Il 26 giugno al Cinema Ritrovato il primo appuntanto con la sezione dedicata al Giappone “Armoniosa ricchezza – Il cinema a colori in Giappone” e con un classico della cinematografia nipponica, Karumen Kokyō ni Kaeru – カルメン故郷に帰る (“Carmen torna a casa”), primo tentativo nella storia della filmografia giapponese di realizzare un lungometraggio a colori.
La pellicola, realizzata nei primi anni ’50 dall’affermato regista Keisuke Kinoshita, riesce certamente nel suo intento: girata quasi interamente in una piccola cittadina ai piedi del monte Asama, brilla di colori intensi e vivaci, colpendo l’occhio e guidandolo all’interno della comicità brillante del film. I suggestivi paesaggi, infatti, sono certamente uno dei punti di forza della pellicola, e la luce naturale rende al meglio il procedimento a colori.
I colori dell’ambientazione vengono poi completati da quelli dei costumi delle protagoniste: Carmen e Maya entrano in scena con abiti dai colori sgargianti, la prima con un vestito rosso fuoco, e la seconda con un abito a strisce gialle e nere.
La trama è in sé molto semplice: Kin, nata e cresciuta in un paesino di provincia, decide di partire per l’avventura verso Tōkyō, col sogno di diventare una ballerina famosa. Il film racconta il periodo in cui la ragazza, che ha effettivamente avuto successo nella capitale come spogliarellista, assumendo il nome d’arte di Lily Carmen, fa ritorno nel suo villaggio natale con l’amica Maya per far visita al padre malato. Gli abitanti del villaggio rimangono sconvolti dall’atteggiamento delle due giovani, genuinamente convinte che lo spogliarello sia una forma d’arte come le altre. Lo scandalo si mescola però a una forte curiosità per la nuova tendenza all’indipendenza della gioventù giapponese. Si tratta di una commedia divertente, dall’atmosfera buffa e rarefatta, sempre pronta a lanciarsi in digressioni musical e a strapparci numerosi sorrisi.
L’approccio satirico di Kinoshita, tuttavia, non gli impedisce di produrre contenuti seri e profondi: vengono presi di petto i moralismi della società giapponese dell’epoca e interpretate le nuove tendenze dovute alle trasformazioni che stanno stravolgendo la società del dopoguerra. I personaggi, tuttavia, non vengono mai giudicati, ma solamente presentati per quello che sono nella realtà, ed è proprio questo realismo che rende Karumen Kokyō ni Kaeru un classico del cinema giapponese.
Assolutamente da non perdere!
Piccola curiosità: per la resa a colori le attrici dovevano indossare strati molto pesanti di make-up che rendessero la naturalità del loro incarnato anche sullo schermo. Poiché in molte scene le due protagoniste appaiono semi svestite, quel pesante trucco doveva essere applicato su tutto il corpo, tanto che l’interprete di Carmen, Hideko Takamine, affermerà: A un certo punto ho pensato davvero che non sarei uscita viva da questo film.