Tratta dall’omonimo romanzo del 1975 di James Clavell, Shōgun è stata la serie televisiva più premiata ai prestigiosi Emmy Awards di questo settembre 2024, con ben diciotto premi ricevuti su venticinque candidature. Lo show ci trasporta indietro nel tempo, nel Giappone del 1600, dove la vita di un naufrago inglese si intreccerà irrimediabilmente con la precaria situazione politica che il paese stava attraversando al tempo. A interpretare i protagonisti di questi eventi, ispirati a fatti reali, sono gli attori Sanada Hiroyuki, anche produttore della serie, Sawai Anna e Cosmo Jarvis.
Ideata dagli statunitensi Rachel Kondo e Justin Marks, Shōgun è stata prodotta da FX Productions e distribuita in Italia attraverso il servizio di streaming Disney+, che ne ha reso disponibile un episodio a settimana a partire dalla fine di febbraio 2024, vincendo il premio per la Miglior Serie Drammatica dell’anno agli Emmy Awards, i più influenti e prestigiosi per la televisione americana, e ancora più di recente trionfando ai Golden Globe Awards in quattro categorie (Serie Drammatica, Miglior Attore Protagonista, Miglior Attrice Protagonista e Miglior Attore Non Protagonista).
Una delle sue particolarità più evidenti – e un grande pregio, senza dubbio – è l’uso preponderante della lingua giapponese, nel rispetto di un cast composto quasi interamente da attori madrelingua. Solo le scene che includono l’anjin, ovvero il barbaro, e cioè il comandante inglese John Blackthorne, e i pochi altri personaggi europei sono state girate in inglese e poi doppiate nelle varie lingue di distribuzione della serie.
Nonostante gli iniziali dubbi dei produttori su questa scelta, ciò non ha impedito a Shōgun di ottenere un successo senza pari, con ben nove milioni di visualizzazioni a livello mondiale nei primi sei giorni dall’uscita dei primi due episodi. Inoltre, come già accennato in precedenza, Shōgun è stata la serie TV più premiata non solo di questa edizione, ma di tutta la storia degli Emmy: Sanada Hiroyuki (Toranaga Yoshii nella serie) e Sawai Anna (che interpreta invece Lady Mariko) hanno ottenuto rispettivamente i premi per miglior attore e miglior attrice in una serie drammatica (premi confermati anche ai Golden Globe) e anche costumi, trucco, effetti speciali e musica sono stati premiati.
La serie si apre con il naufragio della nave dell’inglese John Blackthorne sulle coste del villaggio di Ajiro, nella penisola di Izu (a sud di Edo, l’attuale Tokyo). Questo territorio è sotto il controllo di Toranaga Yoshii, uno dei cinque membri del Consiglio di reggenza eletto dal Taiko – un reggente già ritiratosi dal suo compito, che continua però ad avere influenza politica – prima della morte di quest’ultimo due anni prima. Toranaga farà di Blackthorne prima un prigioniero e poi un alleato: finirà per conferirgli il titolo di hatamoto, ovvero suo vassallo, e gli chiederà di insegnare delle tecniche di combattimento occidentali al suo esercito in preparazione delle sfide che lo attendono.
Toranaga, infatti, si ritira dal Consiglio per evitare di essere accusato e condannato a morte, ma anche perché ha intenzione di scontrarsi con gli altri reggenti per ottenere il titolo di shōgun – ovvero di capo militare del Paese che, a differenza del Taiko, non risponde all’autorità dell’imperatore – e ottenere quindi il controllo dell’intero Giappone. A intrecciarsi con i giochi di potere del Consiglio di reggenza vi è poi la presenza dei gesuiti portoghesi, i quali da un lato hanno una grande influenza sulle decisioni prese dai tre reggenti cattolici, e dall’altro tentano di incriminare Blackthorne in quanto protestante.
Ma non sono solo gli intrighi politici al centro della trama: tra Blackthorne e Lady Mariko nasce infatti una relazione. Quest’ultima, convertita alla fede cattolica, funge da interprete durante gli incontri tra il comandante e Lord Toranaga. Mariko, fedele ai suoi principi e al suo signore per tutta la durata della serie, è inizialmente restia a mostrare interesse e affetto nei confronti dell’anjin, ma eventualmente cederà, lasciando così spazio a una storia d’amore che sarebbe stata nella realtà dei tempi impensabile.
A questo punto diventa indispensabile chiedersi quanto, effettivamente, la serie sia realistica e storicamente accurata. Per rispondere bisogna innanzitutto guardare al libro da cui questa è tratta, ovvero l’omonimo romanzo di Clavell, che si ispira in modo vago ad eventi e personaggi reali: tra i principali, Tokugawa Ieyasu (1543-1616) è il modello per Toranaga Yoshii, Hosokawa Gracia (1563-1600) quello per Toda Mariko, e William Adams (1564-1620) quello per John Blackthorne, ma non sono i soli.
La situazione politica riportata da Clavell e trasposta poi nella serie, invece, corrisponde largamente alla reale situazione politica del Giappone agli inizi del Diciassettesimo secolo: guerre e conflitti squarciavano il Paese mentre si succedevano al potere un governo dopo l’altro, nessuno forte abbastanza da imporre un controllo duraturo. Nel libro, tuttavia, tutti gli intrighi e gli intrecci più specifici sono frutto dell’immaginazione dello scrittore, che si è preso la libertà creativa di romanzare gli eventi e le relazioni tra i personaggi e, in parte, anche la cultura giapponese.
William Adams e Hosokawa Gracia non si sono infatti mai incontrati nella vita reale; è inoltre altamente improbabile che una relazione tra un ‘barbaro’ e una donna giapponese potesse svilupparsi al di fuori del contesto delle case di piacere, tenendo anche in considerazione che, generalmente, gli spazi frequentati dalle donne e quelli frequentati dagli uomini erano ben diversi.
Ritornando alla serie TV, si potrà forse avere l’impressione che alcune delle conversazioni riguardanti il ‘pensiero giapponese’ siano leggermente forzate, ma sicuramente non bisogna dimenticare che lo show si rivolge anche a persone le quali, con ogni probabilità, non conoscono molto della cultura nipponica e in particolare di quella più antica.
Tuttavia è bene evidenziare come, grazie alla presenza di Sanada tra i produttori e di uno staff composto principalmente da esperti giapponesi, lo show riesce a rimediare alle maggiori inaccuratezze del libro, trovando un buon equilibrio tra quelle che erano le reali tradizioni del tempo e una fedele trasposizione degli eventi narrati nel libro di Clavell.
Anche a livello linguistico si è giunti a un buon compromesso: la lingua usata in Shōgun è infatti un misto di giapponese moderno e forme letterarie più formali. Più di tutto, la moda e i costumi giapponesi del Seicento sono stati riprodotti fedelmente grazie a uno studio approfondito fatto su stampe dell’epoca.
Un altro aspetto innovativo della serie è il suo focus sulla prospettiva giapponese della storia invece che solo ed esclusivamente su quella di Blackthorne, come era invece successo in un precedente adattamento televisivo del 1980. Soprattutto, l’adattamento non cade in stereotipi orientalisti, tanto che la serie è stata ampiamente acclamata anche in Giappone.
A proposito di orientalismo, poi, è interessante osservare come la percezione e l’opinione del Giappone del comandante inglese si evolva nel corso delle puntate. Lo scopo iniziale della missione di Blackthorne, infatti, era quello di arrivare sulle coste giapponesi per poter stabilire rapporti commerciali e interrompere il monopolio dei portoghesi. Questo suo obiettivo non verrà abbandonato: Blackthorne cercherà di usare qualsiasi situazione a suo vantaggio, e sarà a lungo turbato e sconvolto dai costumi e dalle usanze giapponesi. Seppur non evidente in modo immediato, tuttavia, il marinaio impara a rispettare la cultura e le regole che ne derivano, tanto che, alla fine, tenterà di conformarvisi e arriverà ad ammettere davanti a Toranaga stesso quali fossero i suoi obiettivi inizialmente, in una delle scene più intense di tutta la serie.
Se siete appassionati di drammi storici e volete immergervi nell’atmosfera del Giappone del passato, Shōgun potrebbe essere quindi ciò che state cercando. Tenendo sempre a mente che si tratta di una versione romanzata di eventi e personaggi reali, questo show riuscirà facilmente a catturarvi con la sua estetica raffinata e la sua trama intrigante e piena d’azione, che vi farà dubitare di cosa accadrà fino alla fine.