NipPop

Piccolo sguardo su un angolo remoto delle terre di Yamato

16 Luglio 2021
Simona Di Napoli

I protagonisti dei più famosi miti giapponesi in nuove fiabe, raccontate da Laura Imai Messina nel libro Goro Goro. La pesca della stella, il viaggio di Daruma e altre storie giapponesi, pubblicato in Italia da Salani Editore con le illustrazioni di Philip Giordano.

«Di’ pure tutte le bugie che vuoi, ma ricorda di dare sempre ad ognuna un titolo e di chiamarle “storie” oppure “fiabe”»

Per gli italiani più appassionati di Giappone il nome di Laura Imai Messina è ben noto: docente universitaria di lingua italiana a Tokyo, fondatrice del blog e della pagina Facebook Giappone mon amour, autrice di libri di successo come Tokyo Orizzontale, WA. La via giapponese all’armonia, Tokyo tutto l’anno e Quel che affidiamo al vento

Ma l’autrice ha anche due bambini, che parlano italiano e giapponese e amano leggere le fiabe nel futon: ecco come nasce in lei l’idea di realizzare un libro di letteratura per ragazzi, con protagonisti alcuni famosi personaggi della mitologia giapponese. In dodici racconti, si conoscono le storie di figure un po’ bizzarre e curiose che abitano nelle terre di Yamato, vivendo avventure difficili da immaginare, scoprendo come trasformare in pregi i propri difetti e – soprattutto – imparando dai propri errori. 

Perché se il mondo non lo si riesce a sistemare per dritto, si deve provare a sistemarlo per rovescio

Molti possono conoscere il saggio bonzo Daruma, ma non sanno che in passato la sua particolare rotondità fisica era per lui un impiccio, prima di cadere tante volte fino a perdere ogni arto, e scoprire che lo scopo del suo viaggio era proprio quello di trovare la “forma giusta” della saggezza: più rotonda che mai. Nota ai più è anche la travagliata storia d’amore tra Ori-hime e Hitsuji-boshi che è all’origine della festività di Tanabata, ma non tutti sanno che il demone del vento Fūjin, geloso, fa spesso i dispetti alla principessa e senza alcun senso della misura: una sera, grazie alle forti raffiche di vento che si diverte a soffiare, arriva a scaraventarla per sbaglio nel fiume maledetto Ori-gawa, dove vive la giovane Hashi-hime nelle sembianze di uno spaventoso mostro marino; per fortuna Hashi-hime porta Ori-hime in salvo, e alla fine Fūjin si prende una bella strigliata dalla madre, imparando ad accettare le sconfitte in amore. 

«Anche un gattaccio cattivaccio con un po’ di pazienza può diventare un gattino carino. […] Tutto può cambiare in questo mondo. Nelle terre di Yamato soprattutto…»

Le terre di Yamato sono lontane sia nel tempo che nello spazio ma, non appena si entra in questo mondo, presto ci si accorge che ogni villaggio è connesso all’altro e che i protagonisti di ciascuna storia vivono le proprie avventure negli stessi momenti. Ad esempio, mentre Momotarō, Urihime e Imotarō cercano di difendersi dagli Orchi Dentoni, tutti vengono interrotti dall’insolita scena di una gigantesca palla rossa, che rotola a tutta velocità nella foresta sotto la scorta di numerosi uccellini: è Daruma nel pieno del suo viaggio per diventare bonzo, in compagnia dei suoi nuovi amici. 

Ogni abitante, inoltre, conosce Uguisu, l’uccellino che ha imparato a comprendere la lingua degli animali e degli esseri umani grazie alle stagioni, ma che non riesce mai a stare zitto, rovinando sempre la festa a tutti, finché la Primavera non lo assumerà come annunciatore personale. Il bambino di fango Daidara-bocchi, però, senza il suo aiuto non sarebbe mai riuscito a diventare l’eroe di cui tanti abitanti dei villaggi di Yamato avevano bisogno, né la nobile Mao si sarebbe mai ricongiunta alla sua compagna di sogni Haruko, se le chiacchiere di Uguisu non avessero viaggiato in lungo e in largo. Non bisogna poi dimenticare Uso-tsukino, il bambino che ama raccontare bugie per stupire la gente, che si ritrova ad assistere in un solo giorno a quasi tutte le vicende dei protagonisti del libro: avventure così incredibili e assurde per quanto vere, difficili da credere anche se fossero raccontate dal bambino più sincero del mondo. 

«Le cose vere sono molto più divertenti e assurde delle cose inventate […]. Basta girare un po’ il mondo»

Nonostante l’autrice ritenga che per scrivere delle storie dedicate ai bambini si debba spogliare ogni racconto dalle belle frasi, delle morali forzate e dell’eccessivo egocentrismo, ogni capitolo di Goro Goro.La pesca della stella, il viaggio di Daruma e altre storie giapponesi racchiude in sé degli insegnamenti preziosi, espressi attraverso frasi che, nella loro semplicità, sono capaci di avere un forte impatto; quasi a dimostrare che, a volte, non c’è bisogno di elaborazioni eccessive per imparare qualcosa, ma è necessario lasciarsi trasportare dalla storia senza troppe pretese o aspettative. Leggendo le avventure della volpe Ko-kitsune-ne, per esempio, si capisce subito che il suo essere troppo timorosa è un difetto a cui lei dà troppo peso: il resto del mondo all’inizio non si accorge nemmeno dei suoi rumorosi starnuti della paura, che alla fine diventeranno il motivo per cui verrà considerata una delle più brave volpi della parata. 

Insomma- spiegava Ko-Kitsune-ne alle volpi piccole come lei era una volta- la paura non era una cosa brutta. Anzi, talvolta, dalla paura venivano fuori cose meravigliose.

La semplicità è l’elemento caratteristico che fa sì che questo libro risulti adatto a un pubblico molto ampio: mentre i più piccini ammirano le colorate illustrazioni di Philip Giordano e si divertono a ripetere le frequenti onomatopee che decorano i dialoghi, i più grandi hanno la possibilità di ritagliarsi un po’ di tempo per viaggiare con la fantasia attraverso una lettura leggera, traendo – se vogliono – insegnamenti che spesso si dimenticano durante la crescita. Goro goro, infatti, è un’onomatopea che si usa in Giappone in riferimento ai momenti di relax, in cui si gode del tempo che si ha a disposizione. 

E così anche questa storia continua altrove ma qui finisce. 

In un tempo lontano, bugiardo e falsamente lontano.

In un angolo remoto delle terre di Yamato.

Prossimi eventi

Articoli recenti

Midnight Diner e Samurai Gourmet: gustare lo spazio urbano

Non è un segreto che, come l’Italia, il Giappone abbia una ricchissima cultura culinaria profondamente intrecciata e collegata alle sue città: dalle semplici e popolari izakaya alla famosa e rinomata cucina kaiseki, la cucina giapponese riflette perfettamente il connubio tra tradizione e modernità che sta alla base dell’identità di questo meraviglioso Paese. Serie tv come Midnight Diner (Shin’yashokudō in originale) e il più recente Samurai Gourmet sono mezzi perfetti per dare un’occhiata, seppur sfuggente, all’interno di questo angolo di cultura giapponese e per gettare luce su come il cibo plasmi la vita nelle città e favorisca connessioni tra individui e comunità diversi. Midnight Diner è una serie televisiva antologica del 2009 composta da tre stagioni, diretta da Joji Matsuoka e basata sul manga omonimo scritto da Yarō Abe. Il programma viene successivamente ripreso da Netflix che, tra il 2016 e il 2019, produce altre due stagioni con il titolo di

Leggi tutto

NipPop x FEFF26 – “Ichiko”, di Toda Akihiro

Cosa significa essere al mondo? Avere consapevolezza di sé ma non avere riconoscimento legale, essere a tutti gli effetti “invisibile” alla società? Ichiko, l’ultimo lavoro del regista Toda Akihiro presentato al Far East Film Festival di Udine, parte da un semplice pretesto narrativo – la misteriosa sparizione di una ragazza – per andare a esplorare problemi strutturali e spesso nascosti insiti nella società giapponese.

Leggi tutto

NipPop x FEFF26 — Ricordi di viaggio e d’amore: “18×2: Beyond Youthful Days”

“Viaggiare è interessante perché non sai mai cosa accadrà” è uno dei motti della solare Ami, partita dal Giappone per un viaggio on the road alla scoperta di Taiwan in compagnia dei suoi fidati acquerelli. Giunta nella movimentata città di Tainan, la sua strada si incrocia con quella di Jimmy tra le mura di uno scialbo karaoke bar di provincia. La ragazza ben presto si guadagna un posto nel cuore del giovane ed impacciato liceale, un posto che ancora occupa a distanza di diciotto anni quando sarà lui, ormai adulto, a partire a sua volta inseguendo il ricordo di quell’amore estivo.

Leggi tutto