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Mob Psycho 100: dal manga al live-action targato Netflix

16 Agosto 2018
Gioele Albertini

 


Mob Psycho 100 è un webmanga shōnen scritto e disegnato da ONE, già autore del celebre One Punch Man. Pubblicato dalla Shogakukan sul magazine Ura Sunday dal 2012 fino alla sua conclusione a dicembre 2017, in Italia ha cominciato a uscire a novembre dello stesso anno per Star Comics.

Il manga narra le vicende di Shigeo Kageyama, uno studente quattordicenne di seconda media dotato di straordinari poteri psichici, che si manifestano a seconda delle emozioni che prova. Proprio perché si tratta di poteri potenzialmente devastanti, sin da piccolo Shigeo ha represso tutte le sue emozioni, apparendo quindi costantemente serio. Questa sua mancanza di personalità gli è valso il soprannome di “Mob” (termine che indica i personaggi di background nel manga o nell’animazione).
Nella sua avventura figura fondamentale è Arataka Reigen, un ciarlatano che si dichiara sensitivo e che ha fondato una agenzia per scacciare gli spiriti maligni, dove Mob lavora part-time esorcizzando occasionalmente i reali spettri che infestano alcuni dei clienti. Nonostante sia un mezzo truffatore, è proprio Reigen a dare importanti consigli di vita al protagonista, come la raccomandazione di non usare i suoi poteri sulle persone. Altra figura importante è Ritsu, il tredicenne fratello minore di Shigeo, intelligentissimo e popolare a scuola (per questo ammirato da Mob) ma che segretamente desidera anche lui essere un Esper (termine usato nella serie per definire le persone dotate di poteri psichici).

Come One Punch Man, anche Mob Psycho 100 ha fin da subito goduto di grande popolarità, seppure in misura inferiore. Nel 2016 è uscita la prima stagione dell’anime, molto fedele al manga, a cui è seguito a marzo 2018 un OVA incentrato su Reigen, che è servito anche da teaser per la seconda stagione dell’anime, prevista per gennaio 2019. A partire da gennaio di quest’anno, inoltre, è andata in onda su Netflix la serie live-action in dodici episodi ispirata al manga, conclusasi ad aprile.
La serie, prodotta in collaborazione con la stessa Netflix, è composta da 12 episodi che seguono un pattern simile a quello della prima stagione dell’anime. Il live-action, classificato come “television drama”, ovvero una fiction più incentrata sugli aspetti seri rispetto a quelli umoristici, a paragone della serie animata si rivela un lavoro senza infamia e senza lode. Cosa c’è di giusto e cosa c’è di sbagliato?
Probabilmente l’errore più grande sta nell’aver voluto trasformare Mob Psycho 100 in un television drama. Il manga di ONE ha sì elementi seri trasportati poi nel live-action, come il difficile rapporto tra Mob e le sue emozioni, ma è anche vero che abbonda di elementi comici e demenziali, nel perfetto stile dell’autore. Nonostante questo aspetto sia presente nella serie Netflix, lo è in misura molto minore, anche perché difficile da inscenare.
Vi è poi un elemento quasi assente nel manga che invece viene messo molto in rilievo nel live-action: l’amore. Nel manga il nostro protagonista Mob è infatuato di una sua coetanea, Tsubomi Takane, con cui però non riesce a fare la mossa decisiva in quanto incapace di relazionarsi con gli altri. Tutto questo è ben presente nella serie Netflix, ma l’infatuazione di Mob è qui un aspetto che ritorna costantemente, così come Tsubomi, che, raramente presente nel manga, diventa un personaggio ricorrente in quasi ogni episodio, seppur con ruolo marginale. Per fare un’idea basta confrontare i poster di serie animata e serie live-action.

Un cambiamento che ha avuto ripercussioni anche sul personaggio stesso di Mob. Come già detto in precedenza, nel manga è perennemente serio e, a parte qualche rara occasione in cui sorride o piange, esibisce sempre la sua caratteristica espressione monotona. Nella serie Netflix, invece, lo ritroviamo molto più impacciato e la sua espressione è più tesa che seria.
Per chiudere con un’ultima osservazione, molte scene d’azione di manga e serie animata sono state qui rimosse per lasciare più spazio ai problemi emotivi dei protagonisti, cambiamento che non molti fan potrebbero riuscire ad accettare.

Passando poi ai personaggi in generale, tutti più o meno rispecchiano la controparte cartacea, ma il loro numero è stato notevolmente ridotto, forse per evitare allo spettatore di disperdere l’attenzione fra troppe figure. Per fare un esempio, il numero di partecipanti minimo che ogni club scolastico deve avere è cinque nel manga, mentre qui è solo due. Altro cambiamento che un po’ sorprende riguarda un altro personaggio femminile, Tome Kurata, la quindicenne presidentessa del club di telepatia. La sua personalità è circa la stessa in manga e live-action, ma in quest’ultimo acquista molta più rilevanza, tanto da diventare la spalla del protagonista Mob, con il quale si confida in continuazione.
Vi è poi un particolare che salta subito agli occhi. Nella serie Netflix molti dei personaggi che si riveleranno importanti per lo sviluppo della vicenda sono introdotti già nel primo episodio, mentre manga e anime puntano più a un effetto sorpresa. Probabilmente l’esempio più lampante riguarda gli antagonisti dell’organizzazione criminale Artiglio, introdotti subito nella prima puntata. Anche se l’effetto sorpresa viene così a mancare, introdurli già da subito crea comunque una certa tensione o suspense, perché lo spettatore non sa quando questi cattivi attaccheranno.
Per quanto riguarda gli aspetti esteriori, sono due gli elementi a balzare subito agli occhi: attori ed effetti speciali. Per quanto riguarda i primi sono molti, me compreso, li troveranno “grandi” rispetto all’età dei personaggi che interpretano (più che altro per quando riguarda gli studenti); non bisogna però dimenticare che anche nel manga buona parte dei personaggi dimostra più anni di quanti ne abbia. Ciò comunque non toglie che lo spettatore si possa sentire un po’ spiazzato all’inizio. Per quanto riguarda gli effetti speciali, alcuni sono resi molto bene, per esempio le battaglie psichiche o lo stesso uso dei poteri psichici, altri purtroppo sono gestiti in modo non soddisfacente, per esempio lo spiritello Ekubo, amico di Mob.

Per concludere, la serie live-action Netflix di Mob Psycho 100 può essere considerata un piacevole esperimento. Non si discosta così tanto da manga e serie animata, e gli avvenimenti principali e il loro ordine sono comunque mantenuti. Una gradevole esperienza per chi non ha familiarità col manga, mentre per chi lo conosce già l’impatto iniziale potrebbe essere poco entusiasmante.

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