Tre storie d’amore, tre tentativi di fuga da Tokyo, tre fallimenti. Questo è Una lenta nave per la Cina di Furukawa Hideo, un romanzo remix dell’omonimo racconto di Murakami Haruki.
Non sono mai riuscito a fuggire da Tokyo. Me lo sono chiesto un’infinità di volte: il confine è reale? Ma sì che lo è. E se pensate che stia mentendo, venite a dare un’occhiata voi stessi. Mi accingo a effettuare il tentativo finale. L’ultimo. Quel confine non è una frontiera. Tuttavia è impossibile andarsene quando si vuole, solo perché non serve un passaporto. Qui è dove sono nato, e dove forse sono destinato a rimanere per sempre. Questa è la cronaca del mio disastroso “esodo da Tokyo” e dei miei fallimenti. Tre, per l’esattezza.
Così inizia Una lenta nave per la Cina. Murakami RMX (Chūgoku yuki no surō bōto RMX中国行きのスロウボートRMX) di Furukawa Hideo, un breve ma intenso romanzo che vuole essere un vero e proprio omaggio al celebre Murakami Haruki. Uscita in Giappone nel 2003, l’opera è stata pubblicata in Italia nel 2020 da Sellerio nella traduzione di Gianluca Coci, e rappresenta solo un piccolo assaggio della produzione di Furukawa.
Dopo aver esordito scrivendo per il teatro, Furukawa si afferma come scrittore nel 2000 con Le tribù notturne dell'Arabia (Arabia no yoru no shuzokuアラビアの夜の種族) grazie al quale vince il premio Mystery Writers of Japan Award e il Japan SF Grand Prize. Escono poi i due romanzi, pubblicati anche in Italia, Tokyo Soundtrack (Saundotorakku サウンドトラック), considerata forse la sua opera più importante, e Belka(Beruka hoenai no ka? ベルカ、吠えないのか), finalista del premio Naoki. Nel 2006 si aggiudica il Mishima Prize con il romanzo LOVE e nel 2012 collabora alla raccoltaScrivere per Fukushima (Shinsai no fikushon no kyori震災とフィクションの 距離) a sostegno dei sopravvissuti del terremoto del 2011, una tematica verso la quale ha sempre mostrato una grande sensibilità.
Una lenta nave per la Cina nasce dalla collaborazione con altri tre autori per scrivere quattro remix di opere di Murakami Haruki, per questo il sottotitolo è “Murakami RMX”. Il romanzo di Furukawa Hideo riprende l’omonimo racconto di Murakami contenuto nella raccolta del 1993, L’elefante scomparso e altri racconti (Zō no shōmetsu tanpen senshū 象の消滅短篇選集), pubblicata in Italia per la prima volta nel 2001 da Baldini+Castoldi.
La struttura delle due opere è molto simile: il racconto di Murakami è scandito dagli incontri con tre cinesi che il protagonista ha avuto durante l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta. Allo stesso modo, il protagonista del romanzo di Furukawa rivive attraverso dei flashback tre storie d’amore avvenute negli stessi periodi. Non mancano poi gli elementi tipici di Murakami: le fidanzate peculiari, la dimensione onirica, Tokyo e soprattutto la musica, in particolare il jazz. Infatti, il titolo del racconto di Murakami fa riferimento al brano jazz On a slow boat to China di Frank Loesser, ma Furukawa riprende la cover di Sonny Rollins, sottolineando così che il suo è un romanzo remix. È nel post-scriptum della sua opera che Furukawa esprime tutto l’amore che nutre verso Murakami insieme a quello verso la musica e alla sua intenzione di scrivere un romanzo cover.
Ma forse la musica è ciò che mi ha dato di più, e che continua a darmi più di ogni altra cosa. È il dono più grande: la musica mi ha mostrato la via per andare avanti, per sopravvivere. […] Prendete le cover, per esempio. Reinterpretare oggi le grandi hit del passato. Con un rispetto profondo nei confronti di coloro che sono venuti prima. […] Ora perché non rifare più o meno lo stesso anche con le storie scritte? Così da recuperare l’amore per l’originale e collocarlo nel presente. Facendo risuonare le sue note […]
Un chiaro e personale omaggio all’indimenticabile racconto di Murakami Haruki: Una lenta nave per la Cina. La storia dove comincia la mia storia. Per me, Murakami è al centro di tutto, sublime e impareggiabile. La radice della mia stessa anima. Le sue storie mi hanno spalancato la via alla scrittura. Mi hanno aperto un mondo. […] Io come una scatola nera chiamata “Furukawa Hideo”, sono salito a bordo di una lenta nave per la Cina e ho cercato di raccontare il mio passato e il mio presente, la mia epoca. Incoscienza. Sogni. E amore nel senso assoluto di purezza.
Il romanzo inizia a Tokyo il giorno della vigilia di Natale con il protagonista, il cui nome non viene mai rivelato, che vaga per la città senza una meta e, immerso nei suoi pensieri, ripercorre la sua vita attraverso tre lunghi flashback che corrispondono sia alle sue tre storie d’amore sia ai suoi tre tentativi di fuga da Tokyo.
Il primo amore è arrivato durante l’infanzia, tra i banchi della scuola elementare, mentre il secondo negli anni dell’università. Infine, si innamora di una ragazza amante dei coltelli e della cucina, quando è ormai adulto e manager di un ristorante. Queste tre storie hanno tutte in comune l’esito annunciato all’inizio del romanzo: il fallimento non solo sul piano sentimentale ma anche del suo esodo da Tokyo.
Sì, questa è la mia vita. E non posso fuggire via. Dalla mia storia di fallimenti.
In tutto il romanzo è presentel’idea di un destino ineluttabile al quale il protagonista non riesce a sottrarsi. L’uomo cerca in ogni modo di combattere contro il destino e contro il karma per cambiare la propria sorte ma, nonostante questa lotta, qualunque tentativo di fuga si rivela inutile.
Non ero mai riuscito a fuggire da Tokyo: era innegabile, avevo già alle spalle due fallimenti totali. Forse faceva parte del mio destino. D’accordo, ma qualcuno aveva detto che il destino non si poteva combattere? Non credo proprio. Dovevo reagire, passare all’azione e lottare contro il mio dannato karma, il nemico numero uno.
La sua unica consolazione sono i sogni nei quali si rifugia. La dimensione onirica è rappresentata da una stanza di albergo dove un CD di Sonny Rollins riproduce il brano On a Slow Boat to China. È questa la parte del romanzo che più si avvicina allo stile di Murakami, nelle cui opere è sempre presente un mondo parallelo dai connotati onirici.
E poi c’è lei, Tokyo, gremita di persone, con i suoi quartieri, i suoi parchi, i suoi grattacieli e i suoi treni, una città in continua trasformazione e in movimento. Furukawa ne descrive con precisione i luoghi tanto che anche il lettore si perde nella sua vastità. In particolare dedica attenzione al quartiere di Suginami, dove si trova la casa natale del protagonista, all’isola artificiale Odaiba, alla lunga linea Yamanote e ai giardini di Hamarikyū. Inoltre, a scandire la storia principale si trovano dei capitoli intitolati “Cronache da Tokyo” dove l’autore espone alcuni fatti di cronaca della Tokyo degli anni Ottanta, Novanta e i primi Duemila, e sottolinea i cambiamenti che la città subisce negli anni.
Tokyo è l’altra protagonista del romanzo ma, al tempo stesso, ne è anche l’antagonista: un luogo immenso delimitato da un confine invisibile, una barriera invalicabile, impossibile da spezzare. In tutta l’opera traspare l’odio che il protagonista nutre verso questa città in cui si sente intrappolato e da cui cerca in tutti i modi di fuggire.
Muori, Tokyo! Maledetta!
Una lenta nave per la Cina è un romanzo breve ma – come è stato definito – visionario, enigmatico e sorprendente. Con quest’opera Furukawa non ha solo voluto rendere omaggio a Murakami, ma ha anche narrato la vita di un uomo che non si è perso d’animo nonostante i continui fallimenti. Dopo i tre tentativi di fuga, il protagonista si accinge a compiere l’ultimo e definitivo: riuscirà a farcela questa volta?
Non mi resta che oltrepassare il confine in segreto, come un clandestino. Stavolta devo farcela, è la mia ultima speranza.