I pesci non piangono è una raccolta di tre racconti dello scrittore Natsumaru Abe pubblicato in Italia da Atmosphere editore a cura di Maria Elena Tisi. Con Nakenai sakanatachi (1995), Il racconto che da il titolo a questa raccolta, si è aggiudicato il premio Tsubota Jōji nel 1995 e il premio Muku Hatojū per la letteratura per l’infanzia nel 1996. Natsumaru Abe, oltre a essere uno scrittore è anche il direttore del Toyota River Yahagi acquarium dove organizza conferenze e laboratori per bambini e adulti, trasmettendo le sue conoscenze e il suo amore per i fiumi.
I tre racconti Kaibori, I pesci non piangono, I pesci dello zio Kin; vedono tutti protagonista dei bambini delle scuole elementari: i personaggi cambiano ma l'io narrante rimane sempre lo stesso. Questa opera è contraddistinta dalla dolcezza con la quale l'autore affronta le tematiche, che vanno dall'amicizia alla salvaguardia della natura. La pesca, che è l'elemento centrale dei tre racconti, diventa un veicolo per generare amicizia, imparare, riflettere e per mettere in contatto persone di generazioni diverse. È un pescare attento, concentrato, che tiene in considerazione che i pesci sono esseri viventi, che riporta l’attenzione sul fatto che, sebbene nella contemporaneità la pesca si sia trasformata in un passatempo o uno sport, ha radici profonde, nei pescatori di fiume che si guadagnavano da vivere con questo mestiere.
I tre racconti si inseriscono nel filone della narrativa per ragazzi. Sin da subito si percepisce l'intento dell'autore di scrivere un romanzo formativo che impartisca degli insegnamenti, ma che possa anche trasmettere valori ed emozioni ai lettori. Si scoprono quindi tante cose: ad esempio che i gamberi di fiume sono stati importati in Giappone dagli americani, o ancora quali sono le tecniche di pesca per catturare i pesci di grossa taglia. Nell'ultimo racconto, I pesci dello zio Kin,vengono affrontate tematiche relative alla seconda guerra mondiale, spiegate al protagonista dai due anziani Ura e Kinsaku, avvicinati dal comune interesse per la pesca.
«Come posso spiegarti…» Il signor Ura stava scegliendo le parole, quindi compresi bene che doveva essere una cosa difficile da dire. «Ragazzo, hai imparato che guerra significa bruciare le case e uccidere le persone, vero?»
«Sì» annuii lentamente.
«È così. È veramente così. Kinsaku è stato cacciato e la sua casa è stata bruciata dai soldati che venivano dal nord» disse il signor Ura e per allentare l'espressione irrigidita alzà la canna che teneva tra le mani. (pp.162-163)
Alla pesca e all'amicizia si lega il tema della salvaguardia della natura, che è anch' esso una costante in tutto il volume. Purtroppo l'inquinamento dovuto all'industrializzazione e la costruzione di innumerevoli dighe hanno causato lo spopolamento dei fiumi giapponesi, tanto che i pesci non riescono neppure a risalire il corso del fiume per effettuare gli spostamenti (le migrazioni) stagionali. È questa la dolcezza che pervade il romanzo: l'amore per la natura e quello che genera. E Satoru, il protagonista di I pesci non piangono, si meraviglia per tutto ciò che impara sulla pesca e sull' habitat del fiume dal suo amico Kōsuke.
I pesci non piangono è un volume rilassante e profondo. È adatto sia a ragazzi che ad adulti, perché a seconda dell'età del lettore ci si può accorgere di avere dimenticato qualcosa di prezioso oppure di aver imparato qualcosa.