L'ultimo appuntamento con il cinema giapponese organizzato dall'edizione 2016 del Cinema Ritrovato, a cui abbiamo partecipato, è stato quello, lo scorso 27 giugno, con il film Jazz Musume Tanjō (ジャズ娘誕生), in italiano “È nata una cantante di jazz”.
Questa commedia musicale, rivolta al pubblico giovane della seconda metà degli anni ’50, ha una trama molto semplice, alla Cenerentola: la protagonista, Midori, si ritrova a dover provvedere a se stessa e ai suoi fratelli dopo l’abbandono da parte del padre e la morte della madre, lavorando come venditrice di olio di camelia. Appassionata di musica e di canto, viene notata da una compagnia itinerante alla quale decide di unirsi, per non lasciarsi sfuggire l’opportunità di far decollare la propria carriera. Dopo una serie di vicissitudini, Midori e il suo collega-rivale Haruo riescono finalmente a coronare il loro sogno: esibirsi nel prestigioso distretto di Maronuchi a Tokyo. Il film trova dunque il suo culmine in un bellissimo spettacolo musicale.
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il Giappone venne culturalmente segnato dall’occupazione statunitense, e le innovazioni che subentrarono in tutti gli aspetti della vita quotidiana della popolazione provocarono un grande cambiamento soprattutto nella gioventù metropolitana, che si sentiva ormai distante e in contrapposizione con la tradizione incarnata dalla vecchia generazione.
Jazz Musume Tanjō è, sotto questo aspetto, un’importante testimonianza del proprio tempo, poiché nelle varie vicissitudini dei protagonisti rispecchia, con leggera e spensierata comicità, le trasformazioni e i travagli che interessavano la società dell’epoca. In questo discorso, ad esempio, si inseriscono le varie difficoltà incontrate dai giovani artisti del film, che in campagna faticano ad affermarsi con la propria musica, vedendosi regolarmente passare avanti artisti tradizionali in abiti tipici. In città, tuttavia, tutto diventa possibile e a portata di mano.
Parallelamente vediamo svilupparsi un’altra trama, quella della storia d’amore tra Midori e Haruo. Anche questo ramo della storia ha un importante ruolo come specchio della società del dopoguerra: la personalità forte di Midori e i continui bisticci tra i due ragazzi sono il riflesso del nuovo mondo femminile, di una società dove le donne hanno finalmente conquistato indipendenza e autonomia, e dove gli uomini devono, ancora titubanti, accettare la nuova realtà.