Il manga A Silent Voice (Koe no katachi, la froma della voce) di Yoshitoki Ōima, serializzato in Giappone da agosto 2013 a novembre 2014 sulla rivista Weekly Shōnen Magazine grazie al supporto della Federazione Nipponica dei Sordi, conta in totale sette volumi ed è stato pubblicato in Italia da Star Comics.
L’opera è stata premiata come “miglior manga esordiente” nel 2008, riscuotendo molto successo tra i lettori, tanto che lo studio Kyoto Animation ha annunciato un film d’animazione destinato alle sale cinematografiche, la cui regia sarà affidata a Naoko Yamada (K-On! , Tamako Market).
Dall’editore italiano:
Shōya Ishida frequenta le scuole elementari e non sopporta in alcun modo le ragazze. Adora invece mettersi alla prova con i compagni maschi, ingaggiando assurde prove di coraggio. Le cose cambiano quando nella sua classe arriva una nuova alunna, Shōko Nishimiya, una bambina non udente che usa un quaderno per comunicare con gli altri…
Shōko viene subito presa di mira dai bulletti della scuola, in special modo da Shōya. Il ragazzino, però, non può ancora sapere che gli effetti del suo comportamento innescheranno la miccia che sconvolgerà la sua prospettiva sulle cose, stravolgendo il suo futuro e quello della sua compagna…
Vorrei cercare di illustrare quei sentimenti che ruotano attorno agli atti di bullismo. – L’autrice Yoshitoki Ōima.
Le azioni commesse da Shōya e in seguito dai compagni di classe sono percepite come atti necessari e giustificati perché una bambina sorda è “una cosa senza rimedio”, un alieno che si esprime con un linguaggio sconosciuto, un estraneo venuto a distruggere l’equilibrio preesistente, un elemento che crea disagi al prossimo. Il bullismo diventa l’unica forma di comunicazione, di voce, utilizzabile con lei. Shōko Nishimiya diventa il capro espiatorio di tutti i problemi della classe, chi non la prende in giro viene isolato dal gruppo.
Anche nella vita, proprio come nel manga, ci si può trovare costretti a commettere atti di bullismo. – Kasumi Arimura, attrice, durante un’intervista con la mangaka.
Il soggetto vittima delle angherie può essere però sostituito molto facilmente. Il bullo diventa la vittima e, marchiato a vita come soggetto deviante, sarà sempre ricordato in relazione agli errori commessi in passato e tenuto lontano per paura di essere associati a lui. È il caso del protagonista, che deciderà in seguito di riparare quello che ha distrutto quando era bambino, in cerca di una redenzione che solo la stessa Nishimiya può dargli.
Siamo stati ingannati. Non sapevamo che avresti partorito una bimba del genere. Non è che l’hai tenuto nascosto? Nella nostra famiglia non vogliamo una bambina come lei – i nonni paterni di Shōko.
Nel corso della storia vengono affrontate le dinamiche familiari giapponesi nel caso della nascita di un figlio affetto da handicap. La continuità della linea familiare ha molta importanza in Giappone. Prima di un matrimonio entrambe le famiglie fanno spesso ricerche per sapere se ci sono state malattie ereditarie o mentali nel corso delle varie generazioni. I suoceri accusano la madre d’inganno e omertà, nonostante sembri che la sordità sia dovuta a un virus trasmesso dal padre, quindi chiedono il divorzio per non portare ulteriore disonore alla propria famiglia. Hanno il timore che la loro linea familiare sia considerata difettosa e corrotta da influenze negative.
Se solo fossi riuscito a guardare tutti a testa alta. Non scapperò più dalle cose cattive. Non userò mai più Nishimiya come scusa. Da domani guarderò tutti in faccia. Da domani ascolterò le parole di tutti. – Shōya Ishida.
Il tema principale di Koe no katachi, la sua anima, è la comunicazione, capire e ascoltare il prossimo, affrontare la vita e i suoi problemi. Chi più ha problemi a “parlare” non è la ragazza sordomuta, ma il protagonista e i compagni di classe. Anche se dotati di una voce, non sono in grado di creare legami sinceri per colpa di orgoglio, vergogna, rabbia. Parole false, fraintendimenti, il voler semplicemente chiudere gli occhi e le orecchie di fronte agli altri, il non volere veramente capire il prossimo, sono questi i problemi che affliggono i personaggi dell’opera. In cerca di aiuto e comprensione, solo grazie a Nishimiya, che diventerà la chiave di volta, tutti riusciranno a riannodare il filo dell’amicizia che si era spezzato molto tempo prima.