Il 2 dicembre 2019 si è tenuto a Parigi il secondo incontro annuale che dal giugno dell’anno scorso riunisce sotto il medesimo tetto dell’Institut national des langues et civilisations orientales (INALCO) ricercatori e autori del panorama letterario post Fukushima. La journé d’études è stata ancora una volta il frutto della collaborazione tra Anne Bayard-Sakai, portavoce dell’Institut français de recherche sur l'Asie de l'Est (IFRAE) e Kimura Saeko dello Tsuda College di Tōkyō, massima esperta nel campo della letteratura giapponese contemporanea seguita all’11 marzo 2011.
La triplice catastrofe di sisma, tsunami e incidente nucleare occorsa alla centrale di Fukushima Daiichi trova ormai concordi autori e critica nel considerare l’11 marzo – spesso abbreviato in 3.11 – una data spartiacque per la produzione letteraria giapponese: non solo la scrittura, ma anche la lettura sembra aver subito il trauma della perdita e dell’abbandono, concretizzandosi in quell’incapacità di scrivere o di leggere avvertita da molti autori subito dopo il disastro.
Questa apparente impotenza della letteratura di fronte al trauma collettivo è stata considerata da numerosi autori giapponesi come la sfida a farsi strada nel silenzio per verbalizzare, ognuno secondo la propria percezione letteraria e stilistica, dolore, lutto e rabbia, dando vita ad opere di fiction e nonfiction capaci di appassionare sia il pubblico giapponese che quello d’oltreoceano.
Fra questi, Ōe Kenzaburō, Takahashi Gen’ichirō e Tawada Yōko sono stati protagonisti di questa giornata di studi magistralmente diretta da ricercatori affermati nel campo come Daniel O’Neill (UC Berkeley) e Dan Fujiwara (Université Toulouse). La sessione pomeridiana dell’incontro è stata invece dedicata a una lettura polifonica di Radio Imagination, un romanzo firmato Itō Seikō, disponibile in versione italiana nella traduzione di Gianluca Coci per Neri Pozza (2015).
Il racconto ruota attorno a una voce narrante immaginaria, che sembra trasmettere il proprio programma radio per via telepatica a coloro che come lui, DJ Ark, sono stati spazzati via dalla furia dello tsunami.
La presenza ad INALCO dello scrittore, compositore, musicista Itō Seikō, ha gettato nuova luce sulla molteplicità di significati possibili del romanzo e del ruolo che la radio, la musica e, più in generale, la voce, assumono nel comunicare il trauma. In Radio Imagination infatti, la condivisione che ne scaturisce sembra essere in grado di consentire, sia a vittime che superstiti, di “passare oltre”.
L’intervista condotta da Sakai e Kimura ha interrogato non solo l’autore ma la stessa audience circa l’ormai impellente necessità di definire la produzione post Fukushima: un interrogativo che da quasi un decennio stimola l’investigazione della critica e che intende qualificare la produzione letteraria che ha per oggetto l’11 marzo in contrapposizione al panorama della letteratura giapponese contemporanea in generale, per natura cronologicamente inquadrata come “post-3.11”.
Tra gli aneddoti rivelati dall’autore in sede di intervista, la sorpresa più attesa dai suoi lettori accaniti: sembra che l’incipit di un nuovo racconto abbia preso avvio proprio a Parigi, in occasione di questa giornata di colloqui. Per fare eco alla voce radiofonica dell’autore, è proprio il caso di dire: stay tuned!