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Bianco come il sangue: Lady Snowblood di Kazuo Koike e Kazuo Kamimura, di Francesca Scotti e Paola Scrolavezza

1 Aprile 2015
Francesca Scotti

Yuki è una ragazza dall’aspetto incantevole e dal cupo destino nata 42 anni fa dall’arte di Kazuo Koike e Kazuo Kamimura che hanno firmato il manga Shurayukihime (Lady Snowblood), oggi finalmente pubblicato anche in Italia (J-Pop BD Edizioni, traduzione di Paolo La Marca  ).

Concepita per uccidere, messa al mondo per vendicare la morte della sua famiglia, la giovane Yuki si muove all’interno di un Giappone affascinante e allo stesso tempo popolato da personaggi sordidi e privi di scrupoli. La bellezza e la sensualità consentiranno alla protagonista di non apparire minacciosa a un primo sguardo; l’astuzia e gli insegnamenti di una maestra nell’arte del furto le permetteranno di uccidere anche ricorrendo a interessanti stratagemmi. La storia, scritta da Kazuo Koike e illustrata da Kazuo Kamimura è sia quella avventurosa di Yuki sia quella – che affiora dai riferimenri storici – del Giappone. Siamo nell’epoca della Restaurazione Meiji (1868-1912) e, mentre l’elite giapponese sta cercando di avviare il paese verso la modernizzazione sulla scia del modello offerto dalle grandi potenze europee, c’è chi già avverte dolorosamente la rinuncia troppo repentina e sommaria alla propria tradizione culturale, e presagisce la perdita dell’identità etnica e nazionale. Yuki, che senza ombra di dubbio si fa rappresentante dell’infelice condizione della donna, si muove nell’universo del malaffare, attraversa vicende nelle quali i legami tra la politica e il mondo della yakuza si rivelano in tutta la loro forza.

Ma i riferimenti culturali in Lady Snowblood si ampliano fino ad abbracciare anche la tematica della vendetta come elemento ricorrente nella produzione artistica giapponese. Nella seconda metà dell’Ottocento, negli anni burrascosi che vedono il progressivo deterioramento dell’autorità del governo shogunale che aveva retto le sorti del paese per oltre due secoli, prende infatti vita e forma nella cultura autoctona la figura della dokufu, la poison woman, ladra e assassina fatale, destinata a diventare uno degli stereotipi femminili più intriganti. Personificazione delle ansie di una rigida cultura patriarcale travolta da radicali trasformazioni politico-sociali, questa torbida femme fatale, i cui primi esempi prendono in genere spunto da fatti di cronaca e da figure reali di donne criminali, ben presto diventa una presenza familiare nei romanzi pubblicati a puntate su riviste e quotidiani e nelle pièces teatrali, fino ai superbi ritratti di Izumi Kyōka (1873-1939) e Tanizaki Jun’ichirō (1886-1965).

Lady Snowblood visivamente è intenso, coinvolgente, tanto crudo quanto soave. Il tratto di Kazuo Kamimura anima in maniera affascinante gli aspetti duplici della storia: dimore innevate, corpi nudi e fragili, raffigurati con un’attitudine quasi “fluttuante”, contrastano con pagine erotiche, sanguigne e d’azione. È un manga emotivo e avventuroso, erotico e romantico, umano e mitico. Ambivalente. Una lettura intensa che forse avrete già visto al cinema perchè Yuki è Beatrix Kiddo di Kill Bill, firmato da Quentin Tarantino Ma che vi consigliamo di non perdere in questa sua versione originale!

Qualche foto della presentazione del manga presso la galleria ONO Arte Contemporanea

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