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La leggenda di Son Gokū

4 Gennaio 2016
Enrica Fiacchi

Il 2016, secondo lo zodiaco cinese, sarà l’anno della scimmia, il segno della vitalità e della grinta. Se pensiamo a un personaggio pieno di energie e collegabile alle scimmie viene subito in mente Gokū, protagonista di Dragon Ball.

 Il guerriero, che viaggia sulla nuvola Speedy portando sempre con sé il suo bastone, capace di allungarsi alla ricerca delle sfere del drago, ha un grosso problema: un solo sguardo alla luna piena e si tramuterà senza controllo in un enorme scimmione.

Per lui Akira Toriyama ha tratto ispirazione da un racconto mitologico risalente alla Cina del quattordicesimo secolo: Il viaggio in Occidente (Saiyūki in giapponese), attribuito a Wu Cheng’en, una riflessione sul buddhismo e sulla purificazione dello spirito per giungere al nirvana.

Il protagonista è Sun Wukong (in giapponese Son Gokū), una scimmia nata dalla pietra e destinata a compiere grandi imprese e avventure. Dopo aver appreso i poteri della Via (Tao) da un saggio, senza però averne compreso la vera essenza, viene cacciato e denigrato. Il guerriero continua, però, ad allenarsi, riuscendo a volare su una nuvola e acquisendo dai quattro dragoni che dominano i mari un bastone che può mutare lunghezza a comando. Dopo avere viaggiato per tutto il mondo e persino nei cieli dove risiedono gli dei, infine Wukong è punito da Buddha per la sua arroganza. Confinata per 500 anni sotto la Montagna dei Cinque Elementi, la scimmia sarà liberata da un monaco, perché lo aiuti nel suo viaggio verso l’occidente per recuperare gli autentici Sutra per conto di Buddha stesso. I due affronteranno un lungo viaggio, nel corso del quale entrambi matureranno e si avvicineranno all’illuminazione, che otterranno al termine dell’impresa.

In Giappone la leggenda è molto popolare e non mancano i tributi alla scimmia guerriera. Basti pensare al Pokémon di quarta generazione Infernape, alla creatura scimmiesca evocata dal terzo Hokage nel manga Naruto, oppure ai veri e propri adattamenti manga dell’opera cinese da parte di Osamu Tezuka e Kazuya Minekura.

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