Basato sul romanzo autobiografico di Kuroyanagi Tetsuko, Totto-Chan: the little girl at the window è la storia di una bambina che frequenta una scuola atipica, dove impara il modo con cui vivere nel mondo essendo sempre sé stessa. Uscito nel dicembre 2023 in Giappone, la pellicola è stata presentata in anteprima in Italia al 24 Frame Future Festival, ed è un dolce ritratto di un’infanzia quasi idilliaca, bruscamente fermata dalla seconda guerra mondiale.
L’immaginazione di un bambino potrebbe apparire assurda, priva di senso, senza logica, imprevedibile. Solitamente quando descriviamo qualcosa o qualcuno come “infantile” è per denotare una forma di illogicità e insensatezza, eppure spesso dimentichiamo che siamo stati bambini anche noi, e questi elementi sono stati parte della nostra infanzia.
Totto-chan, come si fa chiamare, è una bambina di sei anni che vive nelle fantasie più stravaganti, è curiosa, la sua tenacia sconfigge qualsiasi difficoltà e i pregiudizi non esistono nel suo mondo: tutto è meraviglioso ai suoi occhi, colorato, vivo e in continuo cambiamento, non esiste male. Adora parlare, di sé, della sua famiglia, di quello che pensa e ama giocare con tutti, senza che nessuno le stia antipatico; per queste sue caratteristiche viene cacciata dalla sua scuola, perché considerata fuori dall’ordinario, quasi troppo “bambina” persino per le insegnanti. Sua madre cerca di nasconderle il fatto, per evitare alla figlia dei turbamenti, e decide di iscriverla in un’altra scuola, totalmente diversa dalla precedente, un’autentica scuola di vita che cambierà l’esistenza di Totto-chan, finché la Seconda guerra mondiale non metterà a dura prova non solo la scuola, ma anche le certezze di Totto-chan.
L’istituto Tomoe, fondato dal preside Kobayashi Sosaku: la nuova scuola è molto particolare, le aule sono dei vecchi vagoni di un treno e attraverso il gioco non solo si imparano nozioni teoriche, ma gli alunni imparano anche il rispetto di sé stessi e degli altri, il piacere dello studio, l’accettazione delle sconfitte, l’autonomia, la musica, l’amicizia, scoprendo anche cosa siano l’intolleranza e la perdita delle persone più care.
La nuova scuola diventa per Totto-chan una seconda casa, un luogo in cui scoprire non solo il piacere di imparare, ma principalmente la compagnia dell’altro e il mettersi in gioco: la figura del preside Kobayashi è fondamentale a tale scopo, motivo per cui è molto attento ad insegnare ai suoi studenti il rispetto e l’uguaglianza reciproci. Sono importanti le nozioni teoriche, certo, ma ciò che viene fuori dai suoi insegnamenti sono lezioni di vita, tipi di socialità e integrazione che vanno a formare i bambini dell’istituto Tomoe non tanto come studenti, ma come persone le cui emozioni e pensieri hanno un valore.
I temi dell’uguaglianza e del rispetto sono la base dell’intera pellicola. A farli risaltare è Yasuaki-chan, un bambino affetto da poliomielite, nonchè colui che diverrà il miglior amico della nostra protagonista; Yasuaki è consapevole dei suoi limiti fisici e per questo se ne sta in disparte, studiando o leggendo ciò che più gli piace, senza curarsi degli altri che invece corrono, saltano e si arrampicano nel giardino della scuola. Il preside Kobayashi non lo tratta mai diversamente dagli altri per questo, anzi, cerca di rafforzare i desideri e le passioni del bambino coinvolgendo gli altri studenti portando nella scuola un altro vagone adibito a biblioteca per permettere al bambino e ai suoi compagni di appassionarsi attraverso la lettura dei libri più disparati.
Sarà poi la tenacia di Totto-chan a far scoprire a Yasuaki-chan la gioia di giocare e di mettersi alla prova nonostante la paura e le difficoltà fisiche, tant’è che sarà poi l’unico a riuscire a consolarla nei momenti difficili che la guerra porterà con sé.
La guerra incombe sul Giappone, e nonostante gli insegnamenti di rispetto e uguaglianza del preside Kobayashi, i sentimenti bellicosi dei giapponesi si diffondono per tutto il paese mettendo a dura prova Totto-chan, Yasuaki-chan e tutto ciò che li circonda: l’Occidente diventa il nemico, Totto non può più chiamare i suoi genitori “mama” o “papa”, canticchiare in pubblico è volgare, bisogna essere disciplinati e rigorosi a tutte le età e ci si deve accontentare del poco che si ha. La libertà dei bambini dell’istituto Tomoe viene minacciata dalle disgrazie del mondo e da un sentimento di odio universale che non comprendono: ci sono piccoli cambiamenti che giorno dopo giorno iniziano a pesare e a far dei loro giochi solo un lontano ricordo.
I genitori di Totto-Chan cercano di non turbarla troppo, ma anche loro sono in difficoltà e hanno bisogno che la loro primogenita non solo capisca la situazione in cui la sua famiglia si trova, ma anche ad aiutare e assumersi delle responsabilità premature. Proprio in questa situazione di difficoltà che gli insegnamenti che Totto-Chan ha vissuto la aiutano ad affrontare tutto ciò: la maturità che ha raggiunto all’istituto Tomoe la accompagnerà per tutto il periodo di guerra e la sosterrà nei momenti più difficili che la vita le sottoporrà.
Sarà proprio l’odio della guerra e i suoi orrori che faranno nascere in lei il desiderio di diventare come il signor Kobayashi, a cui promette di ricominciare e di ricostruire quello che lui ha iniziato: la guerra non è la fine né di Totto-chan né della sua scuola, ma l’inizio di una speranza di rispetto e uguaglianza per tutti e tra tutti.