Real World, scritto da Kirino Natsuo nel 2003, è stato pubblicato da Neri Pozza nel 2009 con traduzione di Gianluca Coci. È un romanzo cupo, incalzante, che va in profondità e cattura il lettore.
Una calda estate giapponese, quattro ragazze, un ragazzo, senza apparenti legami. Hori Ninna è la vicina di un ragazzo diciassettenne soprannominato il vermiciattolo, per il resto nulla li lega. Di lui sa solo che frequenta un prestigioso liceo, che la madre si vanta a destra e manca per il suo adorato e prodigo figlioletto, che il padre è il tipico impiegato della classe media.
Succede qualcosa, si sente un rumore. Hori, poco dopo, esce di casa per andare al doposcuola e incontra il vermiciattolo, nota in lui un’aria differente dal solito. Dopo di che gli eventi iniziano a correre: lui ha fatto qualcosa di grave, ed è in fuga. Ha rubato la bici della sua vicina di casa Hori e, trovando nel cestino il telefono della ragazza, si mette in contatto con le sue amiche. Le quattro ragazze un po' per gioco, un po' per curiosità, lo aiutano, fornendogli una bici e procurandogli un cellulare. Così facendo innescheranno una catena complessa e inarrestabile di eventi.
In questo come in altri romanzi di Kirino Natsuo, l'elemento crime si fonde con la critica sociale. Questa volta, il punto di partenza è il sistema scolastico, che può essere considerato uno degli elementi fondanti della società giapponese. Infatti laurearsi presso una università prestigiosa consente di accedere a un buon impiego e quindi assicura una vita agiata. Di conseguenza viene a generarsi una fortissima competizione tra bambini e ragazzi che ogni anni sostengono impegnativi esami di ammissione a scuole medie e licei quotati. I quali a loro volta consentono un accesso privilegiato e semplificato all'università desiderata. Questo sistema, profondamente radicato nella struttura sociale, crea inevitabilmente nei giovani un disagio, che purtroppo può anche sfociare nel suicidio. Proprio da questo legame così stringente l'autrice sposta il focus sui giovani e ne descrive la condizione. Gli sguardi sono rivolti alla situazione femminile, e non a caso quattro dei protagonisti sono giovani ragazze. La solitudine e i rapporti interpersonali, il modo in cui si percepisce una ragazza all'interno della società, la distanza tra amiche e l'incapacità di arrivare a conoscersi reciprocamente, in un'età nella quale non dovrebbero crearsi barriere.
La narrazione si snoda dal punto di vista dei personaggi e ogni capitolo è raccontato in prima persona da uno dei cinque protagonisti del romanzo. Se si può muovere un piccola critica, l’approccio narrativo manca di realismo, si percepisce una Kirino spaccata in quattro, ma ogni personaggio, nel profondo, ha dei punti in comune con gli altri, proprio perché la matrice è la stessa. Naturalmente, la fiction consente questo e altro. Il romanzo mira non solo a criticare la società ma anche a leggere la realtà, il che conferisce alla trama una forte capacità di coinvolgere il lettore.
Kirino Natsuo è una delle autrici contemporanee più tradotte in Italia, tra i suoi romanzi ricordiamo Le quattro casalinghe di Tōkyō , Morbide guance, Grotesque, Pioggia sul viso, La notte dimenticata dagli angeli, Una storia crudele, L'isola dei naufraghi, In. Celebre per i suoi romanzi noir ha appassionato e avvicinato i lettori alla declinazione giapponese del genere: vi invitiamo a leggere le altre recensioni sul nostro sito. Chi volesse invece discostarsi dal noir e provare qualcosa di diverso, può leggere L'isola dei naufraghi.