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Il ritorno di Gojira

10 Luglio 2017
Camilla Pilotti

Correva l’anno 1954 quando Ishirō Honda diede alla luce il primo Gojira (in inglese reso come Godzilla). Fu solo l’inizio di una storia proseguita per molto tempo con la realizzazione di ben 29 film ufficialmente prodotti dalla Toho Company Ltd, compreso il più recente Shin Gojira di Hideaki Anno uscito nelle sale giapponesi nell’estate 2016, con un successo che non accenna a diminuire e anzi raccoglie sempre nuovi fan.

Ma cos’è Godzilla? Si tratta di un cosiddetto kaijū (lett. “strana bestia”), uno dei tanti mostri presenti nella fantascienza giapponese e protagonisti dell’omonima categoria di film kaijū eiga. La categoria vanta tantissimi mostri da King Ghidorah a King Kong, un'altra figura familiare al pubblico occidentale, ma il nostro amato Godzilla, l’enorme mostro radioattivo, si ritrova spesso come protagonista principale della maggioranza di questi film, a volte in veste di eroe che interviene per difendere Tōkyō dagli altri kaijū, altre invece nel ruolo di distruttore, ma sempre in qualche modo contrastato dalle stesse forze armate giapponesi.

Ma parliamo di Shin Gojira, film che inaspettatamente grazie a Dynit è giunto anche nelle sale italiane con una proiezione speciale il 3/4/5 luglio di quest’anno.


Era da un po’ di anni che Godzilla non faceva parlare di sé, se non per il film americano Godzilla uscito nelle sale ormai tre anni fa, visivamente migliorato rispetto a quello del lontano 1999.

Tuttavia Shin Gojira (o Godzilla Resurgence per gli americani) si può definire una novità nel panorama del cinema giapponese: non è il classico film che ripropone il Giappone invaso da Godzilla, ormai divenuto celebre tra la popolazione, continuando il franchise di lunga data infatti. Si tratta invece di un reboot a tutti gli effetti nel quale Godzilla attacca per la prima volta il Giappone, che si ritrova ad affrontare una minaccia del tutto sconosciuta.

Il film si apre con il recupero di una piccola imbarcazione alla deriva nella baia di Tōkyō, per poi subito passare all’azione con un’improvvisa “esplosione” in mare che danneggia l’Aqua-Line della Baia e il successivo rilascio di una sostanza rossastra (che si rivelerà successivamente essere prodotta da Godzilla durante il suo processo evolutivo). La scena si sposta nella sede del governo giapponese che si riunisce in via straordinaria per cercare di dare una spiegazione a questi avvenimenti: solo il giovane politico Rando Yaguchi supporta l’ipotesi che a provocare i danni sia stata un’enorme creatura sconosciuta mentre tutti i ministri cercano cause naturali plausibili e alle quali è possibile dare una soluzione precisa. Inutile sottolineare che ovviamente saranno smentiti dall’apparizione del mostro gigante che contro ogni aspettativa inizia a passeggiare per le strade di Tōkyō distruggendo tutto quello che incontra sul suo cammino.

Da questo momento le scene si spostano alternativamente tra Godzilla e i vari politici costantemente riuniti tra consigli d’emergenza, consultazioni con il Primo Ministro (che nel concreto sembra solo accettare o rifiutare le varie proposte di soluzioni) e delibere. In tutto questo, l’unica figura che agisce fuori dagli schemi è Rando Yaguchi, che si oppone alle classiche spiegazioni e soluzioni “da manuale” e per questo viene più volte ammonito dai suoi superiori per la condotta non consona all’etichetta.

Non si può negare quindi che in questo film sia presente in maniera molto evidente l’elemento politico, forse quasi all’eccesso, tanto da farlo risultare talvolta piuttosto pesante se non fosse per le scene nelle quali Godzilla dà il meglio di sé e che spezzano la monotonia riuscendo a entusiasmare il pubblico; il tutto accompagnato dalle musiche di Shirō Sagisu che mettono in notevole risalto le scene più coinvolgenti e tendenzialmente più drammatiche.

Gli effetti speciali, legati soprattutto alla figura di Godzilla, danno un contributo più che positivo alla riuscita del film. Chi è amante della saga giapponese può inoltre notare come Gojira si discosti per tratti fisici dall’americano Godzilla, ricordando vagamente la classica rappresentazione nipponica pur nel notevole miglioramento dal punto di vista della qualità grafica.

In conclusione, si tratta di un film che ha ben poco a che fare con le proposte americane alle quali siamo ormai abituati, se non per il concetto di fondo secondo il quale Godzilla invade città e distrugge tutto quello che trova: manca di un’azione movimentata grazie anche al costante focus sulla gestione politica della situazione d’emergenza. Tuttavia è un film da guardare, che potrebbe segnare davvero un nuovo inizio per il Gojira giapponese, che non passa mai di moda. E mentre i fan aspettano, lo studio cinematografico statunitense Legendary Pictures ha già in programma Godzilla: King of Monsters previsto per il marzo del 2019 e Godzilla vs. Kong per il maggio del 2020, che andranno a completare la serie MonsterVerse iniziata con il film Godzilla del 2014.

 

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