Gli anni dolci è un manga in due volumi di Jirō Taniguchi, pubblicato in Italia nel 2010 da Rizzoli Lizard e tratto dal romanzo La cartella del professore della scrittrice Hiromi Kawakami. La cartella del professore è il primo romanzo pubblicato in Italia dell’autrice (Einaudi, 2011) e le è valso il prestigioso premio Tanizaki e la candidatura al Man Asian Literary Prize.
Da Satoru
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Nel piccolo locale “Satoru”, Tsukiko ritrova il suo professore del liceo. L’uomo non ha dimenticato l’allieva, mentre lui ha per lei un viso familiare ma a cui non riesce a dare un nome. Per questo, dall’inizio alla fine del manga, lui rimarrà il “prof”.
Il caso vorrà che i due intreccino le loro vite incontrandosi spesso in quel locale, che sarà per loro uno scrigno protettivo nei giorni segnati dal tedio di una vita banale. I due sembrano avere sempre gli stessi gusti, ed è questo che all’inizio li fa sentire vicini l’uno all’altra.
Con il passare del tempo, fra passeggiate e serene chiacchierate, istanti d’amicizia si trasformeranno in un amore molto dolce.
Distanza
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Il manga affronta il tema della differenza di età in amore in modo tale da far comprendere la naturalezza dell’accettazione. I due non utilizzano alcuna etichetta o appellativo a eccezione di quelli di “professore” e allieva”. Tsukiko non ha paura di tenere il prof. per mano in pubblico e allo stesso modo si dimostra matura nel prendere consapevolezza del futuro che la aspetterà, sicuramente non roseo.
La distanza, però, non è solo generazionale. Il legame tra Tsukiko e il professore vedrà non di rado gelosia e incomprensione stagliarsi come mura solide pronte a separarli. Una parola di troppo, frasi mai dette, emozioni mai espresse. Perché l’amore è così, spesso incompiuto o troppo tagliente.
Leggendo pagina per pagina i due volumi si ha l’impressione di camminare sospesi su di un filo, perché le fondamenta di un simile rapporto non si comprendono subito. Se Tsukiko è l’eternamente indecisa, il prof. è l’eterno malinconico, intrappolato nei ricordi del passato, e questa loro diversità sembra li faccia appartenere a mondi distanti anni luce.
Lui è di vecchio stampo e crede nel valore delle buone maniere e della letteratura, lei non è mai stata troppo interessata allo studio ed è forse troppo impulsiva e libera nel linguaggio.
Eppure i due si amano, si rispettano, si aspettano, si accettano.
Sfumature al dettaglio
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Taniguchi ha il merito di riuscire, in questa trasposizione visiva dell’opera di Kawakami, a far emergere il subbuglio di emozioni nascoste dei protagonisti attraverso vignette straordinariamente espressive. E ciò che sorprende è il realismo uniforme nella realizzazione del progetto in due volumi.
Lo stesso vale per gli ambienti, in modo particolare per il locale al centro della narrazione del primo volume e per la casa del prof., curati al dettaglio ma mai troppo invadenti. In una scena in cui i protagonisti si recano al mercato, la folla – pur rappresentata – non riesce mai ad assorbirli e l’occhio del lettore ricade sempre su di loro grazie ai giochi prospettici.
È così che con abilità Taniguchi riesce a cogliere le sfumature e le atmosfere del romanzo in modo a dir poco magistrale.