Brandelli d'incanto, fiabe senza tempo, personaggi unici in ambientazioni eteree: ecco le storie de “Le stelle gemelle e altri racconti” di Kenji Miyazawa.
Non è un caso che Kenji Miyazawa sia considerato uno dei maggiori autori giapponesi di letteratura per ragazzi: i suoi dōwa, ovvero fiabe e brevi racconti indirizzati al pubblico giovane, sono storie delicate, quasi impalpabili, che riescono a conquistare i piccoli lettori con facilità. Nato nel 1896, Miyazawa si dedicò all’insegnamento, ai racconti e alla poesia; pittore e musicista dilettante, i suoi interessi traspaiono nel suo stile di scrittura, che “scivola” dolcemente, quasi a tratteggiare un mondo dai confini diluiti.
È un mondo etereo quello che viene dipinto all’interno dell’antologia Le stelle gemelle e altri racconti (traduzione di Anita Luna Banchero) – raccolta del 2018 di Asiasphere, collana della casa editrice Atmosphere Libri – un mondo fatto di stelle bambine, animali parlanti, topolini saccenti e comete malvagie. Nello scenario immaginario di Ihatov, toponimo inventato da Miyazawa che rimanda alla sua terra natia, la prefettura di Iwate, ogni cosa si fa personaggio, e ogni personaggio si fa portatore di dubbi, dolcezze, avventure. Diciassette storie, alcune di pochissime pagine, che immergono il lettore nell’atmosfera incantata di un universo magico; i piccoli dettagli sono quasi appoggiati tra le righe della narrazione, e le ambientazioni risultano appena tratteggiate, con un tocco leggero come di un pennello.
Le nuvole erano scomparse lasciando il cielo che splendeva come acciaio appena fuso illuminato da una luce ghiacciata. Prima di esplodere, qualche piccola stella sparuta si unì, e l’asse del mulino ad acqua cigolò mentre girava.
Paesaggio della prefettura di Iwate
Le stelle gemelle è il titolo della fiaba che dà il titolo alla raccolta, la prima e in un certo senso la più rappresentativa di quello che significa leggere Miyazawa: Chunse e Pouse, due piccole stelle gemelle che durante la notte suonano i loro flauti d’argento per guidare il canto degli astri che si sono messi in viaggio, ne sono i protagonisti.
Sulla riva occidentale del Fiume del Cielo si possono vedere due piccolissime stelle azzurre. Sono le due stelle gemelle Chunse e Pouse nei loro piccoli templi di cristallo, posti uno di fronte all’altro. Ogni sera i due vi ritornano e, seduti compostamente, per tutta la notte suonano il flauto accompagnando il canto di viaggio delle stelle. Questo è il loro compito.
Una storia dolcissima, in cui le due piccole stelle, mosse da ingenuità e compassione, dimostrano bontà nei confronti della malintenzionata Stella della Scorpione, ferita dopo un litigio con il Corvo, e per questo verranno ringraziate dal Re in persona.
Il punto di forza di questi racconti risiede forse nella delicatezza dello stile. Può non essere semplice leggere favole per bambini, che agli occhi di un adulto potrebbero risultare ripetitive, talvolta banali. Ma nel leggere le fiabe di Miyazawa tale eventualità non può esistere. Sono episodi, brandelli di vicende, molti senza quell’intento di moralità che rischia di tramutare le storie da semplici a prevedibili; al contrario i personaggi, le ambientazioni, quella elementare e pura voglia di raccontare, rendono alla perfezione la magia e la dolcezza necessarie a incantare i più piccoli. E in questo caso anche i più grandi.