Diretto da Nagaoka Chika, Detective Conan: The Million-Dollar Pentagram è il 27° film della saga Detective Conan, basata sull’omonimo manga di Aoyama Gōshō. Rilasciato in Giappone lo scorso aprile e proiettato in esclusiva al 24 Frame Future Film Festival di Bologna, è una pellicola coinvolgente e ricca d’azione, che inserisce elementi chiave della cultura giapponese all’interno di un classico intreccio poliziesco.
Protagonista della famosissima saga di Aoyama è Edogawa Conan, uno studente delle elementari dotato di grande acume ma che nasconde un segreto. In realtà il suo vero nome è Kudō Shin’ichi, ed è non un ragazzino ma un liceale, detective provetto e pronto risolutore di crimini misteriosi, tornato un bambino in seguito all’effetto di una misteriosa droga somministratagli da un’organizzazione criminale che voleva in realtà farlo fuori in quanto testimone scomodo. Assunta l’identità di Conan, Shin’ichi continua ad aiutare la polizia a risolvere svariati casi, ma attribuendone i meriti allo squattrinato detective Mōri Kogorō, padre della ragazza di cui è innamorato. Questa copertura lo aiuta a essere sempre presente sulla scena del crimine, e di continuare la sua ricerca dell’antidoto che lo farà tornare alla sua forma originaria.
In questo episodio della saga, Conan si trova a Hakodate, in Hokkaidō, alle prese con l’omicidio dell’avvocato degli Onoe – una ricca famiglia che si dice essere legata a Hijikata Toshizō, importante figura politica e militare degli ultimi anni del periodo Edo (1603-1868), e a delle spade antiche di grande valore. I sospetti ricadono su Kadokura Brian, sedicente filantropo nippo-americano ma in realtà trafficante d’armi per l’Asia, il quale sembrerebbe sulle tracce di un antico tesoro legato proprio alla famiglia Onoe, un oggetto così potente da essere in grado di cambiare le sorti di qualsiasi guerra. A rendere le cose ancora più complesse è Kaito Kid, ladro gentiluomo, storico avversario e nemico numero uno di Conan, sulle tracce dello stesso tesoro. Conan, insieme all’amico Heiji, si ritrova quindi a dover affrontare una misteriosa caccia al tesoro che presto si tramuterà anche in una corsa contro il tempo per poter salvare gli abitanti di Hakodate.
Uno degli elementi che più colpisce è il profondo legame che la trama ha con quella che è la storia e la cultura del Giappone nel periodo del bakumatsu, ovvero la fine del periodo feudale. Protagoniste indiscusse della pellicola sono infatti le preziose katana, reliquie di un lontano passato che ritornano come minaccia nel presente a causa di individui spietati e assetati di potere. Fra queste, il tesoro della famiglia Onoe: la Seiryōtō, una spada così potente da essere capace di invertire le sorti di una guerra. È proprio per questo che Kadokura è sulle sue tracce: in qualità di trafficante d’armi, un’arma del genere può garantirgli grande potere e influenza su tutta l’Asia.
Tuttavia, Kadokura non è l’unico interessato alla Seiryōtō. Anche Fukushiro Ryoe, capofamiglia dei Fukushiro, nonostante la sua malattia debilitante è alla ricerca della spada per poter riscattare la propria famiglia, antica rivale degli Onoe, e rafforzare il proprio potere. La Seiryōtō diventa dunque un elemento simbolico che unisce passato e presente, attorno al quale si snoda tutta la vicenda, basata su conflitti familiari che trascendono le generazioni e su questioni di potere.
In questa trama complessa che vede il crimine – l’omicidio dell’avvocato della famiglia Onoe – intrecciarsi con una caccia al tesoro, è interessante evidenziare come la pellicola tenda a mettere parzialmente in secondo piano l’assassinio e a focalizzarsi su una maggiore azione, determinata proprio da questa frenetica ricerca della spada. Sono tante infatti le scene di combattimento in cui i vari personaggi si scontrano tra loro a colpi d’arma bianca e che strizzano l’occhio al pubblico più giovane amante degli shōnen.
La corsa contro il tempo per salvare gli abitanti di Hakodate determina quindi un intensificarsi dell’azione che in altri intrecci polizieschi potrebbe risultare più carente, e l’ingegno di Conan e di Heiji sembra quasi messo in secondo piano nel corso della storia in favore di una maggiore dinamicità. Non mancano tuttavia momenti più comici che permettono una certa distensione tra un combattimento e l’altro, come nel caso delle scene che hanno per protagonista Ooka Momiji, alla ricerca di Heiji per impedirgli di confessare i propri sentimenti alla sua rivale in amore, Kazuha.
In questa vicenda di spade e segreti si incastra un ulteriore mistero: l’identità di Kaito Kid. All’inizio della pellicola Heiji si scontra con l’ormai famoso Ladro Fantasma, e in un momento di grande azione riesce a riconoscere nel volto del ladro una somiglianza straordinaria con l’amico Shin’ichi (ora Conan). Questa somiglianza resta un mistero per Heiji, ma non per lo spettatore, la cui curiosità viene soddisfatta in una scena post-credit che aggiungerà dei dettagli nuovi e interessanti alle storie dei personaggi della celebre saga di Aoyama.
A livello tecnico, il film si caratterizza per un’animazione chiara e pulita, anche nelle scene più rocambolesche di scontri e inseguimenti. Merito sicuramente dell’uso attento della Computer Generated Imagery, o CGI, una sottocategoria di effetti visivi che rende l’immagine più coinvolgente nei momenti di maggiore tensione dinamica. Degna di nota, ad esempio, una delle scene iniziali del film: una vetrata viene infranta e il movimento dei frammenti è reso in maniera fluida e precisa dalla CGI; oppure le scene in cui viene riassunta la storia di Conan, in cui i fotogrammi si susseguono gli uni dopo gli altri, senza però perdere nulla nella resa dei dettagli. Anche il comparto musicale non lascia a desiderare e offre maggiore intensità nelle scene più cruciali come negli scontri o nelle battute finali della risoluzione dell’enigma.
Detective Conan: The Million-Dollar Pentagram è dunque un nuovo capitolo della saga che ha appassionato milioni di persone che si concentra più sull’azione che sull’intrigo poliziesco, creando una tensione continua che mantiene lo spettatore incollato allo schermo. La grande presenza di dettagli ed elementi storici – talvolta inventati, come spesso accade nella serie creata da Aoyama Gōshō – vanno a completare una vicenda già di per sé appassionante in cui storia, sete di potere, e conflitti tra famiglie si mescolano nella ricerca di un oggetto che non ha più solo un semplice valore culturale, ma è anche simbolo di supremazia, di prestigio, e porta avanti l’intera trama.
Nonostante il suo maggiore focus su combattimenti e scene d’azione, The Million-Dollar Pentagram ha avuto comunque un grande successo di pubblico in Giappone: nel weekend di apertura, infatti, il film ha venduto circa 9,77 milioni di biglietti e guadagnato nei primi 45 giorni dalla sua uscita 14,01 miliardi di yen, superando così il precedente capitolo della saga, Detective Conan: Kurogane no Submarine, che aveva incassato “solo” 13,83 miliardi di yen. Sicuramente non male per un’opera la cui trasposizione animata continua ormai da quasi 30 anni e che rivela dunque un continuo interesse non solo dei fan più sfegatati ma anche del pubblico più ampio per l’opera di Aoyama.