Il primo capitolo di una serie di interventi dedicati al mondo del fumetto e dell'animazione giapponesi, a cura di Alice Comi, cosplayer, sceneggiatrice di dōjinshi e inviata speciale di NipPop a Tokyo. Dalle fiere di manga al Charakro, un filo diretto con le ultime tendenze pop da Akihabara e Harajuku all'Italia.
Il Comiket è una manifestazione dedicata principalmente alla vendita e l’acquisto di dōjinshi. Si svolge a Tokyo due volte l’anno, in estate e inverno (rispettivamente metà agosto e fine dicembre), ed è il più grande evento del suo genere, con 35,000 circoli di autori che vi partecipano e una affluenza che nell’ultima edizione estiva è arrivata a un totale di 590,000 visitatori nell’arco dei 3 giorni di svolgimento. Da ormai oltre 10 anni si svolge al Tokyo Big Sight, una grossa struttura fieristica nell’isola artificiale di Odaiba, nella baia di Tokyo.
Il Comiket (abbreviazione di “Comic Market”) è comunemente considerato una “fiera fumetto”; si tratta tuttavia di un termine che potrebbe essere fuorviante per le persone abituate a eventi quali le convention americane o le fiere fumetto italiane, poiché i contenuti sono diversi. Originariamente infatti il Comiket fu creato esclusivamente come luogo per poter vendere e acquistare dōjinshi (fanzine autoprodotte). Nel corso degli anni il numero di partecipanti (sia autori che acquirenti) è aumentato progressivamente, e di conseguenza i contenuti dell’evento si sono diversificati; al momento è presente una zona nella quale, in modo molto simile a quanto avviene, per esempio, nelle fiere italiane, case editrici, studi di animazione e altre compagnie (cioè non privati) possono partecipare con degli stand dove presentano i loro prodotti e vendono gadgets, anche in edizione limitata. È possibile anche prendere parte alla manifestazione in cosplay, ma non vi sono eventi quali contest a premi e ogni cosplayer deve registrarsi e rispettare rigorosamente le regole elencate nel pamphlet che gli viene consegnato.
I dōjinshi sono pubblicazioni simili alle fanzine, create da “circoli” di autori (anche se molti circoli sono costituiti da una persona sola) che disegnano o scrivono storie che poi stampano presso tipografie di medie/piccole dimensioni, molte delle quali specializzate appunto nella stampa di dōjinshi. I tipi più conosciuti sono i manga originali e le parodie di anime/manga esistenti, che corrispondono più o meno alle fanfiction/fancomic euroamericane, dove gli autori creano storie originali utilizzando personaggi non inventati da loro ma tratti da opere più conosciute. Tuttavia, esistono anche dōjinshi di genere critico, come diari di viaggio, raccolte di ricette, recensioni di film, e così via. Il termine di per sé indica una “rivista” (shi) creata dalle “stesse persone” (dōjin), in pratica una pubblicazione creata dagli appassionati di qualcosa per altri appassionati: per questo motivo i contenuti possono essere estremamente vari.
Oltre alle riviste, esistono un gran numero di dōjin games, dōjin music e dōjin goods, cioè videogiochi, musica e oggettistica creati da privati e venduti in piccola scala. Chi si recasse per la prima volta al Comiket e si aspettasse di trovare solo manga potrebbe infatti stupirsi vedendo anche persone che vendono orecchini, vestiti per bambole, quaderni, spille, CD con le proprie canzoni, DVD con raccolte di foto di cosplay (chiamate “cosplay ROM”) ecc. Insomma, si può affermare con sicurezza che tutto ciò che è creato da una persona “in privato” e non tramite case editrici/discografiche e canali di pubblicazione ufficiali è “dōjin” e può quindi essere venduto/distribuito al Comiket. Per questo motivo, per quanto riguarda l’oggettistica ad esempio è vietato utilizzare immagini o loghi che non siano di proprietà dell’autore, e il comitato organizzatore della fiera effettua controlli su tutti i circoli per assicurarsi che non venga venduto alcun tipo di materiale “piratato” o illegale.
Per dare la possibilità di partecipare al maggior numero possibile di circoli, il Comiket è organizzato come una specie di mostra-mercato, cioè con file di tavolini attaccati l’uno all’altro, sui quali gli autori espongono le loro pubblicazioni. I circoli più popolari sono in genere disposti lungo le pareti esterne delle sale o agli angoli delle file, dove c'è più spazio per organizzare le code di acquirenti che inevitabilmente si formano. Dato il numero di copie stampate limitato, molte persone si mettono in fila fuori dal Comiket già dalle 4-5 di mattina per essere sicuri di riuscire a comprare tutte le nuove uscite dei propri circoli preferiti o le pubblicazioni in edizione limitata degli stand delle case di produzione.
Il Comiket è conosciuto dai fan di anime e manga di tutto il mondo e molte persone che capitano in Giappone in quel periodo vi si recano, alcuni anche solo per curiosità. L’ingresso e’ gratuito, ma per chi lo visita per la prima volta e per chi intende comprare qualcosa è altamente consigliabile l’acquisto del catalogo ufficiale – in vendita in molte librerie da qualche settimana prima dell’evento, nonché, ovviamente, al Comiket stesso – disponibile sia in versione cartacea che DVD. Oltre alla lista dei circoli che vi partecipano, questo contiene anche spiegazioni dettagliate sullo svolgimento dell’evento e sulle regole da rispettare, scritte in giapponese, cinese, coreano e inglese. Dato che le regole sono diverse da quelle delle fiere che si svolgono in Europa o in America, è comunque buona norma informarsi in anticipo per evitare di fare qualcosa di scortese ed essere visti come il classico straniero maleducato.