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La colpa – Higashino Keigo

14 Giugno 2016
Claudia Catalano

Higashino Keigo, nato a Ōsaka nel 1958, è famoso non solo in Giappone ma anche oltreoceano per la sua letteratura mistery, grazie alla quale ha anche vinto numerosi premi, come il rinomato premio Edogawa Ranpo. La colpa (titolo originale Tegami), traduzione italiana di Anna Specchio, invece, nelle prime pagine dà spazio a un evento scabroso, ma a differenza degli altri romanzi di Higashino non si sviluppa nella ricerca di un colpevole, come è tipico del genere giallo.

La storia racconta la vita del giovane Naoki che, rimasto orfano, vive con il fratello maggiore Tsuyoshi che si occupa di lui. Costretto dalla necessità di denaro e dalla scarsa istruzione, Tsuyoshi deve svolgere i lavori manuali più faticosi e, nonostante i fortissimi dolori fisici che questi gli procurano, continua imperterrito a sfruttare ogni briciola di energia per il bene del fratellino. Sono infatti l’amore per Naoki e le aspettative che nutre per il suo futuro che lo spingono a tornare in una delle case in cui ha lavorato come traslocatore per rubare i risparmi di una anziana signora, che a suo parere ha meno bisogno di quel denaro rispetto a lui. Purtroppo, come ci si può facilmente aspettare da un ladro inesperto, si fa cogliere in flagrante dalla padrona di casa, che, cercando di chiamare la polizia, segna la sua condanna a morte. Infatti Tsuyoshi, preso dal panico e dai forti dolori alla schiena, con le ultime forze che gli rimangono la uccide conficcandole un cacciavite nel collo, e, ormai incapace di fuggire, viene catturato dalla polizia.

Il focus dei capitoli successivi è tutto sulla vita di Naoki dopo il processo e la sentenza della pena per il fratello. Il ragazzo, che frequenta l’ultimo anno delle scuole superiori, non solo è costretto a trovarsi un lavoro per sopravvivere, ma è conscio fin da subito anche del fatto che dovrà rinunciare a molte cose nel suo futuro, prima tra tutte l’università a cui tanto teneva Tsuyoshi. Dopo essere stato cacciato dalla casa in cui vive perché non è in grado di pagare l’affitto, trova aiuto nel professor Umemura, che gli procura un lavoro in un ristorante etnico, a patto che non racconti nulla di suo fratello, in quanto la vicenda lo metterebbe in cattiva luce agli occhi del proprietario. Dopo mesi in cui il lavoro procede a gonfie vele e tra Naoki e il suo capo si instaura un ottimo rapporto, alcuni ex-compagni di classe delle superiori che stanno festeggiando con fiumi di alcol la fine degli esami, si lasciano sfuggire che Tsuyoshi è in prigione per rapina e omicidio. Nonostante il proprietario decida di non licenziare Naoki, il ragazzo si rende conto che il comportamento dei clienti abituali è cambiato nei suoi confronti e che il clima generale del ristorante è diverso ora che il suo segreto è stato svelato, così decide di licenziarsi e cercare un altro impiego.

Il filo conduttore di tutta la narrazione è proprio la discriminazione che Naoki subisce in tutti gli ambiti della propria vita. Spesso si ritrova a perdere il lavoro o a essere emarginato nei ruoli e negli spazi più infimi perché si scopre che è imparentato con un omicida, e, sebbene cerchi di tenerla nascosta in tutti i modi, l’esistenza del fratello lo perseguita. Il tutto è scandito dalle lettere che arrivano precise una volta al mese, tutti i mesi, da parte di Tsuyoshi rinchiuso in carcere, dalle quali si evince come i due fratelli scontino la pena in modi differenti. Infatti se per Naoki è difficile sopravvivere da solo, dovendo lavorare e studiare per cercare di migliorare la propria posizione, tentando di eludere i pregiudizi della società nei suoi confronti, per Tsuyoshi è tutto molto più semplice in quanto non è a contatto con gli sguardi torbidi e i giudizi negativi delle persone, ma è rinchiuso in un mondo più ristretto che attraverso le sue parole risulta sia al fratello che al lettore molto più semplice da affrontare e da vivere. Perché, sebbene le sue lettere siano controllate e censurate prima di essere spedite, sembra proprio che Tsuyoshi stia bene nella sua cella e che la sua unica preoccupazione sia la vita di Naoki. Sensazione che traspare anche dal fatto che le lettere non mancano mai di arrivare puntuali ogni mese, nonostante Naoki smetta di rispondere perché stanco di fingere che la sua vita non sia complicata. Le lettere sono così insistenti da diventare fastidiose persino per il lettore, ed è proprio l’arrivo di una di queste nel momento sbagliato che metterà Naoki in condizione di rinunciare alla ragazza che ama.

In mezzo alla catena di eventi negativi che si concludono sempre nella rinuncia di Naoki a qualcosa o a qualcuno, gli rimangono vicini l’amico Terao Yūsuke, con il quale condivide la passione per la musica e il canto, e l’ex collega Shiroishi Yumiko, che si innamora di lui sin dal primo momento che lo vede e che lui finisce per sposare quando si rende conto che è l’unica persona che lo ama e lo sostiene davvero, nonostante tutto. Sebbene lei stessa lo esorti a continuare a scrivere al fratello, Naoki quando anche sua figlia diventa vittima della discriminazione da parte delle altre madri che impediscono alle figlie di giocare con lei all’asilo, decide che sia per se stesso che per la sua famiglia è meglio tagliare completamente in ponti con lui.

Imagine di Jhon Lennon diventa la colonna sonora del romanzo: è la prima canzone che Naoki impara a memoria e canta in pubblico al karaoke, e simboleggia il suo desiderio di vivere in un mondo privo di discriminazioni e pregiudizi. Stanco di essere allontanato solo perché fratello di un criminale, vuole poter essere libero di scegliere quello che vuole senza la costrizione a mentire per nascondere la sua dura realtà familiare. Sarà il suo caro amico Terao a regalargli l’occasione di vedere il fratello per l’ultima volta, cantando proprio Imagine durante un concerto per i detenuti. Solo vedendolo da lontano, Naoki si emoziona e non riesce più a far uscire un filo di voce, mentre dentro di sé grida verso Tsuyoshi e si chiede se un giorno riusciranno mai a essere ancora felici insieme, segno dell’indissolubile legame di sangue che li unisce. È proprio questo il culmine del dramma interiore di Naoki che induce il lettore alla commozione, chiedendosi se qualcuno di loro due abbia effettivamente una colpa. È forte la critica alla società del Giappone contemporaneo che favorisce la famiglia tradizionale e fatica ad accettare qualsiasi tipo di eterogeneità: è davvero giusto che qualcuno sia allontanato solo perché parente di un criminale?

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