Una ragazza, un ragazzo e un destino terribile. Gli ingredienti per una storia che ci porta a riflettere sul valore della vita.
Voglio mangiare il tuo pancreas è il romanzo d’esordio dell’autore Sumino Yoru, del quale è stata realizzata una versione manga in due volumi, illustrati dall’artista Kirihara Idumi. In Giappone ha riscosso un grandissimo successo diventando un bestseller e vendendo più di due milioni di copie. In Italia il fumetto è stato tradotto da Asuka Ozumi per Dynit Manga, ma la storia ha ispirato anche un adattamento live action e un lungometraggio anime distribuito nelle sale italiane lo scorso gennaio grazie a Dynit Manga e Nexo Digital.
Yamauchi Sakura è una ragazza allegra e solare, che stringe amicizia facilmente con tutti. Tuttavia dietro il suo sorriso sbarazzino si nasconde un triste segreto. Sakura è affetta da una malattia degenerativa del pancreas, che in meno di un anno la condurrà alla morte.
Nonostante questo triste destino, la ragazza vuole continuare a vivere il tempo che le resta in totale serenità, evitando il più possibile inutili pietismi da parte delle persone. Per questo decide di non dire niente del suo stato di salute a nessuno dei suoi amici e compagni di scuola. Nessuno fatta eccezione per un suo compagno di classe dal carattere asociale e schivo, il cui nome rimane ignoto fino alla fine della storia.
Un giorno infatti Sakura, mentre si trovava all’ospedale per una delle sua visite di controllo, dimentica il suo Diario della convivenza con la malattia su una delle sedie della sala d’aspetto. Per pura coincidenza proprio questo suo compagno di classe si trova lì e inizia a leggere il diario scambiandolo per un libro. Viene così a conoscenza del segreto della ragazza. Anche se Sakura prova un iniziale imbarazzo per essere stata scoperta, presto inizia a dialogare con estrema naturalezza con il suo coetaneo, raccontandogli della malattia di cui è affetta. All’inizio il ragazzo rimane sbalordito, tuttavia mantiene un atteggiamento impassibile e distaccato. Incuriosita e attratta proprio dal suo carattere apatico, Sakura inizia a coinvolgerlo in varie uscite e gite improvvisate. I momenti che trascorre insieme a lui sono come una boccata di aria fresca. Non ha bisogno di nascondere nulla e può parlare e aprirsi liberamente riguardo alla sua malattia senza preoccuparsi di pesare su chi la ascolta e senza sentirsi commiserata.
Lo stesso accade a quello che è ormai un suo buon amico. Inizialmente lui trova assillanti e pressanti le richieste della ragazza di uscire, in quanto preferisce la compagnia dei libri a quella delle persone. Col passare del tempo tuttavia si trova ad apprezzare sempre di più la compagnia di Sakura. Il loro rapporto si approfondisce e fra loro nasce una complicità che va ben oltre l’amicizia e che non può essere considerato un banale e semplice amore giovanile. Tuttavia devono fare i conti col tempo. Non possono ignorare l’ombra della morte che aleggia sulle loro teste e che sembra avvicinarsi sempre di più a Sakura.
Per quanto sulla carta possa presentarsi come un romanzo dalla trama scontata, che reitera abusati stilemi simbolici e narrativi sul tema della malattia; Voglio mangiare il tuo pancreas viaggia su binari diversi introducendo spunti di riflessione nuovi.
Non narra la lotta contro la malattia, bensì l’accettazione e la convivenza con essa. La protagonista è dotata di una forza esemplare: accetta la morte, decidendo di vivere pienamente il tempo che le resta. La quotidianità si tinge di uno sguardo amaro, sottolineando l’ineluttabilità del destino umano. Tutti sono destinati a morire. È il ciclo della vita e la natura non fa sconti a nessuno, nemmeno a chi è giovane e ha ancora tanto da dare. Proprio per questo Sakura incoraggia se stessa e chi le è accanto a vivere e fare tesoro di ogni momento, anche quelli più banali e ordinari.
Il romanzo pecca nella caratterizzazione dei personaggi. L’autore non ne delinea in maniera approfondita il carattere e la psicologia, ma si limita a illustrare lo spaccato emotivo vissuto nell’arco temporale in cui la storia si svolge. I protagonisti risultano alquanto piatti e stereotipati, mentre i personaggi secondari sono poco incisivi e relegati al ruolo di semplici comparse.
Intenso invece è il ritratto del rapporto che si crea fra i due protagonisti. Sono personalità completamente opposte, ed è proprio su questo che si basa la natura del loro legame. Dalle loro differenze entrambi traggono importanti lezioni che li portano a riflettere sul rapporto che hanno con loro stessi e con gli altri. Un legame che li rende dipendenti l’uno dall’altro, il che vela ulteriormente di malinconia il momento in cui dovranno separarsi.
La narrazione è illustrata con uno stile dal tratto semplice e lineare, poco pretenzioso ma capace di rappresentare con grande sensibilità le scene più emotive colpendo in pieno il cuore del lettore.
Voglio mangiare il tuo pancreas è un racconto dolceamaro, che lascia in chi lo legge la consapevolezza di quanto sia effimera l’esistenza umana. Una realtà infelice, che tuttavia incoraggia ad apprezzare genuinamente quanto la vita ha da offrire.
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