Tokyo tutto l’anno è l’ultimo e recentissimo romanzo di Laura Imai Messina, fondatrice del famoso blog Giappone mon amour, divenuto negli ultimi anni un vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati del Sol Levante, e scrittrice di successo sin dal suo debutto letterario nel 2014 con Tokyo orizzontale.
Ma quest’autrice non si limita ad ambientare i suoi romanzi nella metropoli più grande e sorprendente del Giappone: ci vive in prima persona da ormai quindici anni, da quando a ventitré anni ha deciso di trasferisi per perfezionare quella lingua, i cui segni l’avevano sempre attratta e affascinata. L’amore per i kanji la guida attraverso la scoperta di un amore sempre più sconfinato per l’intera cultura nipponica e per quella che diventerà negli anni la sua nuova casa: Tokyo. Un amore che vive nella semplicità della quotidianità, nel calore della sua famiglia – è proprio qui che incontra Ryōsuke, l’uomo che ora è suo marito da più di dieci anni e il padre dei suoi due figli, Sōsuke ed Emilio – e nella continua scoperta di un luogo che è casa ma che non sembra cessare di crescere ed evolversi nemmeno per un istante, proprio come un bambino.
Tokyo sembra sempre in costruzione. Da bruco a farfalla, da farfalla a rondine, da rondine a sasso, da sasso a palazzo, da palazzo a bosco, da bosco a… È in uno stato di infanzia perenne, come una bambina che a guardarla non pare diversa, ma poi confrontandola con le fotografie – l’album aperto una domenica sulle ginocchia – emerge strabiliante nella differenza. Esiste forse descrizione più azzeccata e allo stesso tempo delicata per questa metropoli così unica, sconfinata e sorprendente? E l’intero romanzo, in sole 290 pagine e anche grazie alla bellezza delle illustrazioni di Igort, riesce a catturare tutto questo: la vera essenza di Tokyo. Laura Imai Messina ci accompagna in una metropoli famigliare e altrettanto capace di rivelarsi una continua scoperta.
Mi piace l’idea di definire questo libro una sorta di guida turistica del cuore. Il racconto di un viaggio assaporato con la curiosità della scoperta e la calma della quotidianità. Un viaggio che dura da una vita intera – che l’autrice intraprende infatti già nei suoi desideri ancora prima dell’inizio vero e proprio della sua vita a Tokyo e del suo innamoramento a più fasi per questa metropoli – racchiuso in piccole dosi, una per ogni mese dell’anno. Dopo un breve prologo nel quale ci racconta come e quando è arrivata per la prima volta a Tokyo, la scrittrice divide infatti il suo “viaggio sentimentale” in dodici capitoli, uno per ogni mese dell’anno, introdotti proprio dai kanji che rappresentano e descrivono questi ultimi, oltre che da brevi paragrafi che meglio ci illustrano lo stretto rapporto tra i caratteri, il loro significato e il loro legame con la cultura giapponese. Grazie a queste speciali pagine di cui l’autrice con le sue profonde conoscenze linguistiche, etimologiche e culturali ci fa dono, scopriamo ad esempio che gennaio è il mese degli affetti perché ha in testa il kanji di mutsu, dall’aggettivo mutsumajii, che indica l’armonia nei rapporti interpersonali; oppure che ottobre è il mese senza dei, perché è il mese in cui, secondo il calendario lunare, gli dei del pantheon giapponese lasciarono le proprie dimore, dislocate nei vari templi e santuari del paese, per raccogliersi tutti nella prefettura di Shimane, nel santuario di Izumo Taisha.
Con un numero davvero sorprendente di dettagli e curiosità culturali e personali, Laura Imai Messina ci accompagna nei diversi quartieri della città, in un percorso scandito dai dodici mesi dell’anno e dalle infinite sensazioni che Tokyo è in grado di suscitare con ogni suo quartiere, tempio o santuario, viale, ponte, museo, ristorante o parco. Non solo luoghi ma anche tradizioni, feste e usanze che sembrano scandire un tempo ancora sospeso nonostante l’avanzare inarrestabile della modernità. Perché questo viaggio, così incredibile e mutevole e allo stesso tempo così semplice e famigliare racconta proprio tutto questo: racconta Tokyo. Quel luogo del cuore che è congiunzione e interruzione, dove siamo tutti destinati all’incontro e dove tornare non elimina i ricordi ma ne crea di nuovi; si irrobustisce anzi la memoria perché Tokyo cambia costantemente, non ti permette quasi mai di fare ritorno, di replicare il passo in posti dove sei già stato una volta.
Tutto questo è Tokyo. Un viaggio che dura tutto l’anno. Un viaggio che dura tutta una vita.