliare, se non superare, l’elevata qualità di questa serie.
Alcuni lavori di Hisaji Hara:
Per ulteriori informazioni visitare il sito: http://hisajihara.com/